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Di Maio: ‘doppia guerra devastante, Putin sblocchi l’export di grano’

‘La prossime settimane saranno cruciali, Italia in prima linea’

“Le prossime settimane saranno cruciali per sbloccare la situazione e l’Italia continua a impegnarsi in prima linea per trovare una soluzione che garantisca la sicurezza alimentare dei Paesi più esposti a partire dall’Africa.

Non possiamo permettere che ad una guerra che ha causato la morte di centinaia di bambini innocenti si sommino altre vittime e bambini morti per la catastrofe alimentare.

Serve un’azione concreta della Russia, è essenziale che Putin metta fine alla guerra e sblocchi l’export del grano altrimenti gli effetti di questa doppia guerra saranno devastanti”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ad Addis Abeba.

“In questo fase ci preoccupano molto le ricadute del conflitto in Ucraina sulla sicurezza alimentare dell’Africa che risulta gravemente compromessa, nessun paese è esente dai drammatici effetti delle ingiustificabili iniziative militari di Mosca. Parlare di guerra del grano non significa alimentare finte paure ma guardare con realismo a ciò che può succedere: tensioni sociali, colpi di stato, nuove guerre in africa, nuovi flussi migratori incontrollati anche In Italia”, ha detto Di Maio.

“L’Africa è in cima alle priorità della politica estera italiana e questa missione rafforza la volontà di rafforzare partenariato. Sul fronte della sicurezza e della lotta al terrorismo siamo in prima linea: siamo attivi in tutti i gruppi di lavoro della coalizione globale anti Daesh e co-presiediamo l’Africa focus group, creato proprio su nostro impulso per cooperare nella lotta al terrorismo in Africa”, ha aggiunto Di Maio, auspicando “per il futuro di collaborare con le autorità etiopi negli ambiti della sicurezza, di energia, commercio e cooperazione allo sviluppo”.

Fonte: Ansa

Ucraina: Viminale, finora oltre 133mila profughi hanno raggiunto l’Italia

 

 

Sono 133.013 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte fino a oggi in Italia, 125.987 delle quali alla frontiera e 7.026 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Ne dà notizia il Viminale precisando che “sul totale, 69.959 sono donne, 20.368 uomini e 42.686 minori”. Si confermano come le principali mete di destinazione dichiarate all’ingresso in Italia le città di Milano, Roma, Napoli e Bologna.

Fonte: Agensir

Ucraina, Mosca guarda “con favore” alla diplomazia vaticana. Ecco dove nasce l’apertura alla mediazione della Santa Sede

Le parole benevole che giungono dalla Russia seguono la recente maggiore prudenza delle dichiarazioni del Papa sulla guerra e sulle responsabilità di Putin. Ma per ora i canali riservati di dialogo si concentrano soprattutto sugli aspetti umanitari

 

 

CITTÀ DEL VATICANO. Dalla Russia giungono parole benevole nei confronti del Vaticano e del suo ruolo di potenziale pacificatore. Mosca accoglie con favore gli sforzi di mediazione della Santa Sede nel conflitto in Ucraina. Lo afferma in un’intervista a Ria Novosti il direttore del Primo dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Alexey Paramonov.

Il funzionario evidenzia che «la dirigenza vaticana ha ripetutamente dichiarato la propria disponibilità a fornire ogni possibile assistenza per raggiungere la pace e porre fine alle ostilità in Ucraina. Queste affermazioni sono confermate nella pratica. Manteniamo un dialogo aperto e riservato su una serie di questioni, principalmente legate alla situazione umanitaria in Ucraina». E assicura che «tutte le iniziative della Santa Sede e di papa Francesco che possono portare alla pace in Europa sono percepite con grande rispetto e, naturalmente, possono essere richieste se si presentano i presupposti appropriati».

Peraltro l’esponente del governo russo lamenta che «in Ucraina abbiamo a che fare con persone estranee a qualsiasi autorità», come a volere sottolineare che in questo momento non ci sono le premesse istituzionali per una risoluzione negoziale delle violenze in corso da febbraio nell’est Europa.

Dunque frasi favorevoli arrivano Oltretevere dal Cremlino, dopo le scintille e le manifestazioni di posizioni lontanissime, se non opposte, sul tema del conflitto in Ucraina. Secondo alcuni alti prelati questa apertura di credito alla mediazione vaticana segue la recente maggiore prudenza delle dichiarazioni del Pontefice sulla guerra e dei riferimenti indiretti ma chiari alle responsabilità di Vladimir Putin e della Federazione Russa. Oltre alla scelta finora confermata di non volare a Kiev e all’attenzione dimostrata alla mossa tentata da Matteo Salvini di una missione estemporanea nella Capitale russa. Sono un atto distensivo, certamente, queste affermazioni di Paramonov, commentano nei Sacri Palazzi, ma senza indicazioni concrete che possano schiudere la porta a qualcosa di diverso dagli aspetti umanitari, per i quali il Vaticano non ha mai allentato il pressing nei confronti di Mosca. Per ora i canali «riservati» di dialogo si concentrerebbero ancora soprattutto su questo ambito, e sarebbero guidati, da parte vaticana, dal segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher.

Proprio il «Ministro degli Esteri» vaticano recentemente ha ammesso a Vatican News, al termine della sua missione in Ucraina, che «il Papa potrebbe ancora continuare a svolgere un ruolo molto significativo in questo conflitto e nella sua risoluzione. Ci sono spazi». Il presidente Volodymy Zelensky «ha detto che di fronte ad una guerra che continua, alla fine deve essere la diplomazia a risolvere le cose; le parti in conflitto devono arrivare al tavolo per negoziare, risolvere il conflitto attraverso un dialogo diplomatico e politico», ha aggiunto Gallagher, ribadendo l’impegno della Santa Sede in questo senso.

E oggi, la sponda fornita dalla Russia. Anche se nelle Sacre Stanze non ci si illude su un immediato sviluppo pratico di questa benevolenza russa in iniziative concrete e decisive.

Fonte: La Stampa
Per tutte le info: info@roma-news.it
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