Rifiuti Roma, per la discarica a Magliano pronti i ricorsi al Tar
Il 15 gennaio scade l’ordinanza dell’ex sindaca Raggi per la riapertura del sito di Albano.
I sindaci della Valle del Tevere si oppongono alla trasformazione dell’invaso nell’area a nord della
Capitale, che ora accoglie soltanto materiali inerti e minacciano azioni legali.
A venti giorni dal termine che il sindaco si è dato per portare a compimento il piano di pulizia
straordinaria della città, e nonostante i nuovi sbocchi individuati fuori regione, riemergono le
fragilità di un sistema non autosufficiente a causa della carenza di impianti.
Il prossimo 15 gennaio scade l’ordinanza, firmata dall’ex sindaca della Città metropolitana Virginia
Raggi, che autorizzava la riapertura della discarica di Albano.
Nei giorni scorsi l’associazione civica «Salute Ambiente» ha rinnovato la richiesta di un incontro
urgente con il sindaco,
Roberto Gualtieri, e l’assessora capitolina ai rifiuti, Sabrina Alfonsi, per capire come sia orientata
l’amministrazione, se voglia prorogare il provvedimento o abbia trovato un’alternativa.
«La chiusura del sito? È ciò che auspica la nostra comunità – ribadisce il primo cittadino del
Comune dei Castelli -.
Stiamo interloquendo con il Campidoglio, ma non abbiamo ancora certezze sulla soluzione che si
intende adottare».
Molto dipenderà dai nuovi equilibri dell’ex Provincia (domani si vota per eleggere il Consiglio).
Nel frattempo, per i rifiuti a Roma la protesta si sposta a Nord della Capitale, a Magliano Romano,
dove il sindaco, Francesco Mancini, è pronto, assieme ai colleghi Davide Santonastaso (Fiano
Romano) e Patrizia Nicolini (Sacrofano), a presentare ricorso al Tar.
Oggetto della contestazione, l’ultimo incontro con il direttore dell’area di Via (Valutazione di
impatto ambientale) e la direttrice regionale del ciclo integrato dei rifiuti,
Wanda D’Ercole, nel corso del quale i tecnici della Pisana avrebbero ritenuto esaustivi gli
aggiustamenti e le integrazioni presentati dal proponente,
per cui verrebbe meno la necessità di considerare il progetto come nuovo impianto.
Un precedente parere della Regione asseriva, invece, che la trasformazione della discarica (da sito
per gli inerti a invaso per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi) avrebbe comportato la
classificazione come nuovo impianto.
Sulla discrasia provano a fare leva gli amministratori della Valle del Tevere nel tentativo di bloccare
l’iter: «Siamo perplessi e contrariati – attacca Mancini -.
È evidente come ci sia stata una palese e repentina marcia indietro da parte dell’area Via che si è
sostanzialmente rimangiata il parere espresso lo scorso giugno».
«Daremo battaglia legale – si allinea Nicolini -, mi auguro che una questione tanto delicata con
effetti devastanti sui cittadini non venga liquidata così superficialmente e ci sia il tempo per un
ripensamento».
La Conferenza dei servizi sta prendendo in esame le obiezioni mosse dai sindaci locali, ma non ha
ancora assunto alcuna posizione ufficiale.
Fonte: Corriere della Sera
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