Caffè al ginseng, sicuro di cosa c’è nella tua tazzina? Occhio a ciò che bevi

Non sono poche le persone che amano prendere il caffè al ginseng rispetto alla bevanda tradizionale, ma è davvero la scelta giusta? Fai attenzione!

Il caffè è per definizione una delle bevande più amate da tutti gli italiani, addirittura ci sono tanti bambini che non rinunciano a berne qualche sorso, anche se è sconsigliato, quando vedono mamme e papà prenderne uno. Si tratta della soluzione ideale per molti quando hanno bisogno di acquisire energia appena svegli, a maggior ragione se si è reduci da una nottata in cui si è faticato a chiudere occhio e si sa di avere davanti una giornata faticosa al lavoro.

caffè al ginseng
Tanti preferiscono l caffè al ginseng rispetto all’espresso – Foto | Roma-news.it

Tantissimi poi ne prendono uno anche in ufficio quando hanno la possibilità di staccare per qualche minuto, ma è allo stesso tempo una soluzione ideale se si vogliono scambiare due chiacchiere con qualcuno, non a caso la domanda che si pone in quel momento è proprio “Posso offrirti un caffè?”. Non tutti preferiscono però quello tradizionale, ma non manca chi anche ne prende più di uno nel corso delle ore e finisce così per sceglierne un tipo alternativo, il caffè al ginseng, ma è davvero naturale come molti pensano?

Caffè al ginseng: un’alternativa all’espresso

E’ in crescita negli ultimi tempi il numero di persone che quando si recano al bar e non solo scelgono di prendere un caffè al ginseng, arrivando a preferirlo a quello tradizionale. A volte lo si fa per semplice gusto, ma in altri casi può essere legato ad alcune credenze legate a questo tipo di bevanda. Questo ha infatti una quantità minore di caffeina rispetto all’espresso (esiste anche la versione decaffeinata), oltre ad avere un sapore vellutato e ad essere ritenuto una soluzione ideale quando si ha bisogno di qualcosa che regali energia e tonicità.

ginseng pianta
Il caffè al ginseng deriva da una pianta coltivata in Asia – Foto | Roman-news.it

Si contraddistingue inoltre per essere una bevanda di origine naturale, realizzata grazie una pianta erbacea coltivata soprattutto in Malesia e nell’Asia Orientale, il ginseng appunto. I benefici che è in grado di garantire al corpo non sono da sottovalutare, tra questi possiamo citare la riduzione dello stress e della fatica, oltre a un rafforzamento del sistema immunitario e della concentrazione ed a un miglioramento dell’umore (si sottolinea invece spesso quanto troppi caffè espresso possano rendere nervosi).

Sono in tanti inoltre a considerarlo un afrodisiaco naturale, come testimoniato da diversi studi scientifici. Occhio però agli effetti negativi.

La concezione comune fa pensare al caffè al ginseng come una sorta di tisana a cui possono ricorrere gli amanti del caffè che vogliono ridurre l’assunzione di caffeina. Questa, infatti, lo ricordiamo, è presente anche in altri cibi e bevande che assumiamo quasi quotidianamente, quali sciroppi, gomme da masticare, integratori, bevande analcoliche (anche la Lemonsoda!), cereali per la colazione, prodotti da forno, gelati, caramelle e dolci.

Nella maggior parte dei casi, però, quello che ci viene servito al bar è una miscela di caffè e ginseng, questo significa che il ginseng è un’aroma aggiunto, la quantità di caffè non è così ridotta come si possa pensare. La situazione non cambia del tutto nemmeno se si prendono i macinati per moka con caffè e ginseng al supermercato. Basti fare l’esempio delle capsule “Lavazza a modo mio”, tra le più utilizzate: qui l’ingrediente maggiore è addirittura lo zucchero, seguito da sciroppo di glucosio (è sempre uno zucchero) e da caffè solubile (12%), grassi vegetali di cocco, aromi. Il ginseng è presente solo allo 0,3%.

Non va molto meglio nemmeno con le bustine solubili di Nescafè Gold (da 10 g), dove troviamo una miscela formata dal 28,9% di latte scremato in polvere, seguito da zucchero, sciroppo di glucosio, caffè solubile (14,9%), lattosio, olio di cocco, aromi naturali. L’estratto di ginseng è presente solo allo 0,6%.

Non si deve in generale trascurare la presenza di sostanze aromatizzanti, ma soprattutto degli additivi come i fosfati (E340 e E451) e i polifosfati (E452) con funzione stabilizzante. I dubbi maggiori riguardano in modo particolare biossido di silicio (E551) o silicato di sodio e alluminio (E554), che sono sconsigliati dalla banca dati di Altroconsumo, convinta che non siano del tutto sicuri. Insomma, forse dopo questo quadro potrebbe esserci chi deciderà di prendere qualcosa di differente una volta arrivato al bancone del bar.

Impostazioni privacy