Clamoroso ma vero, la Corte dei Conti di Parigi avrebbe annoverato tra i suoi beni anche la celebre la scalinata di Trinità dei Monti.
Che il “conflitto” tra Italia e Francia si giochi anche fuori dai campi di calcio non è di certo un mistero. Uno dei tormentoni, infatti, per quanto inesatti, riguarda proprio la restituzione della Gioconda, da sempre ritenuta italianissima. Giusto per rendere l’idea, solo qualche mese fa l’associazione International Restitutions ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato francese. La motivazione? Il celebre dipinto dovrebbe essere restituito agli eredi di Leonardo da Vinci, ma non pare il Louvre essere molto d’accordo.
Adesso però la diatriba artistica tra i due Paesi si infiamma a seguito degli ultimi documenti della Corte dei Conti di Parigi. Il patrimonio immobiliare di proprietà dello Stato francese a Roma vanterebbe, infatti, anche la celebre la scalinata di Trinità dei Monti di piazza di Spagna. E le autorità francesi sembrano voler far valere i propri diritti.
La scalinata di Trinità dei Monti diventa francese? La risposta di Rampelli
Qualche mese fa, infatti, i magistrati parigini hanno fatto un sopralluogo per verificare la gestione del patrimonio francese e secondo la Corte dei Conti, la gestione sarebbe estremamente discutibile: il disinteresse la farebbe da padrona, anche per la scalinata di Trinità dei Monti di piazza di Spagna, a sorpresa di proprietà francese.
Stando al rapporto della Corte dei Conti, la scalinata, realizzata fra il 1723 e il 1725, “è stata costruita con fondi francesi all’inizio del XVIII secolo, e in seguito mantenuta per decenni dai Pii Stabilimenti, custodi dei beni d’Oltralpe, ma anche, in diverse occasioni, negli ultimi anni, dal Comune di Roma, anche attraverso sponsorizzazioni“. Il diplomatico francese Etienne Gueffier avrebbe finanziato la sua costruzione con 20mila scudi, motivo per cui per la Corte dei Conti “è necessaria la conferma dello status giuridico“.
In altre parole, la scalinata potrebbe non più essere di proprietà italiana. Il vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, però è di tutt’altro avviso sulla questione. “Viene da ridere“, avrebbe detto senza mezzi termini come riportato da ‘Open‘. “Bene, manderemo esperti al Louvre per fare la ricognizione aggiornata dei beni sottratti all’Italia nel corso della storia, soprattutto quella del XIX secolo o regalati da geni forse costretti a privarsi di rinomate opere d’arte che hanno reso il Louvre il museo più visitato al mondo“.