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Papa Francesco: «Meno spese a Natale per aiutare il popolo ucraino»

Il pontefice all’udienza generale: «Facciamo un Natale più umile, con regali più umili, e inviamo loro ciò che risparmiamo: in Ucraina fanno la fame, sentono il freddo»

CITTÀ DEL VATICANO «Un Natale, sì. In pace col Signore, sì. Ma con gli ucraini nel cuore». Alla fine dell’udienza generale, nell’aula Nervi, Papa Francesco torna a dire la sua «vicinanza al martoriato popolo ucraino» e invita alla sobrietà, come sempre, ma stavolta con uno scopo particolare: «È bello festeggiare il Natale e fare le feste, ma abbassiamo un po’ il livello delle spese di Natale, così si chiamano… Facciamo un Natale più umile, con regali più umili, e inviamo quello che risparmiamo al popolo ucraino che ha bisogno». Il pontefice invita i fedeli a «perseverare nella preghiera fervorosa per questi nostri fratelli e sorelle che tanto soffrono», ripete: «Fratelli e sorelle, io vi dico: si soffre tanto in Ucraina, tanto, tanto…». Parla a braccio, Francesco, sollevando lo sguardo dal testo scritto dei saluti finali: «Fanno la fame, sentono il freddo. E tanti muoiono perché non ci sono medici e infermieri a portata di mano. Non dimentichiamo. E facciamo quel gesto concreto per loro». In questi giorni, i media vaticani si sono soffermati sulla vita quotidiana sempre più difficile della gente in Ucraina, a cominciare dagli abitanti di Kiev, dopo che i russi hanno distrutto le infrastrutture energetiche. La mancanza di luce ed elettricità per ore e a volte per giorni, il gelo, la mancanza di riscaldamento: «Parrocchie, uffici e famiglie sono alla ricerca di generatori elettrici che, spiegano, arrivano a costare anche mille hryvnia». E hanno citato ad esempio l’iniziativa della città di Jesolo, che ha deciso di donare 44 generatori, sempre più necessari per passare l’inverno.

Ministro Difesa su aiuti miliari in Ucraina

Crosetto: “Unica possibilità è aiutarla a difendersi e costruire le condizioni per la pace”

 

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Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha effettuato questa mattina alcune comunicazioni in aula al Senato. Al centro del suo discorso, replicato nel pomeriggio alla Camera dei deputati, chiarimenti circa l’autorizzazione dell’Esecutivo alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina. I dettagli di un eventuale sesto pacchetto di aiuti militari saranno secretati e sottoposti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir).

“Non esiste altra possibilità che supportare l’Ucraina affinché possa difendersi e costruire le condizioni per un tavolo di pace nel quale non sia l’invasore a dettare le condizioni”. E se “per Putin questa guerra doveva durare cinque giorni”, occupando quel Paese, mettendo un Governo fantoccio ed annettendo territori, bisogna “cercare di far capire alla Russia che quel progetto è fallito e per farlo dobbiamo arrivare al tavolo di pace”, ha affermato Crosetto

“Tutti all’interno e al di fuori di quest’aula -ribadisce- siamo per la pace e ripudiamo la guerra come strumento di offesa, tutti nessuno escluso. Non voglio nascondere al Parlamento che quello che abbiamo fatto e stiamo facendo, pur non comportando oneri diretti ed immediati nel lungo periodo, potrebbe incidere sulle nostre capacità”. 

“Non ci sono molte alternative, rispetto a quello che adesso stiamo facendo, per arrivare al tavolo di pace”. Per questo “è necessaria una figura solida ed autorevole per avviare un processo di pace solido e definitivo, mi auguro che tale ruolo possa essere assunto dall’Unione europea. Perché -conclude Crosetto– nonostante le iniziative sanzionatorie ed il finanziamento degli aiuti militari a Kiev, detiene un peso internazionale ed una conoscenza degli attori in campo tale da potersi comporre per ricoprire questo fondamentale ruolo di mediazione”.

Fonte: AVIONEWS

Meloni: “Vogliamo più Italia in Europa”. E boccia la proposta Ue sul tetto al prezzo del gas

La premier alla Camera in vista del Consiglio europeo: “Dobbiamo attuare una difesa comune dei confini esterni dell’Ue”. E sulla guerra in Ucraina: “L’Italia deve fare la sua parte per una pace giusta”

 

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ROMA – “Il nostro obiettivo è più Italia in Europa, come si conviene a una grande nazione fondatrice”. Il Governo intende “far sentire la voce” del Paese a Bruxelles. La proposta della Commissione europea sul tetto dinamico al prezzo del gas è “insoddisfacente perchè inattuabile alle condizioni date”. Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle comunicazioni in aula alla Camera sul Consiglio europeo.

IL TEMA DEL CARO ENERGIA

“Per noi è fondamentale porre argine alla speculazione, la posta in gioco per l’Europa sull’energia è molto alta, deve proteggere le sue famiglie e le sue imprese”. Secondo la premier non può passare il messaggio che “gli Stati con maggiore spazio fiscali fanno da sé, e gli altri possono essere lasciati indietro”.

“Quel che è certo è che andare in ordine sparso di fronte a questa sfida epocale, pensando che chi è più forte economicamente possa salvarsi se necessario a scapito degli altri, non solo sarebbe un’illusione, ma tradirebbe la realtà di un’Europa molto diversa da quella che è stata decantata in questi anni“, continua la premier. “Occorre fermare la speculazione che sta drenando risorse vitali alle nostre economie, e occorre assicurare risorse adeguate a tutti. È dunque essenziale, per noi, che l’Unione europea, nelle more dell’approvazione dello strumento REpowerEU, avanzi rapidamente anche nel rendere disponibili, agli Stati membri, fondi europei per aiutare famiglie e imprese, e assicurando maggiore flessibilità sull’uso dei fondi di coesione non impegnati”.

MELONI: “DIFESA COMUNE DEI CONFINI ESTERNI UE”

Meloni, giunta a Montecitorio con venti minuti di ritardo e per questo “bacchettata” da Roberto Giachetti di Italia Viva (“Siamo trattati da camerieri”), torna poi sul tema degli sbarchi e spiega che occorre “passare dal dibattito sulla redistribuzione dei migranti a quello sulla difesa comune dei confini esterni dell’Unione europea”. La presidente del Consiglio pensa a “un quadro di collaborazione basato su flussi legali“, fermando così “le partenze” e lavorando “a una gestione europea dei rimpatri“.

“Con oltre 94 mila arrivi, l’Italia – insieme ad altri Stati di primo ingresso in Europa – sta sostenendo l’onere maggiore nella protezione delle frontiere europee di fronte al traffico di esseri umani nel Mediterraneo”, ricorda Meloni. “Non intendiamo fingere che vada bene così anche perché quando leggo le notizie di scontri a fuoco tra le forze del ministero libico e i trafficanti in mare, o quelle che raccontano di scafisti pronti a gettare le persone in mare di fronte a imprevisti, mi convinco ancora di più, qualora ce ne fosse bisogno, che arricchire questi cinici schiavisti del terzo millennio, nulla abbia a che fare con il concetto di solidarietà“. Di fronte a un fenomeno di tale portata, continua la presidente del Consiglio, “che riguarda sia i Paesi d’origine e transito che i Paesi di destinazione, è necessario coinvolgere non solo l’Unione nel suo complesso, ma anche i Paesi della sponda sud del Mediterraneo“.

“Penso che i ricollocamenti non siano la soluzione al problema” dei flussi migratori, spiega Meloni. “Il decreto di Dublino riguarda solo rifugiati e chi ha diritto alla protezione sussidiaria e chi ha credibili opportunità di ottenerla. Non riguarda i migranti economici e chi può ottenere la protezione speciale ‘umanitaria’ prevista dall’Italia. Quindi i ricollocamenti riguardano meno del 30% di chi è sbarcato da noi“.

Nell’aula della Camera, la premier ricorda: “L’Italia quest’anno ha accolto 94mila migranti, quindi circa 30mila avrebbero diritto ad essere ricollocati secondo il decreto di Dublino. Su 94mila ingressi sono state ricollocate 38 persone in Francia e 57 in Germania. Secondo voi questa è la soluzione al problema? Per me bisogna distinguere tra profughi e immigranti illegali e trattare le cose in modo diverso o si penalizza chi ha più bisogno di aiuto”, conclude la premier.

IL RUOLO DELL’ITALIA IN EUROPA

Il Governo ha “la convinzione che l’Italia debba e possa giocare un ruolo da protagonista in Europa, nell’interesse dell’intera Unione ma avendo sempre, come stella polare, la difesa del proprio interesse nazionale”, sottolinea la premier. “Noi abbiamo sempre dibattuto, a volte con decisione e veemenza, attorno all’ipotesi che in Italia dovesse esserci ‘più o meno Europa’. Quasi mai, invece, ci siamo chiesti se in Europa dovesse esserci più o meno Italia. Ecco, l’obiettivo di questo Governo è avere più Italia in Europa, in condizione di pari dignità con gli altri Stati membri, come si conviene ad una grande Nazione fondatrice”.

Meloni scende poi nei dettagli: “Significa non limitarsi a ratificare le scelte a valle, ma contribuire a definire quelle scelte a monte, far sentire forte la voce della nostra Nazione per a indirizzare l’integrazione europea verso risposte più efficaci alle grandi sfide del nostro tempo e verso un approccio più attento ai bisogni dei cittadini, delle famiglie e delle imprese“, spiega la presidente del Consiglio. Il Consiglio europeo di giovedì, dettaglia Meloni, avrà in agenda “temi estremamente importanti, sui quali l’Italia ha tutte le carte in regola per offrire il suo contributo autorevole”.

“L’impegno del Governo è dimostrare quanto l’Italia possa essere un valore aggiunto nel contesto europeo, combattendo la falsa narrazione di una Italia che arranca e rappresenterebbe quasi un peso per l’Unione europea“, insiste la premier. “Non solo siamo fondatori di questo processo di integrazione, non solo siamo centrali nelle dinamiche geopolitiche del Continente, noi siamo una colonna indispensabile alla crescita economica e sociale dell’intera Europa“.

IL PUNTO SULLA GUERRA IN UCRAINA

A proposito degli scenari futuri nel conflitto ucraino, Meloni garantisce: “Non consentiremo che Putin utilizzi la carenza di cibo come arma contro l’Europa, come sta già facendo con il gas e il petrolio. Contrastare la carenza di cibo è sicuramente un dovere morale dell’Unione ma riguarda strettamente anche la sicurezza europea, perché saremmo direttamente investiti dalle conseguenze dell’instabilità dei Paesi africani in difficoltà alimentare“.

Nelle sue comunicazioni alla Camera alla vigilia del Consiglio Ue, la premier fa notare: “Per arrivare alla pace ci sono due possibilità, che uno dei due perisca o si arrenda, e nel caso si trattasse dell’Ucraina non si tratterebbe di pace ma di invasione. Oppure che ci sia un sostanziale equilibrio, uno stallo che porti l’invasore a desistere. Per perseguire una pace giusta l’Italia deve continuare a fare la sua parte”.

Meloni esorta l’Europa perché “sia unita contro l’aggressione russa all’Ucraina, su questo non abbiamo cambiato idea. Le nostre convinzioni non mutano perché ci troviamo al governo o all’opposizione. Il conflitto in Ucraina ci riguarda tutti, piaccia o non piaccia a chi in quest’epoca di crisi vorrebbe voltarsi dall’altra parte”.

“Con convinzione e a viso aperto continueremo a sostenere il cammino europeo dell’Ucraina e continueremo a impegnarci perché si faccia ogni sforzo diplomatico utile alla cessazione dell’aggressione da parte della Federazione Russa – osserva Meloni -. Tra timidi segnali incoraggianti, come lo scambio di prigionieri o l’accordo sulla commercializzazione del grano e dei fertilizzanti ucraini, e continue azioni inaccettabili, come i deliberati attacchi russi alle infrastrutture civili, lo spazio di manovra per il cessate il fuoco appare oggi, purtroppo, assai limitato“.

“Ma l’Italia – assicura la premier – sosterrà in ogni caso gli sforzi in proposito e, anzi, crede che l’Unione europea debba assumere su questo fronte un ruolo più incisivo, riappropriandosi della sua vocazione geografica e geopolitica a beneficio della sicurezza dell’intero Continente”.

MELONI: “INACCETTABILE USO DELLA FORZA CONTRO DIMOSTRANTI IN IRAN”

E a proposito delle tensioni in Iran, dopo la diffusione delle foto dell’impiccagione di un manifestante, Meloni dichiara: “L’uso della forza contro dimostranti pacifici e contro le donne da parte delle autorità iraniane è ingiustificabile e soprattutto inaccettabile. Questo governo sarà sempre impegnato per la difesa e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Iran come nel resto del mondo”. La presidente Meloni auspica che nelle conclusioni del Consiglio europeo ci sia “un segnale di condanna per le sentenze di pena capitale in Iran”.

Fonte: Agenzia Dire

L’”Officina delle opportunità” per le persone con fragilità socio-economica

 

Leodori, De Donatis e Gualtieri firmano il protocollo (foto Cristian Gennari)

Accompagnamento delle persone in maggiore difficoltà per l’orientamento e l’inserimento lavorativo, attraverso il contributo attivo delle comunità parrocchiali e la collaborazione con le istituzioni pubbliche e il tessuto economico produttivo della città. È questo l’obiettivo del progetto “Officina delle opportunità” promosso dalla Caritas diocesana di Roma in collaborazione con la Regione Lazio e Roma Capitale. L’iniziativa è stata presentata oggi, 13 dicembre 2022, nella sala “Ugo Poletti” del Vicariato di Roma, nell’ambito della firma del protocollo di collaborazione tra il cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, Daniele Leodori, presidente vicario della Regione Lazio, e Roberto Gualtieri, sindaco di Roma Capitale.

Il progetto, di durata triennale, si rivolge in modo particolare a persone con fragilità socio-economica che hanno visto peggiorare la propria condizione a seguito della pandemia e che vivono uno smarrimento e un disorientamento sui diritti esigibili. Il servizio di accompagnamento, orientamento e inserimento lavorativo intende privilegiare gli interventi delle persone che versano in condizioni di fragilità sociale, individuate anche attraverso la collaborazione con i Servizi sociali territoriali e i Centri di orientamento al lavoro di Roma Capitale e i Centri per l’impiego della Regione Lazio. La fiducia nelle persone, il superamento di una logica di carattere assistenziale, la necessità di responsabilizzazione, il supporto della rete territoriale e adeguati apporti di competenza, costituiscono gli altri aspetti cruciali della proposta.

Per la realizzazione del Progetto “Officina delle Opportunità”, il Vicariato di Roma, la Regione Lazio e Roma Capitale hanno costituito un apposito Fondo, con una dotazione complessiva pari a 1,5 milioni di euro, mediante l’apporto di 500 mila euro cadauno.

Alle persone che si rivolgono alla rete territoriale della Caritas diocesana – 336 parrocchie, con 217 centri di ascolto in rete – verrà offerto primo ascolto e orientamento; per coloro che saranno presi in carico verrà elaborato un progetto di accompagnamento che potrà portare ad attivare interventi mirati: tirocinio, corsi di formazione, inserimento lavorativo anche mediante la promozione dell’autoimprenditorialità.

«Il progetto Officina delle opportunità – ha detto il cardinale De Donatis – nasce in continuità con l’Alleanza per Roma che, su sollecitazione di Papa Francesco, ha visto la Chiesa di Roma collaborare con la Regione Lazio e il Comune di Roma durante i mesi più duri della pandemia per far nascere un’opera-segno che dall’aiuto concreto ai più poveri ponesse le basi per attivare percorsi di rigenerazione e di coinvolgimento della comunità. Purtroppo, con il protrarsi dell’emergenza sanitaria e il dramma della guerra in Ucraina, quello che ci aspettavamo come l’anno della ripartenza si è rivelato un tempo che continua a ferire la nostra umanità e che penalizza maggiormente i più fragili e chi vive ai margini del mondo del lavoro».

«L’obiettivo di Officina delle opportunità – ha proseguito il vicario – è quello di attivare una rete virtuosa di collaborazioni, per contribuire a quel bene comune insito nella possibilità di ridare dignità e dunque inserimento sociale e lavorativo a quanti vivono nell’incertezza o nella precarietà per il loro futuro. Per la Chiesa di Roma si tratta di un impegno in linea con la Dottrina sociale della Chiesa e, al tempo stesso, di un segno di grande fiducia nelle risorse di solidarietà e di senso di responsabilità della nostra città».

Fonte: DIOCESI DI ROMA

Se vuoi collaborare al progetto Roma News, scrivici su:info@roma-news.it

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