Ucraina, Di Maio: “Riequilibrare le parti per una soluzione rispettosa dell’integrità territoriale”
Durante un’audizione in Parlamento con le Commissioni riunite esteri e difesa, il ministro ha parlato delle situazioni in Ucraina, Libia e Africa
ROMA – “Preoccupazione per la situazione sul campo, con l’intensificarsi della guerra nel Donbass e bombardamenti ingiustificabili che colpiscono civili in Ucraina”: a esprimerla oggi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, durante un’audizione in Parlamento. Rispetto al conflitto, precipitato con l’offensiva russa al via il 24 febbraio, Di Maio ha aggiunto: “Miriamo a riequilibrare le parti in conflitto per favorire una soluzione negoziata e non imposta da una delle parti, rispettosa dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.
DI MAIO: IN LIBIA CRESCONO INSIDIOSE CONTRAPPOSIZIONI E RIVALITÀ
Di fronte alle Commissioni riunite esteri e difesa, alla Camera dei deputati, Di Maio ha parlato anche di Libia: “In Libia crescono insidiose contrapposizioni e rivalità”. Secondo il ministro degli Esteri, bisogna “scongiurare la cristallizzazione di governi paralleli, che si ritengono reciprocamente illegittimi”, ha detto.
DI MAIO: AFRICA ATTORE IMPRESCINDIBILE PER LA SICUREZZA
“L’Africa è un attore imprescindibile della sicurezza energetica dell’Italia”. Di Maio ha ricordato gli accordi siglati dal governo di Roma nelle ultime settimane in Algeria, Repubblica del Congo o Mozambico, Paesi ricchi di giacimenti di idrocarburi. “Sono intese”, ha sottolineato il ministro, “sottoscritte per affrancarci al più presto dal gas russo”.
Fonte: Agenzia DIRE
Secondo Guerini “la guerra russa mira a ridisegnare l’ordine mondiale”
“Messi a repentaglio valori democratici e liberali dell’Occidente”

Roma, 26 lug. (askanews) – I “valori democratici e liberali su cui si fonda l’Occidente sono messi a repentaglio dalla vile aggressione russa in Ucraina”, “che mira a mettere in discussione e ridisegnare l’ordine internazionale”. Lo ha detto oggi il ministro della Difesa Lorenzo Guerini alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, spiegando che il successo della guerra russa imporrebbe l’idea della necessità di fare ricorso alla forza militare “per la soluzione delle controversie e il raggiungimento dei propri obiettivi”.
Per questo motivo, “l’Italia sta convintamente supportando l’Ucraina con l’invio di equipaggiamenti militari, in linea con le decisioni parlamentari e al fianco dei nostri alleati e partner”, ha detto Guerini.
In aggiunta, ha ricordato ancora il ministro, “siamo attivamente coinvolti, nell’ambito della Nato, a dare il nostro contributo per irrobustire la postura di Deterrenza e Difesa negli spazi orientali dell’area euro-atlantica”. “Scelte, queste, coerenti con l’interesse del Paese e con la necessità di rafforzare l’Alleanza, la sua efficienza, prontezza, coerenza e affidabilità”, ha insistito Guerini.
“L’incremento quantitativo del nostro impegno” all’estero “passa da un media di 6.500 unità nel 2021, a una media di 7.598 unità di previsto impiego per il 2022” ha anche detto oggi il ministro della Difesa Lorenzo Guerini durante le sue comunicazioni alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.
“Ancora più significativo” è “l’incremento del numero massimo autorizzato pari a 12.050 unità, contro le 9.500 dello scorso anno”, ha spiegato il ministro. “Questo aumento è coerente al numero di 44 missioni previste per questo anno, considerando 40 missioni prorogate e 4 di nuovo avvio, di cui una – la NATO Very High Readiness Joint Task Force (VJTF) – già autorizzata il 25 febbraio scorso”.
Fonte: Askanews
Ucraina: primo carico di grano partirà oggi

ROMA. – Nonostante il bombardamento del porto di Odessa, Russia e Ucraina dicono che può partire il piano per l’esportazione del grano ucraino dalle coste del Mar Nero. Le prime navi dovrebbero salpare già oggi dal porto sudoccidentale di Chornomorsk, annuncia Kiev, chiedendo però che la Turchia e l’Onu, che hanno patrocinato l’accordo, garantiscano la sicurezza dei convogli. Mentre Mosca assicura che onorerà i suoi impegni, permettendo che le operazioni siano condotte anche dalla stessa Odessa.
Per quanto riguarda l’applicazione dell’accordo per l’esportazione del grano ucraino, il vice ministro delle Infrastrutture di Kiev, Yuri Vaskov, ha dichiarato che le prime navi con i cereali partiranno da Chornomorsk, seguito dai porti di Odessa e da quello sudoccidentale di Pivdenny. “Nelle prossime due settimane saremo tecnicamente pronti a esportare grano da tutti i porti ucraini”, ha assicurato. Mosca afferma che lo scalo di Odessa potrà essere utilizzato anche dopo il bombardamento di sabato.
I raid “sono rivolti solo alle infrastrutture militari” e non a quelle civili, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Ma Ugo Poletti, direttore dell’ Odessa Journal, ha detto all’ANSA che l’attacco di sabato non sembra essere stato diretto contro installazioni militari e lo ha definito piuttosto “una minaccia” di tipo politico. I due missili, ha precisato, hanno colpito il terminal di una società di navigazione ucraina, la Brooklyn-Kiev, mentre non ne hanno toccato un altro vicino di proprietà tedesca.
Il ministro delle Infrastrutture Ucraino Oleksandre Kubrakov ha affermato che il principale ostacolo alla ripresa delle esportazioni è proprio il rischio di bombardamenti russi e ha chiesto la protezione della Turchia e dell’Onu. Le esportazioni sono ostacolate anche dalla presenza di mine marine posate dalle forze ucraine per impedire sbarchi russi.
L’unione nazionale dei giornalisti ucraini, intanto, riferisce che nei cinque mesi dell’invasione russa sono stati uccisi 8 reporter ucraini e altri 12 operatori dei mass media. Mentre il ministero della Difesa russo afferma che l’Ucraina starebbe pianificando una “provocazione” nel Donbass facendo esplodere contenitori di esano in un impianto industriale di Sloviansk per creare “una nube tossica”.
Fonte: La Voce d’Italia
Emergenza Ucraina, sempre più organizzazioni sostenute con donazioni tramite App Io e PagoPA
ROMA – Con il protrarsi dell’emergenza umanitaria legata alla crisi in Ucraina, prosegue la possibilità di sostenere alcune delle principali realtà impegnate in prima linea nel fornire assistenza alle vittime civili, donando tramite le piattaforme digitali gestite dalla società pubblica PagoPA S.p.A. Da oggi, attraverso l’app IO e tramite il sito della piattaforma pagoPA, i cittadini che lo desiderano possono destinare il proprio supporto a quattro nuove organizzazioni umanitarie che hanno scelto di aderire all’iniziativa: ActionAid, Intersos, Medici Senza Frontiere e il Comitato italiano per l’Unicef – Fondazione Onlus.
L’esperienza resta invariata: in pochi clic e senza commissioni in caso di pagamento con carte di credito, debito o prepagate dei circuiti supportati, sarà possibile devolvere interamente l’importo prescelto a una o più campagne di raccolta fondi delle organizzazioni presenti all’interno della funzionalità dedicata alle donazioni su app IO e pagoPA.
In poco più di tre mesi, dal lancio dell’iniziativa lo scorso 24 marzo 2022, attraverso le due piattaforme sono stati donati complessivamente circa 650 mila euro a favore delle prime sei organizzazioni beneficiarie aderenti: Croce Rossa Italiana, Fondazione Avsi, Fondazione Cesvi, Fondazione Soleterre, Save the Children e Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
In questa speciale circostanza, dato il contesto di emergenza straordinaria, PagoPA ha voluto offrire un asset tecnologico – già noto e consolidato per efficientare il sistema dei pagamenti verso la Pubblica Amministrazione – anche a sostegno di progetti umanitari, mostrando un concreto esempio di come il digitale possa essere un potente strumento al servizio dei diritti delle persone. Il valore dell’iniziativa, in particolare sul fronte della raccolta continuativa di micro-donazioni, è sottolineato anche da alcune delle organizzazioni umanitarie coinvolte sin qui.
“Dall’inizio del conflitto ad oggi – afferma il vicepresidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro – i nostri volontari hanno fornito un forte supporto alla popolazione ucraina. Penso alle attività di assistenza, alle missioni di evacuazione che hanno interessato centinaia di persone fragili, e alle circa 1.000 tonnellate di beni di prima necessità consegnate. Gli aiuti provenienti dal nostro Paese sono stati molti, anche grazie al sostegno della piattaforma digitale pagoPA, e tutti utili. I tanti contributi ci hanno permesso, tra l’altro, di realizzare un hub logistico di oltre 1.000 mq a Suceava (Romania), per lo stoccaggio delle merci. Stiamo lavorando per l’apertura di ospedali da campo vicino a Kiev. Vogliamo continuare ad essere presenti accanto a chi soffre, rispondendo sia ai bisogni umanitari di chi è rimasto in Ucraina, sia alle necessità dei profughi che cercano asilo oltre confine”.
“Dopo essere intervenuti con tempestività ai confini dell’Ucraina, in Polonia e Romania, e all’interno dell’Ucraina stessa fin dal primo giorno dello scoppio del conflitto, ci siamo resi conto che non potevamo non affrontare l’enorme richiesta di aiuto giunta anche nel nostro Paese e che era importante creare un collegamento con la grande disponibilità e solidarietà dimostrata da tantissime persone – dichiara Giampaolo Silvestri, Segretario Generale di Fondazione Avsi. È nata così l’idea di metterci in rete, soggetti diversi, per coordinarci, unire le forze e rispondere al meglio a questa nuova sfida. Vogliamo ringraziare PagoPA, partner prezioso in questa grande operazione, per essere al nostro fianco e dare la possibilità a tutti coloro che vogliono sostenere il nostro operato di essere insieme per proteggere e assistere i rifugiati e gli sfollati ucraini”.
“Grazie al supporto imprescindibile di aziende come PagoPA, noi di Cesvi siamo stati in grado di intervenire tempestivamente nella crisi Ucraina operando da subito all’interno del paese ma anche nell’accoglienza di donne e bambini nei Paesi di confine come la Romania, la Polonia e l’Ungheria – racconta Roberto Vignola, vicedirettore generale di Fondazione Cesvi. Il nostro modello dinamico, tipico di una Ong italiana che da sempre ha agito in contesti emergenziali non con modelli precostituiti ma con soluzioni tailor-made per affrontare e risolvere problematiche specifiche, ci ha consentito di realizzare interventi di aiuto tempestivi con un approccio che parte dai bisogni delle persone, dei territori, dalla collaborazione con la società civile e le istituzioni locali”.
“La guerra non solo distrugge l’economia e lo sviluppo sociale, ma anche i legami familiari, con effetti catastrofici sul benessere mentale della popolazione civile, in particolare quella più povera – dichiara Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre -. Proviamo quindi a immaginare cosa prova un bambino ucraino che è anche stato colpito da tumore. Per questo, a una settimana dagli attacchi su Kiev, abbiamo organizzato la più grande evacuazione medica di bambini oncomalati attraverso 17 voli medicalmente assistiti. E dall’Italia continuiamo ad assicurare l’invio di farmaci per assistere gli oltre 2.000 bambini ricoverati nei 6 ospedali con cui collaboriamo. Attraverso PagoPA tantissime persone hanno già potuto esprimere la propria solidarietà aiutandoci in questa operazione di pace”.
“Continuano ad essere milioni i bambini e le bambine vittime di questa guerra senza senso che hanno perso la vita, sono stati feriti, hanno dovuto assistere a violenze che nessuno dovrebbe vedere, sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e il proprio Paese – ha commentato Giancarla Pancione, direttrice Marketing e Fundraising di Save the Children –. Stiamo lavorando all’interno dell’Ucraina e nei paesi limitrofi fornendo assistenza salvavita, come cibo e acqua, denaro e spazi sicuri ai bambini e alle famiglie. PagoPA è un partner prezioso per noi, che ha consentito in questi mesi a tantissime persone di dare il proprio contributo in un grande slancio collettivo e alla nostra Organizzazione di rafforzare il proprio intervento. Perché ogni guerra è una guerra contro i bambini”.
“Dal 24 febbraio a oggi, sono oltre 5 milioni e 600 mila le persone in fuga dal conflitto in Ucraina che sono state registrate come rifugiati, mentre 6,2 milioni sono sfollate all’interno del Paese – dichiara Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi Unhcr Italia –. Siamo di fronte a un’emergenza umanitaria colossale e senza precedenti nella storia recente europea. Ci teniamo a ringraziare PagoPA per aver messo a disposizione le sue piattaforme digitali per raccogliere fondi per questa grave crisi umanitaria. Per noi è prezioso poter contare su una piattaforma pubblica di questo livello, affidabile e usata quotidianamente da milioni di cittadini, grazie alla quale possiamo disporre di risorse aggiuntive fondamentali che ci permettono di intensificare le nostre operazioni di protezione e assistenza a beneficio di migliaia di rifugiati e sfollati”.
Fonte: Redattore Sociale