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Dopo l’accordo tra Kiev e Mosca arriveranno in Italia 1,2 miliardi di chili di mais e grano

È la stima della Coldiretti sugli effetti dell’intesa tra Nazioni Unite, Turchia, Ucraina e Russia per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero

ROMA – Via libera all’arrivo in Italia di quasi 1,2 miliardi di chili di mais per l’alimentazione animale, grano tenero per la panificazione e olio di girasole dall’Ucraina grazie all’accordo sulle esportazioni di cereali ed altri prodotti alimentari raggiunto tra Kiev e Mosca. È quanto stima la Coldiretti nel commentare positivamente gli effetti della firma dell’accordo raggiunto tra Nazioni Unite, Turchia, Ucraina e Russia per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero, sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero 2021. “L’Ucraina- sottolinea la Coldiretti- nonostante il calo dei raccolti resta uno dei principali produttori e rappresenta il 10% del commercio mondiale di frumento tenero destinato alla panificazione ma anche il 15% del mais per gli allevamenti”.

UCRAINA SECONDO FORNITORE DI MAIS PER L’ITALIA

L’accordo raggiunto per la ripresa del passaggio delle navi cariche di cereali sul Mar Nero è importante per salvare dalla carestia quei 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione ma anche per i Paesi più sviluppati costretti ad affrontare una crescente inflazione spinta dal carrello della spesa e favorita dalla crisi energetica ma anche dai cambiamenti climatici che con caldo e siccità hanno tagliato i raccolti. L’emergenza mondiale riguarda direttamente l’Italia “che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 46% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame”, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 13% (785 milioni di chili), ma garantisce anche il 3% dell’import nazionale di grano (122 milioni di chili) senza dimenticare gli arrivi di ben 260 milioni di chili di olio di girasole.

LA SICCITÀ HA AGGRAVATO LA SITUAZIONE NAZIONALE

“Lo sblocco delle spedizioni sul Mar Nero è importante per l’Italia in una situazione in cui- continua Coldiretti- senza precipitazioni rischiano di dimezzare i raccolti nazionali di foraggio e mais destinati all’alimentazione degli animali di cui l’Italia è peraltro fortemente deficitaria, mentre la produzione di grano tenero risulta in calo del 20%”. Caldo e siccità hanno colpito duramente la pianura padana dove si concentra 1/3 della produzione agricola nazionale e circa la metà degli allevamenti dai quali nascono formaggi e salumi di eccellenza Made in Italy. “L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, per il quale è importante “intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”. Quindi, “occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”, conclude Prandini.

Fonte: Agenzia Dire

Governo: ministro Salute Ucraina, ‘grato a Speranza, ha fatto molto per noi’

 

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Roma, 21 lug. “Conosco molto bene il vostro ministro Roberto Speranza, e gli sono molto grato per il sostegno che ha dato all’Ucraina. E’ sempre stato disponibile, anche per la cura dei bambini, ci ha sempre aiutato e per noi c’è sempre stato, quindi non lo vorrei perdere nel governo”. A dirlo, in un’intervista esclusiva all’Adnkronos, è il ministro della Salute ucraino Victor Liashko, commentando così la crisi di governo causata dalle dimissioni del premier Mario Draghi. “Come collega posso dire che ci dispiace se dei politici si dimettono quando si sono instaurati dei rapporti -dice il ministro- Ma su questo non posso aggiungere altro, a causa della guerra in corso”.

“Sono grato all’Italia per tutto ciò che ha fatto per noi, e mi auguro che questo sostegno resti nonostante i cambiamenti politici in corso”, aggiunge poi il ministro.

Fonte: La Sicilia

La crisi a Roma preoccupa l’Europa. Pesanti ripercussioni sull’immagine internazionale dell’Italia

Cancellerie estere e media internazionali commentano la caduta del Governo guidato da Mario Draghi. Si teme un periodo di instabilità e una futura incapacità di tener fede agli impegni assunti per il Pnrr. Da Berlino a Madrid, passando per Bruxelles e Parigi, il Belpaese torna “sorvegliato speciale”

 

 

Italia sorvegliata speciale. Per una crisi percepita – a seconda dei casi – incomprensibile, pericolosa, addirittura irresponsabile. Il mancato sostegno al Governo Draghi, personalità unanimemente stimata in Europa e oltre, tiene banco sui media internazionali, così pure nelle stanze del potere a Berlino come a Parigi, a Londra, Varsavia, Madrid. Nonché a Kiev e a Mosca.

E qui a Bruxelles (oggi è festa nazionale in Belgio) si respira aria greve. La fiducia nell’Italia fa un gran passo indietro riportando il Paese a tempi passati. Resta intatta in tutta l’Ue l’autorevolezza del Presidente Mattarella, ma non basta. Perché le cinque (almeno) crisi in atto – bellica, sanitaria, economica, energetica e alimentare – richiedono stabilità politica e visioni/progetti di lungo periodo, oltre al rispetto degli accordi assunti in sede europea. Non va dimenticato infatti, che l’Europa assegna all’Italia oltre 200 miliardi per il Pnrr delle riforme e della ripresa, considerando garante lo stesso Mario Draghi. Che però, ora, appare di fatto depotenziato e fuori gioco.
Mentre l’entourage di Putin esulta per il terremoto politico di Roma, così come aveva fatto per la débâcle del britannico Johnson,a Bruxelles ci si domanda se  – tra campagna elettorale e prossimo ipotetico governo – l’Italia saprà rispettare gli impegni presi con i partner europei e con l’Ucraina, vittima dell’invasione russa.Paolo Gentiloni, titolare Ue all’economia, ha dato voce alle preoccupazioni di Palazzo Berlaymont, sede della Commissione: la caduta dell’esecutivo guidato da Draghi “può provocare una tempesta perfetta”. Salvo poi provare a medicare la ferita: “Ora è il tempo di voler bene all’Italia: ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese”. Dai leader di altri Stati si tende a rispettare la situazione politica interna italiana, benché il premier spagnolo Sanchez abbia apertamente sostenuto la figura del premier, già presidente della Banca centrale europea, in grado – secondo lui – di salvare l’euro dopo la crisi finanziaria del 2008.
Più espliciti invece i giornali esteri. Le Figaro, espressione dei conservatori francesi, parla di “un dramma di potere in più atti che va in scena da diversi giorni a Roma”.
Sullo spagnolo El Pais l’analisi politica della crisi in corso porta questo titolo: “Italia, un altro incendio nell’estate infernale dell’Ue” e il sottotitolo spiega di quale incendio si tratti:“Il Paese transalpino entra in una giungla oscura di potenziale instabilità prolungata e inefficienza del governo”.Mentre un commento sulla stessa testata afferma: “Bruxelles teme che l’Italia diventi il tallone d’Achille dell’Ue contro la Russia”. Ancora più specifico l’articolo in cui si legge: “La caduta di un Governo in Italia è un fenomeno così comune che a Bruxelles di solito passa inosservato (durano in media 13 mesi dalla seconda guerra mondiale). Ma la cacciata del premier Draghi arriva in un momento di enorme tensione geostrategica”.
La musica non cambia guardando oltre oceano. Per il New York Times il “caos politico” tricolore è commentato così: “Il governo Draghi cade a pezzi, ritorna in Italia la politica turbolenta”. Anche il Financial Times vede profilarsi problemi su vasto raggio.
Non risparmia nulla Politico.eu, sito frequentatissimo a Bruxelles e nelle capitali europee, che tratteggia cupe previsioni: “Le dimissioni di Draghi porteranno quasi sicuramente a elezioni anticipate in autunno, che farebbero precipitare l’Italia in mesi di agitazione”. E ancora: “L’uscita del 74enne ex presidente della Bce priva l’Ue di uno dei suoi leader più esperti in un momento critico, con l’inflazione che galoppa e la guerra che impazza ai confini”.
Critiche poi le osservazioni sul populismo di alcuni partiti italiani, possibili candidati a guidare Palazzo Chigi, sollevate dalle testate tedesche Welt e Die Zeit.Restando in Germania, il portale di informazione Rnd.de titola “Un brutto segno per tutta Europa”che apre con la foto di Salvini che in centro a Mosca indossa una maglietta pro Putin. Nel suo commento, Matthias Koch afferma: “I tre precedenti partiti di governo – senza Draghi – ora vogliono intraprendere un percorso diverso, che si adatta meglio alla Russia. […] L’attuale unità nell’Ue e nella Nato, ammirata a livello mondiale, probabilmente finirà in un governo senza Draghi: Mosca potrebbe mettere un piede in entrambe le istituzioni passando per Roma”. Parole pesanti, persino ingenerose per il nostro Paese, ma significative di un pensiero strisciante, più o meno velato, in giro per l’Europa.

Fonte: Roma Sette
Per tutte le info: info@roma-news
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