Zelensky: “Grato a Mario Draghi per il sostegno all’Ucraina”
La decisione del premier Mario Draghi di dimettersi domina l’informazione e il dibattito politico internazionali. La notizia ha fatto subito il giro del mondo. Il presidente ucraino Zelensky ha espresso gratitudine per l’impegno di Draghi contro la Russia
La decisione del premier Mario Draghi di dimettersi domina l’informazione e il dibattito politico internazionali. La notizia ha fatto subito il giro del mondo: i principali media delle varie nazioni dedicano ampio spazio alla crisi del Governo italiano mentre l’Unione europea, e non solo, seguono con preoccupazione quanto sta accadendo nel nostro Paese. Tante le reazioni dei leader politici internazionali.
Le reazioni dei leader politici internazionali
Ucraina, Zelensky: “Grato a Mario Draghi”
“Sinceramente grato a Mario Draghi per il sostegno incrollabile all’Ucraina nella lotta contro l’aggressione russa e nella difesa dei valori europei comuni: democrazia e libertà”.
Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter alla luce delle dimissioni del presidente del Consiglio.
“Continueremo a lavorare per rafforzare la cooperazione Ucraina-Italia. Sono convinto che il supporto attivo del popolo italiano all’Ucraina continuerà!”.
Russia: “Dimissioni Draghi affare interno, non interferiamo”
Le dimissioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, sono “un affare interno dell’Italia e non vogliamo interferire. Possiamo solo constatare che il periodo del suo governo è coinciso con una fase molto sfortunata nelle nostre relazioni bilaterali”.
Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, in un commento all’AGI sulla crisi di governo in Italia.
“Le accuse rivolte alla Russia di aver provocato instabilità in Italia sono infondate, non hanno alcuna prova alla base”.
Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, durante il briefing settimanale con la stampa, in cui si è detta “scioccata” dal fatto che rappresentanti di governo del nostro Paese abbiano alluso pubblicamente a una regia russa dietro la crisi di governo
“Se vogliono inventarsi qualcosa al riguardo, ci dicano il motivo che hanno pensato, io non riesco neppure a immaginare cosa possono dichiarare. L’Italia ha espulso i nostri diplomatici, il nostro ambasciatore è in vacanza, non è a Roma, molti media russi sono bloccati, non solo da voi ma ovunque, e sulla base di tutto questo come si può anche solo ipotizzare una nostra interferenza proprio non lo capisco”,
ha aggiunto, tenendo a sottolineare che Mosca “è stata costretta” a commentare i processi politici interni del nostro Paese, “solo perché rappresentanti ufficiali italiani hanno legato fatti di politica interna alla Russia”.
Economist: “Draghi vittima del peggio dei politici italiani”
“All’inizio, Draghi è riuscito a far emergere il meglio dei politici italiani, entusiasmandone molti con il senso del dovere, la disponibilità al compromesso e la convinzione della necessità dell’unità nazionale. Ma dopo soli 17 mesi ora sta cadendo vittima del loro peggio: l’ambizione, il ristretto interesse personale e l’incapacità di capire, o forse di preoccuparsi, che gli eventi nel proprio travagliato Paese hanno sfortunate implicazioni ben oltre i suoi confini”.
E’ il duro giudizio sulla crisi politica italiana dello stimato settimanale inglese Economist, che in un lungo articolo ripercorre genesi e caduta del governo di Mario Draghi.
Media Cina, fari su dimissioni Draghi
Le sorti della politica italiana attraggono l’attenzione dei media cinesi che sono stati tra i primi a livello internazionale a rilanciare la notizia delle dimissioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi. Il Quotidiano del Popolo, il tabloid Global Times e il China Daily, sono tra i primi media a riprendere la notizia diffusa dall’agenzia Xinhua, che spiega che Draghi ha rimesso il proprio mandato nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “mettendo fine al suo governo di unità nazionale, dopo 17 mesi in carica”.
Fonte: TAG24 by Unicusano
Mosca contro Roma: “Le cause della crisi sono nei vostri errori”
Al centro dell’escalation di tensione diplomatica tra le due capitali vi è l’ambasciatore a Roma, Serghei Razov, che Di Maio di recente ha accusato di aver “dato l’endorsment” ad alcune forze politiche italiane
AGI – La crisi di governo italiana vista da Mosca ha ormai il volto del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, “reo” di aver menzionato la Russia di Putin come il Paese che “festeggia” un indebolimento dell’Italia.
Da giorni la portavoce della diplomazia russa critica, tra il serio e il faceto, il titolare della Farnesina, per la verità obiettivo degli strali russi da quando l’Italia ha abbandonato la linea più dialogica col Cremlino, chiudendo al dialogo, subito a ridosso dell’avvio della cosiddetta operazione speciale in Ucraina.
“Di Maio ha una strana idea della diplomazia”, aveva detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov a febbraio, “questa è stata inventata proprio per risolvere situazioni di conflitto e di tensione, non per fare viaggi a vuoto in giro per Paesi o per assaggiare piatti esotici a ricevimenti di gala. I nostri partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia in modo professionale”.
“Dobbiamo ammettere che il capo del ministero degli Esteri italiano continua a cercare cause esterne per i problemi politici interni dell’Italia. Non c’è niente di nuovo in questo”, ha scritto oggi su Telegram Zakharova, “i rappresentanti di altri Paesi occidentali hanno ripetutamente cercato di utilizzare questo metodo quando non c’era nessuno da incolpare per i propri fallimenti, sullo sfondo del crescente malcontento della popolazione. È quello che sta accadendo, oggi, nei mercati dell’energia e degli alimenti”.
Zakharova deciso di commentare così le recenti interviste di Di Maio, in cui ha lasciato intendere ci fosse una mano russa dietro la crisi di governo.
All’AGI, la settimana scorsa, la portavoce di Lavrov aveva rilasciato le prime dichiarazioni da Mosca sulla spaccatura creatasi nel governo: “Intervengo solo perché il ministro Di Maio ha menzionato la Russia”, aveva detto, “auguro per gli italiani un nuovo governo non asservito agli interessi degli americani”.
Sembrano lontani i tempi in cui Lavrov si era presentato – era solo ottobre scorso – al bilaterale con l’omologo italiano, a margine del G20 di Roma, con in mano il libro appena pubblicato dal collega e la promessa di tradurlo in russo.
A riguardarlo oggi, sembra un gesto dettato più dal sarcasmo che da sincera ammirazione. Al centro dell’escalation di tensione diplomatica tra le due capitali – che ha visto anche la reciproca espulsione di diplomatici sullo sfondo delle accuse alla Russia di spionaggio – vi è l’ambasciatore a Roma, Serghei Razov, che Di Maio di recente ha accusato di aver “dato l’endorsment” ad alcune forze politiche italiane.
In ambienti diplomatici si vocifera di un incontro tra Razov – che dovrebbe essere sostituito prossimamente da Aleksei Paramonov, direttore per l’Europa del ministero degli Esteri ed ex console a Milano – e Alessandro Di Battista prima della partenza di quest’ultimo per un lungo reportage in Russia, dove si trova ancora in questi giorni.
“Noi stessi siamo sbalorditi dal potere della diplomazia russa, come si evince dai resoconti dei media italiani. Si scopre che i nostri ambasciatori possono cambiare i governi con un paio di chiamate”. La portavoce ha tenuto a sottolineare che oltre che l’ambasciatore russo “da luglio di quest’anno è in vacanza fuori dall’Italia, programmata da tempo e di cui il ministero degli Esteri italiano è stato debitamente informato”.
Le parole di Di Maio sui “brindisi” al Cremlino per la crisi politica italiana si riferivano alla provocazione lanciata sempre su Telegram dall’ex presidente e russo e ora vice capo del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, che dopo l’annuncio delle dimissioni di Draghi aveva pubblicato un’immagine con il volto del premier britannico Boris Johnson, quello di Mario Draghi e una terza sagoma nera con un punto interrogativo, alludendo alla caduta di un altro leader occidentale.
“Ancora prima dell’inizio di questa crisi di governo, subito dopo l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, qualcuno a Mosca non ha fatto altro che intervenire nel nostro dibattito interno con continue e gravi ingerenze nei confronti del governo italiano. Prima con endorsement a una forza politica del nostro Paese e successivamente con ripetute dichiarazioni contro il governo italiano”, ha commentato Giuseppe Marici, portavoce del ministro Di Maio. “Appare evidente a tutti quale sia l’obiettivo: provare ad alimentare la propria propaganda in Italia, così da screditare l’azione dell’esecutivo italiano”, ha aggiunto il portavoce.
Non è un mistero che da anni Mosca porta avanti una strategia che mira ad approfondire contraddizioni e fratture interne all’Ue, alla sua classe dirigente e alla sua opinione pubblica. In un momento in cui sono saltate tutte le norme della diplomazia occidentale – i toni del botta e risposta tra Roma e Mosca non sono un’eccezione, basta ricordare il caso dell’ormai ex ambasciatore ucraino a Berlino che ha definito il cancelliere Olaf Scholz “salsiccia di fegato offesa” – in Russia non si fatica neppure a mettere l’Italia sullo stesso piano di Usa e Gran Bretagna nella scala dei “Paesi ostili”, dopo che il premier Mario Draghi è stato tra i promotori delle massicce sanzioni economiche e finanziare contro il Cremlino.
Secondo il politologo Boris Mezhuev, tra gli ideologi del conservatorismo russo, a Mosca “lo stato delle relazioni con l’Italia è il prodotto del periodo di isteria che sta vivendo la Russia e in cui nel discorso pubblico spiccano i falchi le cui dichiarazioni roboanti hanno grande spazio mediatico”.
“Ma passerà prima o poi: queste persone non riflettono per forza la posizione di maggioranza nell’élite al potere e non è detto che riceveranno ruoli di rilievo”, ha commentato in un’intervista all’AGI, “l’Italia rappresenta quell’anima dell’Europa a cui la Russia tiene di più, l’arte, la cultura, la storia politica e questo non cambierà”.
Fonte: AGI
Ucraina: il colloquio telefonico tra Draghi e Zelensky
Il premier ha confermato «pieno sostegno e solidarietà del governo italiano». Unicef intanto lancia l’allarme sui bambini: quasi mille i minori uccisi. «Sempre più a rischio la vita dei piccoli»
Nel pomeriggio del 19 luglio, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La notizia arriva direttamente da Palazzo Chigi, con una nota nella quale si spiega che «la discussione si è incentrata sugli ultimi sviluppi della situazione sul terreno». Il premier Draghi – si legge nella conclusione – «ha reiterato il pieno sostegno e solidarietà del governo italiano all’Ucraina».
Intanto l’Unicef torna a lanciare l’allarme sulla salute dei più piccoli. «Il persistere della guerra continua a mettere sempre più a rischio la vita dei bambini ucraini, intrappolati e sfollati nel Paese, o rifugiati in quelli di arrivo – afferma il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini -. Oltre 15,4 milioni di persone sono in fuga, in maggioranza madri e bambini, considerando oltre 6,3 milioni di sfollati in Ucraina e 9,1 milioni di rifugiati nei Paesi limitrofi. Sono inoltre più di 3 milioni i minori in Ucraina – aggiunge – e 2,25 milioni i minori rifugiati nei Paesi d’arrivo che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria».
Iacomini fa anche la conta delle vittime del conflitto iniziato il 24 febbraio scorso, ricordando che sono «almeno 11.544 le vittime civili, tra cui 5.024 persone uccise e 6.520 ferite; tra queste quasi mille minori: 343 i bambini uccisi e 533 feriti a oggi, con il numero reale verosimilmente molto più alto, data l’entità delle vittime civili nelle aree accessibili e gli intensi combattimenti in corso». E si combatte soprattutto nell’est del Paese, «con le altre regioni oggetto di attacchi missilistici, incluso su impianti civili, ferroviari. Infrastrutture civili decimate dagli attacchi, inclusi ospedali, maternità, pediatrie, scuole e orfanotrofi, case e rifugi – prosegue Iacomini -: 1,4 milioni le persone senza acqua e 4,6 milioni con accesso limitato, danneggiata o distrutta 1 su scuola su 6 nell’est dell’Ucraina. Almeno 387 gli attacchi a strutture e staff medico, gravi i rischi per epidemie di morbillo, colera, polio e altre malattie infettive. L’impatto della guerra insomma, conclude il portavoce, «rischia ogni giorno di più di causare una crisi nutrizionale e alimentare di portata globale e ha innescato in Europa la crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla seconda guerra mondiale».
Fonte: Roma Sette
Roma accusa Mosca: “Dalla Russia ingerenze gravi, obiettivo chiaro”
Russia prova ad “alimentare la propria propaganda in Italia”
Roma, 20 lug. (askanews) – “Ancora prima dell’inizio di questa crisi di governo, subito dopo l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, qualcuno a Mosca non ha fatto altro che intervenire nel nostro dibattito interno con continue e gravi ingerenze nei confronti del governo italiano. Prima con endorsement a una forza politica del nostro Paese e successivamente con ripetute dichiarazioni contro il governo italiano. Appare evidente a tutti quale sia l’obiettivo, ossia provare ad alimentare la propria propaganda in Italia, così da screditare l’azione dell’esecutivo italiano. Un esecutivo che sta condannando fermamente l’atroce guerra portata avanti dall’esercito russo in Ucraina, con la morte di centinaia di innocenti”. Così Giuseppe Marici, portavoce del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, replicando alle parole della portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova.
Fonte: Askanews
Draghi: armare Ucraina unico modo per difendere ucraini
Me lo ha ripetuto martedì presidente ucraino

Opere ucraine all’asta per i feriti della guerra
L’asta organizzata il 19 luglio nei Musei di San Salvatore in Lauro, con i quadri e le sculture di oltre 40 artisti, in occasione dell’evento “Perché”. La replica a Milano e l’obiettivo di tornare a Roma
Le difficoltà logistiche nelle autorizzazioni e negli spostamenti da e per l’Ucraina non hanno permesso agli artisti, tutti ucraini, di essere a Roma, «ma nonostante le difficoltà – racconta sempre Beregovska – siamo qui, per sopperire alla mancanza di aiuti economici da parte del governo ucraino, che per ora ha previsto un fondo medico-sanitario soltanto per i militari, ma migliaia di civili rimangono scoperti». Le protesi, infatti, verranno acquistate e spedite direttamente in Ucraina, dove «fortunatamente abbiamo un centro ospedaliero all’avanguardia dove verranno installate a chi ne ha bisogno».
Tutte le opere sono state realizzate dopo «quel maledetto 24 febbraio», informa Ksenia Ilenkiv, responsabile del dialogo interculturale presso il Centro per il dialogo interreligioso Libertas. «Molte persone si trovano ancora nelle zone di guerra e vorremmo portarle via, ma dobbiamo pensare anche ai tanti che rimangono e lo facciamo con la raccolta fondi ma anche sensibilizzando e parlando, parlando tanto perché la guerra purtroppo non è finita e non bisogna far calare l’attenzione mediatica». Per Ksenia, nonostante sia in Italia al sicuro, così come i suoi due bambini, «è doloroso parlare dei bombardamenti, degli attacchi missilistici e soprattutto dei più piccoli che abbiamo visto con i nostri occhi feriti, uccisi, dilaniati, rimasti orfani. È atroce raccontarlo figuriamoci vederlo – spiega – ma farlo sapere è l’unico modo per denunciare l’orrore della guerra». Infine, non solo le opere in vendita ma anche alcuni piccoli gadget con i simboli o i colori dell’Ucraina. «Perché questa iniziativa – conclude Ksenia – deve essere accessibile a tutti. Chiunque può e deve sentirsi utile a quella che crediamo sia una delle più nobili cause: aiutare donne e più piccoli».
Fonte: Roma Sette
Per tutte le info: info@roma-news.it