Crisi di Governo vicina: il Senato dice sì alla fiducia, ma FI, Lega e M5S non votano. Draghi sale in Quirinale
Il governo incassa la fiducia, ma con numeri risicati: ora le dimissioni di Draghi sono ad un passo. Ipotesi di voto per il 25 settembre o 2 ottobre.
Sembra ormai ad un passo la crisi di governo, con Mario Draghi che ha lasciato l’aula durante l’apertura delle votazioni in Senato sulla nuova fiducia per fare rientro a Palazzo Chigi. Il governo alla fine ha ottenuto la fiducia, ma con numeri non decisivi: presenti 192, votanti 133, maggioranza 67, favorevoli 95, contrari 38, astenuti 0. “Presente e non votante” è stata la formula scelta da Forza Italia, Lega e M5S. La capogruppo del Movimento cinquestelle al Senato, Mariolina Castellone, aveva annunciato a stretto giro la decisione di agire in questa maniera:
Togliamo il disturbo, non prenderemo parte al voto, ma ci saremo sempre quando si tratterà di votare provvedimenti utili. Abbiamo letto gli appelli affinché il governo vada avanti e ci meraviglia che questo governo in un momento così drammatico abbia messo in discussione l’andare avanti.
Cosa potrebbe succedere nelle prossime ore
A questo punto, Mario Draghi – appresi i risultati di giornata – sta salendo in Quirinale per definire le proprie dimissioni, annunciate peraltro solo una settimana fa. Mattarella dovrebbe quindi dare corso alla crisi e domani potrebbe incontrare i presidenti delle Camere, i quali devono essere ascoltati formalmente, prima di passare allo scioglimento delle Camere stesse. Il prossimo step politico, prevederebbe – poi – elezioni anticipate per definire un nuovo governo: sarebbero due le date potenziali, ossia 25 settembre o 2 ottobre.
Crisi governo, le reazioni del mondo politico
Non sono mancate le prime reazioni del mondo politico su quanto successo nella giornata di oggi, a partire dalle parole di Enrico Letta – leader del PD. In un tweet, Letta ha parlato inevitabilmente di corsa alle urne:
In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia. Noi abbiamo messo tutto l’impegno possibile per evitarlo e sostenere il #governoDraghi. Gli italiani dimostreranno nelle #urne di essere più saggi dei loro rappresentanti.
Dura, Mariastella Gelmini, che tramite una nota ha criticato la decisione di FI nel defilarsi dal voto di fiducia:
Ho ascoltato gli interventi in aula della Lega e di Forza Italia apprendendo la volontà di non votare la fiducia al governo. In un momento drammatico per la vita del Paese, mentre nel cuore dell’Europa infuria la guerra e nel pieno vortice di una crisi senza precedenti, una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi. Forza italia ha invece definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini. Se i danni prodotti al paese dalle convulsioni del Movimento 5 Stelle erano scontati, mai avrei immaginato che il centrodestra di governo sarebbe riuscito nella missione, quasi impossibile, di sfilare a Conte la responsabilità della crisi: non era facile, ma quando a dettare la linea è una Lega a trazione populista, preoccupata unicamente di inseguire Giorgia Meloni, questi sono i risultati. Questa Forza Italia non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di più in questo partito
Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari economici, amaro:
24 luglio. Il balletto degli irresponsabili contro Draghi può provocare una tempesta perfetta. Ora è il tempo di voler bene all’Italia: ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese.
Critiche anche da parte di +Europa per voce di Emma Bonino, il segretario Benedetto Della Vedova, e il presidente Riccardo Magi. Questa la nota di partito:
Populisti e sovranisti, Lega e M5S, hanno tolto la fiducia a Mario Draghi e precipitano l’Italia al voto anticipato. Salvini e Conte irresponsabilmente si sono incaricati di sfiduciare Mario Draghi, mettendo fine ad una leadership esercitata con rigore ed equilibrio, in Italia e in Europa nell’interesse degli italiani. Un governo europeista, atlantista, che ha sostenuto il diritto dell’Ucraina a difendersi dall’invasione di Putin, che questa sera troverà un motivo seppur illusorio di soddisfazione. Lega e M5S, insieme a Forza Italia, non a caso sono le forze storicamente più vicine al regime di Mosca. A pagare i costi saranno cittadini e imprese, increduli di fronte a questa scelta autolesionista per il paese.
Felicità in casa Fratelli d’Italia che si è affrettata nel commentare i risultati di giornata, tramite le parole di senatore e coordinatore veneto del partito Luca De Carlo:
Da una parte c’è una maggioranza ormai sfilacciata e inesistente che è stata presa a schiaffoni dal suo stesso premier; dall’altra, un Presidente del Consiglio che è venuto in aula convinto di ottenere i pieni poteri e ne è uscito invece solo da leader del Pd. La situazione è ormai implosa e la strada segnata: acceleriamo e andiamo al più presto al voto per dare a questa nazione un governo forte e compatto, in grado di rispondere realmente alle esigenze dei cittadini senza perdere tempo in giochi di palazzo.
Così, invece, Matteo Renzi:
Come ho detto al Senato da domani nulla sarà più come prima. Ma oggi c’è da dire solo grazie a Mario Draghi. Orgogliosi di averlo voluto contro tutto e contro tutti. Orgogliosi di averlo sostenuto anche oggi.
All’interno della Lega, invece, c’è particolare movimento per capire le prossime mosse politiche: secondo fonti vicine al Carroccio, Matteo Salvini avrebbe convocato una riunione in questi minuti con tutti i parlamentari della Lega alla Camera.
Fonte: TAG24 by Unicusano
Governo: dal Pnrr alla manovra, le misure che ora sono in salita
Possibile decreto sulle bollette. Decadono la riforma del fisco e la concorrenza
Dal Pnrr alla legge di bilancio, dagli interventi per la riduzione del cuneo fiscale al salario minimo: sono molti i progetti in bilico sul crinale della crisi politica.
Il cantiere del governo si ferma.
Ma forse non completamente per le misure che l’urgenza del momento potrebbe richiedere, come il varo del decreto di fine luglio-inizio agosto che anche un governo che non è nella pienezza dei propri poteri potrebbe/dovrebbe adottare per alleggerire il peso del caro energia sulle famiglie e sulle imprese. La fine anticipata della legislatura, invece, manderebbe in soffitta tutti i provvedimenti ora in Parlamento: dal ddl correnza alla riforma fiscale.
– PNRR: la complessa macchina del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che per l’Italia vale complessivamente 191 miliardi di fondi, è in un momento delicatissimo. Varate le norme per molti progetti si entra nella fase operativa. Nel primo semestre è stato centrato l’obiettivo di 45 progetti, necessari per richiedere la seconda tranche da 24 miliardi. Ora ne mancano 55 per la fine dell’anno, ai quali si aggiungono i progetti di riforma richiesti per ottenere una nuova tranche di anticipo del Pnrr
– BOLLETTE E BENZINA: la sterilizzazione di 30 centesimi delle accise dei carburanti – dalla benzina al gasolio – è stata prorogata al 21 agosto, salvando gli esodi clou dell’estate. Poi il prezzo, se non ci sono ulteriori interventi, tornerebbe ‘pieno’. Durano solo fino a settembre e quindi dovranno essere rinnovati per l’ultimo trimestre dell’anno gli interventi sulle bollette di gas e luce, che hanno bloccato gli oneri di sistema.
Nonostante la crisi questi provvedimenti potrebbero essere adottati.
– MANOVRA E PENSIONI: tra i nodi principali che un governo nella pienezza dei propri poteri deve affrontare c’è la messa a punto della manovra, attesa dopo l’estate, che dovrà prevedere un decalage del debito pubblico. Se si va alle urne il calendario richiederà deciso impegno. Il nuovo quadro di previsioni (la Nadef) deve essere approvato entro il 27 settembre ed è evidente che sarà comunque l’attuale governo a predisporre le previsioni ‘a legislazione vigente’. Poi entro il 15 ottobre queste vanno inviate all’Ue mentre il governo ha tempo fino al 20 dello stesso mese per il varo della legge di bilancio nella quale può valutare gli interventi da mettere in campo. Chiaro che le ipotesi di lavoro su taglio del cuneo o per la flessibilità in uscita delle pensioni sono ora in salita: scade infatti Quota 102, oltre che l’Ape Sociale e Opzione Donna. L’attuale governo aveva ipotizzato di prorogare questi due ultimi meccanismi e stava studiando un nuovo regime per consentire una maggiore flessibilità in uscita.
– IUS SCHOLAE, CANNABIS, FINE VITA E DOPPIO COGNOME: sono temi diversissimi ma accumunati da un identico destino, calendarizzati per luglio, senza fissare però una data, per la discussione in Aula alla Camera. Se si va alle urne decadono. La maggioranza del governo Draghi sui due temi era divisissima: Lega e Fi da una parte, Pd e M5s dall’altra.
Analogo destino per la legge sul suicidio assistito che ha incassato a marzo il primo ok della Camera e ora è in commissione al Senato. Addio anche alla possibilità di legiferare sul doppio cognome così come sollecitato dalla Corte costituzionale che è intervenuta per sancire la possibilità di aggiungere quello materno. Decadono anche le norme per rivedere l’ergastolo ostativo, ovvero il divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia.
– CUNEO E 200 EURO: il sostegno dei redditi, per salvaguardarli dall’erosione dell’inflazione che ha raggiunto l’8%, passa attraverso molti strumenti che il governo ha ipotizzato di varare per la fine di luglio. Ma chiaro che anche se verrà varato il decreto difficile che vengano affrontati, ma anche che possa essere replicato per un secondo mese il bonus di 200 euro, previsto per dipendenti, pensionati e autonomi. Ancora più complicata l’ipotesi di una riduzione dell’Iva sugli aumenti dei beni di consumo più necessari.
– RIFORMA TASSE E CONCORRENZA: con la chiusura del Parlamento decadono anche alcuni provvedimenti di tipo economico, importanti anche ai fini degli obiettivi del Pnrr. Il primo è la delega fiscale, per la riforma del sistema tributario che superato il nodo del catasto è ora in commissione al Senato.
L’altro è il ddl concorrenza ora all’esame in commissione alla Camera, dove non è ancora stato sciolto il nodo dell’articolo 10 sui taxi. (ANSA).
Fonte: Ansa
Energia: Aie, prima crisi globale, accelerare la transizione
Rallenta la domanda elettrica, mini calo delle emissioni

(ANSA) – ROMA, 20 LUG – “Il mondo è nel mezzo della prima vera crisi energetica globale, innescata dall’invasione russa dell’Ucraina, e il settore elettrico è uno dei più gravemente colpiti”.
Lo afferma il direttore per i mercati energetici e la sicurezza dell’Agenzia internazionale per l’energia Aie, Keisuke Sadamori, nell’Electricity Market Report. “I governi devono ricorrere a misure di emergenza per affrontare le sfide immediate, ma devono anche concentrarsi sull’accelerazione degli investimenti nelle transizioni di energia pulita come risposta più efficace e duratura alla crisi attuale”, afferma Keisuke Sadamori
Nonostante l’aumento del consumo di carbone in alcuni Paesi europei per rimpiazzare il gas russo, le emissioni di anidride carbonica del settore sono attese diminuire nel 2022, dal massimo storico raggiunto nel 2021, con un lieve calo dello 0,5% circa nel 2022 e dell’1% nel 2023. Solo in Europa le emissioni salirebbero del 3% quest’anno per poi calare dell’8% l’anno prossimo grazie alla crescita delle rinnovabili.
Per quanto riguarda i prezzi, l’Aie sottolinea che nella prima metà del 2022, il prezzo medio del gas naturale in Europa era quattro volte più alti rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre il prezzo del carbone era più del triplo. L’indice dei prezzi dell’Iea per i principali mercati all’ingrosso di elettricità a livello mondiale ha raggiunto livelli doppi rispetto alla media del primo semestre del periodo 2016-2021.
Fonte: Ansa
Caldo record a Roma, allarme dei medici: «Serio pericolo per la salute»
I camici bianchi della Società italiana di medicina ambientale avvertono delle ripercussioni delle alte temperature soprattutto su fragili, anziani, bambini

«Il caldo eccessivo determina problemi sanitari in quanto può alterare il sistema di regolazione della temperatura corporea – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani – Il corpo umano si raffredda attraverso la sudorazione, ma in determinate condizioni ambientali questo non è sufficiente: una umidità eccessiva impedisce al sudore di evaporare, con il calore corporeo che aumenta rapidamente e può arrivare a danneggiare organi vitali e il cervello. Temperature eccessivamente elevate possono provocare disturbi lievi come crampi, svenimenti, edemi, ma anche problemi gravi, dalla congestione alla disidratazione, aggravando le condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti».
L’argentino è un nuovo giocatore giallorosso, foto con la “maschera”. Triennale da 4,5 a stagione, che possono diventare 6 grazie ai bonus. Una clausola rescissoria da 20 milioni, la prossima estate, potrà liberarlo
Il taglio degli occhi di Paulo Dybala, illuminato da un piccolo fascio di luce. E una clessidra. Sui social network della Roma è comparsa intorno a mezzogiorno l’immagine che ha anticipato il comunicato ufficiale dell’ingaggio dell’argentino. “Ecco un attaccante di fama mondiale – ha scritto il club giallorosso – siamo lieti di confermarlo”. I tifosi, da giorni in fermento, adesso potranno finalmente indossare la Dybala-mask. “La foto che stavamo aspettando”, ha annunciato con felicità la società giallorossa.
La Roma e Dybala in aiuto dei bambini scomparsi
Il tweet della Roma è accompagnato da un video diviso in due schermi. A sinistra l’arrivo di Dybala nel ritiro portoghese, le visite mediche, la firma, la stretta di mano col ds Tiago Pinto e la maglia della squadra subito indossata. A destra i volti di alcuni bambini scomparsi. Un’attività di sensibilizzazione della Roma e dello stesso calciatore, sempre attento alla beneficenza e che in Argentina ha aperto anni fa una fondazione che si prende cura di bambini fragili, abbandonati o con disabilità.
Dybala, contratto e clausola rescissoria
Dybala ha firmato con la Roma un triennale da 4,5 milioni di euro a stagione, che potranno diventare 6 grazie ai bonus. La prossima estate, grazie a una clausola rescissoria da venti milioni, l’argentino potrà liberarsi. Dipende da come andrà la storia d’amore tra l’attaccante e la Roma. L’inizio fa ben sperare.
Fonte: La Repubblica
ROMA, L’EVENTO “ECONOMIA CIRCOLARE, L’EUROPA E LE CITTÀ”
Fonte: Italia Sera
Per tutte le info: info@roma-news.it
Like (1)