Ucraina, Papa “La guerra crea solo distruzione e morte”
ROMA (ITALPRESS) – Anche domenica, nell’Angelus, Papa Francesco torna a parlare della guerra in Ucraina. “Come si fa a non capire che la guerra crea solo distruzione e morte, allontanando i popoli, uccidendo la verità e il dialogo? Prego e auspico che tutti gli attori internazionali si diano veramente da fare per riprendere i negoziati, non per alimentare l’insensatezza della guerra”, ha detto il Pontefice.
Papa Francesco All’Angelus esorta a lasciarsi interrogare dalla Parola del Signore: “Domandandoci come sta andando la nostra vita, se è in linea con ciò che dice Gesù”.
“Oggi si fa sempre più fatica a trovare momenti liberi per meditare. Per tante persone i ritmi di lavoro sono frenetici, logoranti. Il periodo estivo può essere prezioso anche per aprire il Vangelo e leggerlo lentamente, senza fretta, un passo ogni giorno, un piccolo passo del Vangelo. E questo fa entrare in questa dinamica di Gesù. Lasciamoci interrogare da quelle pagine, domandandoci come sta andando la nostra vita, la mia vita, se è in linea con ciò che dice Gesù o non tanto”. In particolare il Papa invita a porci una domanda: “quando inizio la giornata, mi butto a capofitto nelle cose da fare, oppure cerco prima ispirazione nella Parola di Dio?” “Dobbiamo incominciare le giornate, primo, guardando la Signore, prendendo la Sua Parola breve, ma che sia questa l’ispirazione delle giornata”. Se al mattino usciamo di casa serbando nella mente una parola di Gesù – spiega Francesco – la giornata acquisterà un tono segnato da quella parola, che ha il potere di orientare le nostre azioni secondo ciò che vuole il Signore”.
foto: agenziafotogramma.it
Fonte: Italpress
Ferrovie: Anche la Guerra in Ucraina tra le cause del flop Roma – Lido
La manutenzione al palo, anche a causa della guerra in Ucraina e dei problemi che ha generato nel reperimento dei pezzi di ricambio dei treni.
Per questo, secondo la Repubblica, la Roma Lido stenta a decollare, come ferrovia.
Finché non arriveranno i nuovi mezzi, scrive il quotidiano, la linea resterà l’incubo che è sempre stato per chi deve far la spola tra il centro della Capitale e il litorale.
Intanto Cotral sta cercando faticosamente di fare pulizie nel parco treni della linea. Come annunciato dalla presidente Amalia Colaceci, i treni più vecchi sono destinati alla rottamazione.
Si tratta di tre MA 200 sui quali non è stata e non sarà eseguita la revisione generale. A fine 2022 usciranno definitivamente di scena.
“Sulla Metromare (Roma-Lido) non faremo miracoli. Però abbiamo obiettivi chiari, le competenze e la passione per raggiungerli. Per vedere risultati concreti ci vorrà un po’ di tempo“, si legge sui profili social dell’azienda.
L’obiettivo dichiarato è abbassare la frequenza delle corse a 15 minuti già dal prossimo primo gennaio. Per poi, con il progressivo arrivo dei nuovi 15 treni, abbattere ancora di più le attese a partire dal gennaio 2024.
Nel frattempo, il problema sono le manutenzioni. Il primo treno CAF 300 sarebbe dovuto rientrare in servizio a luglio, ma la conclusione della revisione generale è slittata a settembre perché trovare i ricambi e i materiali giusti è diventata un’impresa difficilissima a causa della guerra in Ucraina.
Fonte: Ferrovie.info
Ucraina: Unesco, ‘163 beni culturali danneggiati da inizio guerra’
Roma, 17 lug. (Adnkronos), Al 15 luglio, in Ucraina l’Unesco ha documentato danni, causati dalla guerra, a 163 beni culturali: 71 edifici religiosi, 12 musei, 32 edifici storici, 24 edifici dedicati ad attività culturali, 17 monumenti, 7 biblioteche. Lo ha annunciato Lazar Assomo, direttore del World Heritage Center dell’Unesco, durante la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, avvenuta nel contesto ‘Arria Formula Meetings’ dal titolo “Distruzione del patrimonio culturale a seguito dell’aggressione russa contro l’Ucraina” e sostenuta da 38 Stati membri delle Nazioni Unite.
Il direttore del Centro del patrimonio mondiale dell’Unesco ha osservato che più della metà dei danni o della distruzione di oggetti registrati (53%) si è verificata nelle regioni di Kharkiv e Donetsk. Molti beni culturali sono stati danneggiati in modo significativo a Kiev, in particolare è stato confermato il danneggiamento o la distruzione di 26 beni. Il 40% sono edifici religiosi.
“Lasciatemi sottolineare – ha detto Lazar Assomo – che la guerra colpisce non solo il patrimonio materiale, ma anche l’intero settore culturale dell’Ucraina. Artisti, curatori di musei e molti altri operatori culturali sono privati dei loro mezzi di sostentamento a causa della guerra. Lo sfollamento di massa della popolazione minaccia la protezione del patrimonio immateriale, così come la continuità della vita culturale”. Assomo ha aggiunto che l’Unesco, insieme al governo ucraino, ha tenuto consultazioni sulla cooperazione, che includeranno la valutazione dei danni e sforzi congiunti per restaurare i beni danneggiati. “Uno dei bisogni urgenti è il rafforzamento di questa capacità. Il deflusso di specialisti qualificati è un serio ostacolo per risolvere efficacemente le sfide della guerra”, ha osservato.
Fonte: Libero Quotidiano
Italia, Europa, Nato. Un convegno a Roma sugli equilibri internazionali presenti e futuri
Nella convulsa settimana politica italiana, con il premier Draghi che sfoglia la margherita del suo governo, tra crisi, pre-crisi e accanimento terapeutico, le cronache hanno dimenticato un importante convegno svoltosi a Roma nei giorni scorsi: “L’Italia e l’Unione Europea nel futuro della Nato”. L’evento si è svolto nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati per iniziativa di Fratelli d’Italia e con la partecipazione di numerose delegazioni estere, rappresentanze del mondo militare italiano, esperti, analisti, ambasciatori e diplomatici di prim’ordine. Tra i parlamentari, gli onori di casa sono toccati al capogruppo Francesco Lollobrigida, al senatore Giovanbattista Fazzolari e, nel ruolo di “Questore” della Camera, nonché esperto di difesa e sicurezza – dopo lunga esperienza come ufficiale dei Carabinieri – all’onorevole Edmondo Cirielli. Tra gli ospiti e i relatori era presente anche l’onorevole Piero Fassino, presidente della Commissione Affari Esteri.
Si è parlato di “grande politica”, la politica estera, e della crisi internazionale provocata, dopo pandemia ed emergenza climatica, dalla invasione russa dell’Ucraina. La brutale aggressione voluta dal Cremlino dietro ricatto nucleare ha violato il diritto e la stabilità internazionale, con una “operazione speciale” che in Europa, dal secondo dopoguerra a oggi, non ha precedenti. Dal 24 febbraio il mondo è cambiato, sconvolto o forse risvegliato dal sonno di una pace che si era immaginata perpetua nonostante i segnali di pericolo fossero visibili da tempo.
Quattro le direttrici di fondo del convegno: la guerra di Putin ha mostrato la pericolosità delle “potenze orientali” e della “partnership strategica globale” tra Russia e Cina; la Nato è lo spazio comune delle società aperte e delle democrazie liberali, con l’Onu sempre più debole e ormai paralizzata dall’isolamento della Russia nel Consiglio di Sicurezza; l’Unione Europea, divisa e senz’anima, rimane un “gigante dai piedi di argilla”, privo di una identità politica e di qualsiasi comune strategia di politica estera, difesa e sicurezza; infine, Nato e Unione Europea, nel quadro di una rinnovata collaborazione atlantica ed euro-americana, devono rafforzare la propria “complementarietà strategica”, ma è l’Europa che deve prendere l’iniziativa. E sullo sfondo, naturalmente, ci sono gli interessi italiani.
Non sono pochi i problemi. L’espansionismo commerciale cinese, ombrello e paracadute finanziario (fin quando?) dell’imperialismo neo-sovietico di Mosca, si era già palesato in Asia e Africa. Gli avvenimenti ucraini hanno distolto l’attenzione dal “fronte sud”, il Mediterraneo, dove da troppo tempo l’Occidente è assente, tra il disinteresse di americani e inglesi, e la frammentazione degli interessi nazionali del resto d’Europa. Libia, Mali, Centro-Africa, Sahel, dopo Siria e Afghainstan, insegnano: immigrazione clandestina, criminalità organizzata e terrorismo sono davanti e ormai oltre le nostre porte di casa. E l’Italia è la prima a pagarne le spese.
La Nato ha dimostrato di essere tutt’altro che un residuo del passato, tutt’altro che “cerebralmente morta”, come volevano Macron e Trump. Ma deve essere sostenuta e riequilibrata nel senso di un maggiore protagonismo della sua “colonna europea” e di una maggiore, cruciale attenzione strategica al Mediterraneo. Se russi e cinesi controllano gli equilibri subsahariani, l’Europa deve reagire, dotandosi di una politica estera, investendo nel riarmo, in soldati, infrastrutture e tecnologie militari proprie, senza piangersi addosso quando la Nato e i soliti soci di maggioranza d’Oltreoceano sono gli unici in grado di proteggerci. Svezia e Finlandia hanno saputo subito a chi rivolgersi quando si sono sentite minacciate.
La guerra in Ucraina ha confermato che nell’ambito dell’Alleanza Atlantica urge una strategia, di più, una “visione politica” globale di un Occidente in cui l’Europa possa avere un ruolo diverso, assumendosi responsabilità e dotandosi di strumenti, un esercito e una politica estera che oggi non ha.
Succube del gas russo e dipendente dalla difesa americana, l’Unione Europea deve aprire una nuova fase politica in cui gli interessi nazionali continentali e mediterranei siano realmente integrati, nella prospettiva di una indipendenza politica che contribuisca in modo significativo agli equilibri globali e alla stabilità internazionale. L’Italia non è il fratello minore di Francia e Germania, ma è e sarà sempre più decisiva per costruzione di un’Europa di cui la Nato potrà diventare una sua espressione operativa in un mondo frammentato e sempre meno pacifico.
Fonte: La Voce del Patriota
Per tutte le info: info@roma-news.it
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