Ucraina: Progetto Mean, domani sera in molte piazze d’Italia un momento di festa e scambio in collegamento con gli attivisti nonviolenti a Kiev
Domani 10 luglio, dalle ore 19, in molte piazze d’Italia si terrà un momento di festa e scambio in collegamento con gli attivisti nonviolenti a Kiev. Grazie all’impegno di tante associazioni e parrocchie sui territori, infatti, più di 10 città si popoleranno di piazze per la nonviolenza attiva, con centinaia di persone coinvolte. Il momento (ore 20 in Ucraina) prevede uno scambio festoso di canti, poesie, pezzi teatrali, per far arrivare forte e chiara la solidarietà degli europei non solo attraverso i governi, con le armi o le sanzioni, ma con un vero legame civile ed umano tra popoli, in nome della nonviolenza attiva. Tutti uniti dallo stesso destino di appartenenza all’Europa, di cui sia l’Ucraina che la cultura russa fanno parte. Al primo posto per numero di piazze di pace ospitate c’è la Campania. A Pomigliano D’Arco (Napoli) nella parrocchia di San Felice in Pincis si riuniranno gruppi di volontari Caritas, associazioni del territorio e una rappresentanza numerosa della comunità ucraina. Durante la festa in diretta con Kiev, ci saranno canti, poesie e invocazioni per la pace. A Napoli invece l’evento si terrà coinvolgendo la cittadinanza e istituzioni municipali, a Largo San Martino, nel quartiere Vomero-Arenella. Sempre in provincia di Napoli, a Marigliano, eccezionalmente per questa piazza l’11 luglio sera, circa 250 ragazzi e giovani dell’oratorio estivo si collegheranno con gli attivisti nonviolenti in Ucraina da piazza Municipio, insieme con il sindaco, il Consiglio comunale e il vescovo. In provincia di Caserta, a Casagiove, mille persone domenica si ritroveranno alle 20 nella parrocchia di San Michele Arcangelo, per collegarsi con Kiev alla fine di un momento di preghiera per la pace. A Benevento l’appuntamento sarà alle 19 in piazza Carlo Torre, davanti alla basilica di S. Bartolomeo. Parteciperanno alla manifestazione molte associazioni e organizzazioni del territorio, tra cui “Consorzio Sale della terra”, Azione Cattolica diocesana, Laboratorio per la felicità pubblica, Libera, Cgil e Anpi. Anche Battipaglia (Salerno) avrà la sua piazza di pace nella parrocchia di S. Gregorio VII (via S. Gregorio VII, 28). All’evento parteciperà il gruppo Masci Battipaglia 2, la comunità musulmana, la comunità Sikh, la comunità Bahai, il gruppo Agesci di Battipaglia, il gruppo scout Fse , le parrocchie tutte del territorio con le varie associazioni e la cittadinanza. Per informazioni: vgr.pino@gmail.com. Per Manfredonia (Foggia), invece, la piazza di pace sarà al “Villaggio degli Artigiani”, in viale del Commercio, 61. A Roma domenica sera gli attivisti nonviolenti si raduneranno alle 19 nel cortile nella scuola Daniele Manin, istituto simbolo di accoglienza e di pace. Dopo un rinfresco di benvenuto, ci sarà spazio per un confronto tra i partecipanti, prima di collegarsi con le altre piazze e con Kiev. Milano sarà presente con due piazze: una sarà al Centro di accoglienza profughi ucraini Don Orione, nella parrocchia di San Benedetto e l’altra al Centro di accoglienza per mamme e bambini ucraini, Casa della Carità. Per la prima piazza l’appuntamento sarà alle ore 18, e prima del collegamento Milano-Kiev, ci saranno le testimonianze di volontari e rifugiati. Nella seconda piazza, l’appuntamento è per domenica alle 19, e saranno presenti volontari, ospiti ucraini e don Virginio Colmegna, presidente Casa della Carità Milano.
Fonte: AgenSIR
Franco: nella seconda metà dell’anno possibili nuove turbolenze su gas e petrolio

Secondo il ministro occorre accelerare sulle fonti alternative a gas e petrolio
“È necessario accelerare sulle fonti alternative a gas e petrolio”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco parlando all’assemblea 2022 dell’Abi. Secondo il ministro le rinnovabili sono “fondamentali” nel percorso verso la transizione energetica considerando anche l’attuale situazione di inflazione su cui “pesano soprattutto le implicazioni dei prezzi dell’energia”.
RIDURRE LA DIPENDENZA DA MOSCA
Franco ha ribadito la volontà di “ridurre la dipendenza da Mosca”. Per fare questo occorre “accrescere l’autonomia energetica del paese aumentare la produzione nazionale di gas, massimizzare gli impianti Gnl già a disposizione e sviluppare nuove infrastrutture di rigassificazione mobili, introdurre misure di supporto allo stoccaggio”.
QUEST’ANNO 5 GW DI RINNOVABILI
“In parallelo occorre rafforzare le fonti rinnovabili – ha aggiunto Franco -. Per questo il governo ha snellito il processo di approvazione degli impianti: con le autorizzazioni già rilasciate a maggio, sono 5 i GW entreranno in funzione quest’anno secondo le stime del Mite, che si confrontano con i 2,5 del biennio precedente. I progetti riguardano soprattutto l’energia solare. Infine nel corso dell’anno il processo di ripristino delle garanzie pubbliche sui crediti è stato rimodulato”.
INTERVENTI DI SOSTEGNO SULL’ENERGIA SARANNO PIU’ SELETTIVI
“Il governo è comunque al lavoro per ridurre gli impatti del caro energia su famiglie e imprese con interventi che tuttavia, da ora in poi, saranno ‘più selettivi’ e calibrati e terranno conto delle condizioni economiche”, ha aggiunto il ministro che tuttavia non ha nascosto come, nella seconda metà dell’anno, alle difficoltà già esistenti potrebbero aggiungersi “nuove turbolenze legate al gas naturale e al petrolio, a causa del conflitto in Ucraina e dei possibili razionamenti di gas russo”.
SUL SUPERBONUS A GIORNI UNA CABINA DI REGIA PER LE FRODI
Infine, per quanto riguarda il Superbonus nei prossimi giorni si “riunirà la cabina di regia” fra Gdf, ministeri e altri organi pubblici con l’obiettivo di recuperare le somme delle frodi nel superbonus. Si tratta di circa 5,7 miliardi di “crediti inesistenti, di cui 2 già incassati”.
Fonte: Energia Oltre
Arrivano le unità mobili per l’integrazione dei profughi ucraini: in Italia sono 144.800
Il progetto di Oxfam “Persone in fuga” partirà a metà luglio a Roma, Padova e in 6 province toscane. “Andremo a intercettare i bisogni di persone private all’improvviso di ogni cosa, divise tra il desiderio di tornare presto a casa e la paura che la crisi possa durare”

Sono in gran parte donne e bambini costretti a separarsi dal resto della famiglia, in molti casi minori non accompagnati, i profughi ucraini che, dopo aver trovato scampo in paesi come Polonia, Romania e Moldavia, hanno deciso di continuare il viaggio verso l’Italia. Spesso hanno trovato una prima sistemazione in abitazioni private o alberghi e, nonostante gli sforzi messi in campo, molti di loro rischiano di non ricevere l’aiuto necessario per potersi integrare e ritornare ad una parvenza di normalità. In Italia ne sono arrivati oltre 144.800 dal 24 febbraio, di cui 45.398 minori. Allo stesso tempo, dall’inizio dell’anno 27.424 persone sono arrivate attraverso il Mediterraneo.
Un’emergenza a cui Oxfam – da anni al lavoro per l’accoglienza e l’integrazione di richiedenti asilo e minori migranti non accompagnati – ha deciso di rispondere con il progetto “Persone in fuga”, attivando a partire da luglio unità mobili a Roma, Padova e in 6 province toscane. Al momento il 90% dei profughi ucraini si trova in abitazioni private o strutture alberghiere, con ogni probabilità senza accesso ai servizi dei territori e scarsa probabilità di potersi integrare. Solo poco più di 13 mila sono ospiti del sistema di accoglienza nazionale.
“Andremo a intercettare i bisogni di persone private all’improvviso di ogni cosa, divise tra il desiderio di tornare presto a casa e la paura che la crisi possa durare – spiega Alessandro Bechini, direttore dei Programmi in Italia di Oxfam – Non aspetteremo di essere cercati come uno sportello, andremo noi a incontrare persone e famiglie ucraine e di altre nazionalità ospitate in strutture dove non sono garantiti i servizi minimi per l’integrazione, o che sono rimaste tagliate fuori dal sistema di accoglienza. Ogni team, che si muoverà in auto, motorino o mezzi pubblici, sarà composto da facilitatori di comunità, persone già in contatto con le famiglie di rifugiati che si occuperanno della mediazione linguistica e di individuare i casi di maggiore fragilità; operatori legali e sociali che ad esempio si occuperanno dell’orientamento ai servizi sanitari e di sostegno psicologico, dell’inserimento dei ragazzi in attività ricreative e formative, anche in vista del prossimo anno scolastico, prendendo in carico chi ancora non ha avuto la possibilità di accedere al percorso di integrazione attivato dalle istituzioni. Un progetto reso possibile grazie alla collaborazione di partner come Co&So Firenze, Refugees Welcome, Focus – Casa dei Diritti Sociali e la cooperativa Gea”.
A fine maggio a Roma e provincia erano accolti oltre 15.600 rifugiati ucraini, la stragrande maggioranza dei quali è fuori dal sistema di accoglienza e ancora ospitata in strutture alberghiere, da cui saranno presto fuori in mancanza di un rinnovo delle convenzioni.
“Sono ancora pochi, purtroppo, gli ucraini che si rivolgono alle associazioni attive sui territori – aggiunge Bechini – Per questo cercheremo di entrare in contatto con loro direttamente per dare aiuto concreto laddove necessario o essere utili guide di orientamento a ogni genere di servizio pubblico”.
In Toscana, Oxfam ha già avviato i primi interventi a Firenze, Grosseto, nel Chianti nelle settimane immediatamente successive allo scoppio del conflitto in Ucraina; con le nuove unità mobili allargherà il suo raggio di azione a Prato, Pistoia, Arezzo e Livorno.
Nella regione oltre 10 mila profughi hanno trovato un alloggio, tra cui più di 4 mila minori. Al momento però sono soltanto 1.200 quelli accolti nei Centri di accoglienza straordinaria e 784 quelli negli alberghi dalla Protezione civile, mentre oltre 8 mila si trovano in case private, spesso grazie al contatto con connazionali che già vivevano in Italia. Come Natalya e Lesia, due madri trentenni, costrette a fuggire dai bombardamenti intorno a Leopoli per mettere in salvo i figli di 6 e 3 anni, separandosi dai mariti. “Abbiamo incontrato Natalya e Leisa a Grosseto dove si trova la più grande comunità ucraina della Toscana – racconta Elisa Zuppa, operatrice di Oxfam – Grazie ad un contatto con un’amica, poco dopo lo scoppio del conflitto sono riuscite ad arrivare in Italia e trovare una sistemazione in una seconda casa nella zona di Marina di Grosseto, ma si sono ritrovate spaesate. In una zona isolata senza conoscere la lingua, con le sole poche cose che erano riuscite a portarsi dietro, senza mezzi di trasporto e senza sapere cosa fare, per chiamare un medico o possibilmente mandare i figli a scuola. Per questo le abbiamo subito aiutate a ottenere il permesso di soggiorno, ad accedere ai servizi scolastici e a quelli sanitari di base”.
Ad oggi oltre 10 mila rifugiati ucraini, di cui 4 mila minori hanno trovato ospitalità in Veneto, soprattutto nella provincia di Padova, dove solo 465 persone sono nei Centri di Accoglienza Straordinaria, mentre 2.350 sono ospitati in famiglia, con centinaia di minori presenti. Anche qui le emergenze principali sono quindi trovare – con il perdurare della crisi ucraina – una sistemazione stabile alle famiglie, garantendo il pieno accesso ai servizi, soprattutto sanitari.
Intanto come ogni estate sono in aumento gli sbarchi sulle coste italiane attraverso il Mediterraneo, con 16 mila arrivi solo tra maggio e giugno e centinaia di morti e dispersi in mare. Un trend che potrebbe continuare a crescere nei prossimi mesi per l’impatto della crisi alimentare in corso in molti paesi poveri, soprattutto in Africa. Mentre continuano gli arrivi di chi continua a percorrere la rotta balcanica verso l’Italia e l’Europa, persone in fuga che spesso non vengono registrate al loro arrivo nel nostro Paese.
“Con l’obiettivo che nessuno rimanga escluso, le unità mobili rivolgeranno il loro aiuto ai migranti di qualsiasi nazionalità che incontreranno nei quartieri e nelle città dove saremo operativi. Il nostro intervento ci permetterà anche di valutare direttamente la risposta messa in campo dal Governo e formulare richieste e proposte per migliorarla. – conclude Bechini – Le varie soluzioni di accoglienza che si moltiplicano in queste settimane sono il segno di una risposta solidale, ma stanno creando anche sistemi paralleli, la cui diversità di servizi e di standard rischia di ripercuotersi sui profughi accolti. Allo stesso modo, bisogna porre attenzione alle discriminazioni di cui sono vittime gli altri migranti: anche se il nostro focus sono i profughi dall’Ucraina, è necessario monitorare che quanto messo in campo per loro non vada a sottrarre diritti a chi fugge da altre situazioni di crisi”.
Fonte: La Difesa del Popolo
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