Raccolta differenziata: in arrivo i cassonetti smart
È in corso, in queste settimane, una gara per l’acquisto di cassonetti “smart” per la raccolta differenziata nella città di Roma, con ogni nucleo familiare che avrà a disposizione una tessera nominativa. Il servizio sarà testato nei quartieri non serviti dalla raccolta porta a porta.
Raccolta differenziata: cassonetti smart e tessere nominative
Il comune di Roma sta cercando nuovi metodi per fronteggiare l’emergenza rifiuti che la città è costretta ad affrontare da tempo, aggravata dall’incendio che ha visti coinvolti gli impianti di smaltimento di Malagrotta. Questa volta, la novità riguarda l’introduzione di cassonetti “smart”. Nelle ultime settimane, infatti, l’amministrazione capitolina è impegnata in una gara per l’acquisto dei cassonetti, i quali verranno posti in quartieri non serviti dalla raccolta porta a porta e con un numero piuttosto elevato di negozi ed attività commerciali. Questi funzioneranno tramite una card magnetica nominativa, conferita solo ai residenti, per evitare così che i cassonetti si riempiano di rifiuti ed imballaggi dei locali posti sul territorio e che spesso vengono abbandonati sui marciapiedi. Dopo l’estate, i cassonetti “smart” verranno installati nel quartiere Africano, nel Municipio II, e rappresenterà un’area di sperimentazione per il nuovo servizio. L’assessora capitolina Cristina Michetelli, in un post Facebook del 26 giugno, ha dichiarato: «Questi cassonetti, più capienti degli attuali, non potranno essere usati dagli esercenti, ma saranno riservati alle famiglie, che dovranno però rigorosamente rispettare la raccolta differenziata. Saranno evitati il rovistamento tra la spazzatura e la dispersione di odori e si potrà così calcolare la Tari sui rifiuti effettivamente prodotti. Più pulizia e più responsabilità per tutti».
Tuttavia, è arrivata presto la smentita dall’assessore del Municipio II, Rino Fabiano: «Non c’è nessuna ufficialità da parte di Ama o del dipartimento rifiuti. I dettagli tecnici e il posizionamento non sono ancora sicuri». Il progetto sembra però esser stato delineato nelle sue linee generali. Uno dei vantaggi sarà proprio la tempestività di Ama nell’emissione del bollettino Tari, che si baserà sul peso effettivo dei rifiuti depositati da ogni nucleo familiare; la card, inoltre, permetterà anche di risalire al nome di chi getta i rifiuti nei cassonetti soprattutto in caso di errori nella differenziata.
Fonte: Metropolitan Magazine
Patrizia Cavalli, l’appello per un posto al cimitero acattolico
La lettera di artisti, intellettuali, amici della poetessa
Patrizia Cavalli “è stata la voce poetica più importante e più amata dell’ultimo quarto di secolo italiano”.
Lei, non cattolica, “avrebbe molto desiderato, che le sue ceneri fossero deposte nel cimitero acattolico di Roma”.
Si condensa in queste parole la lunga lettera-appello rivolta da intellettuali, artisti, amici della grande poetessa scomparsa alla direttrice del cimitero acattolico di Roma perché le sue ceneri vi vengano deposte secondo quello che era il suo desiderio. Gli amici ricordano le tante raccolte di poesia tradotte in ogni lingua, le sue traduzioni per il teatro, i numerosi e prestigiosi premi arrivati nel percorso di una carriera luminosa, riconosciuta nella sua potenza da grandi scrittori e critici, a cominciare da Elsa Morante che la scoprì, senza dimenticare i lettori che l’hanno sempre amata moltissimo.
Patrizia Cavalli, sottolineano gli autori dell’appello, “è stata una voce poetica amata e quasi venerata dalla città in cui ha vissuto, Roma, che ha saputo descrivere, raccontare e poetare, attraverso cinquant’anni, in versi e in prose”. Le sue esequie sono state svolte “senza alcun segno né cerimonia religiosa”. Da qui l’appello: “Crediamo che sarebbe importante, per la città di Roma, onorare la memoria di Patrizia Cavalli in un luogo di tale bellezza, insieme alla memoria dei molti altri poeti sepolti lì”.
Fonte: Ansa
Valmontone, gratta e vince 2 milioni di euro con il biglietto “Tutto X Tutto”
Il sogno è iniziato a metà degli anni 90, quando, sia la Lazio del presidente Sergio Cragnotti che la Roma del presidente Dino Viola, cominciarono a pensare alla possibilità di abbandonare lo Stadio Olimpico, scomodo, senza parcheggi ed inadatto alla visione di una partita di calcio, per costruire ciascuna un proprio impianto moderno, stile inglese. Per quanto riguarda la prima squadra della Capitale, si è dovuto però attendere l’arrivo del presidente Claudio Lotito il quale, impossessatosi nel 2004 di una società piena di debiti, in pochi anni è riuscito ad invertite la tendenza, iniziando a risanare il bilancio e individuando nel comune di Valmontone, distante una cinquantina di chilometri da Roma, l’area ideale per bypassare l’impossibile burocrazia e corruzione della Capitale e costruire quello che fu denominato “Lo Stadio delle Aquile”, di cui nel luglio 2004 fu presentato l’avveniristico progetto.
Ai tifosi della Lazio, tuttavia, l’ubicazione esterna dalla loro città non piacque affatto, e così Lotito propose dei terreni di proprietà della propria famiglia, ubicati nell’area della Tiberina, a Roma Nord, feudo del tifo biancazzurro, il luogo ideale nel quale edificare il nuovo stadio. Ma, immediatamente, il presidente si scontrò con l’ostracismo dell’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, che, piccato, tuonò: «Roma ha già l’Olimpico, non ha bisogno di un altro stadio! » chiudendo così, indirettamente, le porte in faccia anche all’altra squadra della Capitale. I tifosi laziali proposero e continuano a proporre, in alternativa al nuovo stadio, anche una ristrutturazione dello Stadio Flaminio, ma i vincoli architettonici hanno impedito, fino ad oggi, ogni intervento strutturale sull’impianto, lasciandolo deperire e marcire nel degrado totale nel quale attualmente si ritrova. A mettere i bastoni tra le ruote dei progetti della Lazio (ma anche della Roma) intervenne subito anche il Coni, per bocca del suo allora presidente Gianni Petrucci, noto tifoso romanista: «È il buon senso che dice no, non il Coni. Roma ha già Olimpico e Flaminio e non c’ è bisogno di altri due stadi». Fine dei giochi. Lotito tuttavia, malgrado gli ostruzionismi, e l’ostilità delle istituzioni, insiste. A giugno 2005 presenta un progetto di stadio polifunzionale, da 55 mila spettatori con centro commerciale annesso (ristorante, cinema, negozi) e tanto di strutture per la Polisportiva. Il plastico dello «Stadio delle Aquile» viene presentato a Formello: «Per realizzarlo servono almeno 40 ettari, anche per 12 mila parcheggi)», sottolinea l’ideatore architetto Mercurio. Quanto al luogo in cui la struttura potrebbe sorgere, le ipotesi sono varie e molto differenti. Quella cittadina prevede la costruzione sulla Tiberina, a Roma Nord. Ma per tenere un po’ sulle spine il sindaco Walter Veltroni, Lotito precisa che esistono anche altre ipotesi in provincia: «I sindaci di Fiumicino e di Valmontone mi hanno già dato la loro disponibilità, credo che anche l’amministrazione capitolina non si lascerà scappare questa occasione – e rilancia -. Servono però almeno 150 ettari!». Alla presentazione del progetto non era presente alcun rappresentante del Comune o della Regione. «Io avevo invitato tutti…», si rammarica il presidente.
Tanti auguri a Sabrina Ferilli. Il Tema Natale della favorita dai pianeti
Cancro ascendente Capricorno, l’attrice è un mix di femminilità, determinazione, indipendenza
Il Tema Natale di Sabrina Ferilli è un capolavoro zodiacale. Le stelle sono riuscite a mescolare svariate identità femminili. Il segno del Cancro è ospitato nella sesta casa, dimora della Vergine.
Ovvero? Lo sguardo diventa lucido, puntuale, non si perde nell’incanto della favola, nel vapore delle illusioni e punta dritto all’emozione.
L’ascendente Capricorno è la determinazione nel portare il talento dove deve stare, sul set. Nel 1995 con La bella vita, di Paolo Virzì, ottiene il primo di una lunga serie di Nastri d’Argento.
Ma per tornare all’oroscopo il vero jolly si nasconde nella luce della Luna in Acquario che brilla dalla dimora di un fiIo indipendente. E da quella postazione privilegiata manda dallo sguardo scintille ironiche, divertite come a dire “non mi prenderete mai.”
Il portentoso trigono con Venere e Marte in Gemelli racconta una verve rarissima, la formula di un sex appeal che parte dalla testa per muoversi sinuoso intorno a una donna che scuote la tradizione con il soffio della modernità. E pur restando grande amante della casa, riesce a mantenere uno spirito anticonformista.
Giove in Toro è la sensualità da gatta sorniona, la facilità comunicativa che cattura anche i consensi femminili. La Ferilli è tra le poche attrici che mette il pigiama all’erotismo, e lo fa sentire a casa. È sexy senza traccia di rivalità. Una di noi. Meraviglia.