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Prezzo del gas, Roma in retromarcia: “Discussione Ue ci sarà ma ad ottobre”

A luglio verrà invece presentato il piano della Commissione europea per affrontare l’emergenza energetica attraverso la riduzione della domanda.

Ora, invece, entrano in funzione subito le centrali a carbone e quelle a gas in via residuale”

Ecco, ora nella risoluzione finale il Consiglio invita la Commissione a produrre questo studio entro settembre, per poi discuterne nel Consiglio di ottobre”.

Lo ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursua von der Leyen al termine del vertice Ue(Il Fatto Quotidiano)

Draghi sperava di ottenere di più. “Si è parlato molto di coordinamento e sulla solidarietà, che certo ci deve essere e ci deve essere anche una risposta a controllare il prezzo del gas. (Adnkronos)

(LaPresse) – “Da dove nasce l’urgenza di agire con il price cap? Bisogna agire ora perché sono già più di quattro mesi che i prezzi dell’energia sono aumentati. (LAPRESSE)

Un’Europa a due facce, un vertice a piccoli passi. Al termine di questo Consiglio europeo Ucraina e Moldova hanno lo status di candidato, la Georgia ha la prospettiva di adesione, e c’è la decisione di avviare il prima possibile i negoziati dei Paesi dei Balcani occidentali. (La Stampa)

Rischio di ritardi. Certo, spiega Draghi, «ottobre» potrebbe essere «tardi» per prendere decisioni, «soprattutto se avvengono altre cose sul fronte dell’energia. Un’incomprensione che ha consentito che a prevalere sia stata «la paura che la Russia tagli ancora di più le forniture. (ilmessaggero.it)

Una volta individuato il prezzo massimo si stabilisce che i consumatori finali non devono pagare più di 80. Le possibili alternative. Secondo Tabarelli ci sarebbe una alternativa al price cap, ed è legata al petrolio. (ilmessaggero.it)

Fonte: Informazione.it

Lavoro: Damiano “Aumento Cig da collegare alla guerra in Ucraina”

 

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ROMA (ITALPRESS) – “Il Rapporto sulla Cassa Integrazione del mese di maggio, elaborato dal Centro Studi di Lavoro&Welfare sui dati dell’INPS, ci segnala per la prima volta, dall’inizio dell’anno, un aumento delle ore autorizzate. Infatti, rispetto al mese di aprile, maggio evidenzia un aumento del 19,75% della Cig in tutte le sue componenti: Cigo (ordinaria), Cigs (straordinaria), Cigd (in deroga) e Fis. Mentre diminuisce l’utilizzo legato alla pandemia, questa crescita è da collegare alla guerra in Ucraina. Siamo alle prime avvisaglie”. Lo afferma in una nota l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, sottolineando che “i settori con maggiore utilizzo della CIG sono il meccanico e il commercio. Non siamo ai livelli di consumo della Cassa Integrazione del tempo del Covid, che da aprile 2020 a maggio 2022 ha totalizzato 7 miliardi e 388 milioni di ore autorizzate, con una media di 284 milioni di ore al mese, ma l’inversione di tendenza che porta all’aumento c’è”.
“Per un lavoratore che fosse collocato a zero ore nel periodo gennaio-maggio, mediamente la perdita salariale sarebbe di 2.400 euro al netto delle tasse. Un altro colpo al potere d’acquisto delle famiglie”, conclude Damiano.

Fonte: Italpress

Ucraina: Conte, ‘Italia non mandi qualche fucile in più ma faccia sforzo diplomatico

 

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“Se gli Stati Uniti mettono quaranta miliardi di dollari di aiuti che stanno per arrivare, la Gran Bretagna continua a fornire armi particolarmente sofisticate e avanzate tecnologicamente, secondo me qualche fucile in più dall’Italia in questo momento aiuta poco alla causa comune. Mettere in atto invece una grande capacità di dialogo, diplomatica, che l’Italia per tradizione ha sempre avuto, è il valore aggiunto all’interno dell’alleanza, non disallineandosi da un’alleanza come qualcuno ha detto”. Lo ha affermato il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, parlando in collegamento con il convegno dei Giovani industriali in corso a Rapallo.

Fonte: Il Tempo

Libri / Presentato a Roma “Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa” 

 

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Si è svolta a Roma martedì 21 giugno 2022 la presentazione del libro “Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa” organizzata da EastWest, moderata da Matteo Meloni, che ha visto gli interventi degli autori Silvia Boltuc, Giuliano Bifolchi e Daniele Garofalo. 

Il libro, pubblicato da Enigma Edizioni, nato dal lavoro del team di SpecialEurasia e come risultato dei progetti Ukraine Crisis & Conflict e Monitoring Jihadist Propaganda & Terrorism, si pone come obiettivo quello di analizzare il rischio geopolitico derivante dalla propaganda jihadista e dalla presenza dei foreign fighters nel conflitto ucraino e le possibili ripercussioni per il continente europeo

Gli autori Silvia Boltuc, Managing Director di SpecialEurasia, Giuliano Bifolchi, dottore in Storia dei Paesi Islamici e Research Manager di SpecialEurasia, e Daniele Garofalo, analista specializzato in propaganda jihadista e terrorismo, hanno analizzato il rischio geopolitico per l’Europa derivato dalla presenza di combattenti stranieri in territorio ucraino e dalla propaganda jihadista veicolata in diverse lingue (inglese, arabo, russo, ecc.) che etichetta lo scontro bellico tra Mosca e Kiev come una ‘opportunità’ per i foreign fighters di ottenere armamenti e addestramento, facendo leva sull’istituzione della ‘legione internazionale’ da parte del Governo ucraino, e così approdare sul suolo europeo

Nel libro sono riportati anche i principali elementi della comunicazione strategica utilizzati dai gruppi armati ceceni operanti in Ucraina e dai portali in lingua russa di opposizione al Cremlino. Inoltre, viene fornita una panoramica degli argomenti utilizzati dallo Stato Islamico, al-Qa’ida e Hayat Tahrir al-Sham nei loro canali mediatici e di propaganda e viene illustrato quali gruppi potrebbero sfruttare il conflitto ucraino per aumentare la loro attività terroristica in Medio Oriente e Nord Africa o aprire nuovi fronti in Russia e nel contesto europeo. 

Nel commentare il testo, Silvia Boltuc ha sottolineato che quando SpecialEurasia ha deciso di realizzare una ricerca su questo argomento non si avevano prove certe di presenze dei combattenti jihadisti sul territorio ucraino anche se esistevano alcuni elementi della propaganda jihadista che dovevano essere analizzati e studiati per capire la reale minaccia esistente. 

È innegabile, ha sottolineato Boltuc, come lo scoppio del conflitto in Ucraina sia stato accolto dalla propaganda jihadista molto positivamente perché tale scontro armato interessa l’Occidente e la Russia che sono considerati due grandi nemici del jihad e dei gruppi terroristici. 

Nel testo si parla di rischio geopolitico e si focalizza l’attenzione sul fatto che la stessa propaganda jihadista esorti i militanti a raggiungere l’Ucraina per entrare in contatto con l’addestramento occidentale, procurarsi le armi e, grazie a un decreto presidenziale firmato da Volodomyr Zelensky nel 2021 rivolto nei confronti dei volontari stranieri che combattono per Kiev, richiedere la cittadinanza ucraina che favorisce la completa mobilità all’interno del continente europeo. 

Nel suo intervento Giuliano Bifolchi ha cercato di fare luce sulla presenza dei ceceni nel teatro bellico ucraino ponendo l’attenzione non solo sui kadyrovtsi di Ramzan Kadyrov, truppe scelte cecene che combattono per la Federazione Russa, ma sui battaglioni di volontari ceceni Shaykh Mansur e Dzhokhar Dudayev che dal 2014 sono in Ucraina per supportare le forze armate di Kiev nel conflitto contro le forze separatiste filorusse di Donetsk e Lugansk

Ceceni, ha spiegato Bifolchi, migrati in Ucraina durante il Secondo Conflitto Ceceno (1999-2009) e a seguito del fallimentare esperimento della Repubblica cecena di Ichkeria, che hanno trovato in Kiev un alleato nella loro causa, la cui lotta armata contro le forze russe in questo conflitto ucraino viene esaltata dai canali mediatici e siti web connessi con l’Emirato del Caucaso (Imarat Kavkaz) e la galassia della militanza armata e dei gruppi terroristici nord caucasici.

Il conflitto in Ucraina è un’opportunità per sconfiggere questo Occidente tanto odiato dalle organizzazioni jihadiste, ha aggiunto Daniele Garofalo. Gli ultimi attentati in Europa sono quelli guidati da lupi solitari che, dal punto di vista propagandistico, non hanno mietuto così tante vittime. 

Le grandi organizzazioni jihadiste hanno quindi più volte chiesto ai propri militanti di partire per l’Ucraina per addestrarsi, prendere le armi e fare attentati ovunque, anche nella stessa Ucraina colpendo i corridoi umanitari, per esempio, o associazioni di sostegno, in modo da favorir la completa sconfitta e distruzione non solo della Russia, ma anche dell’Ucraina stessa, perché sostenuta dalla NATO, dall’Europa e dagli Stati Uniti.

Il dibattito generato dalla presentazione del libro ha inoltre analizzato il rapporto tra la Federazione Russa e il mondo musulmano. Gli autori hanno concluso l’evento sottolineando come la propaganda jihadista in merito al conflitto ucraino è quotidiana, ben organizzata, e mira a spingere sempre più militanti jihadisti a sfruttare il vuoto di potere e la situazione di caos esistente nel territorio ucraino

Anche se fino ad ora non ci sono stati attacchi terroristici in territorio ucraino o europeo e anche se tale propaganda potrebbe avere come fine ultimo solo quello strumentale di aumentare i consensi dei sostenitori dei vari gruppi terroristici, tale fenomeno deve essere attenzionato e tenuto presente per fare si che le autorità competenti siano pronte a contrastare pericoli e possibili criticità future.

E’ possibile acquistare il libro al seguente link Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa”.

www.specialeurasia.com

Fonte: LabParlamento

Per tutte le info: info@roma-news.it

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