«A Bucha ho perso un braccio, mia mamma e il mio gatto». La storia di Sofia, 14 anni, dall’Ucraina a Roma
«Ho vissuto in ospedale per 3 mesi e soffro ancora di un “dolore fantasma”. A ogni suono rabbrividisco e ho paura anche degli aerei»
Il suo nome è Sofia, ha 14 anni e viene dall’Ucraina. Oggi prova a vivere una vita normale a Roma, ma solo tre mesi fa ha affrontato l’inferno di Bucha. È stata lei stessa a raccontare la sua storia con una serie di post Instagram, che lasciano senza parole per maturità e intelligenza. Sofia, a causa dell’offensiva russa nella cittadina della periferia di Kiev, ha perso un braccio. Ed è rimasta da sola. A Bucha, infatti, hanno perso la vita sua madre e il suo amato gattino.
La storia di Sofia, 14 anni, dall’Ucraina a Roma
«Mi chiamo Sofia e sono una piccola ucraina – scrive la 14enne sui social -. Ho perso un braccio, mia mamma e il mio gatto preferito a Bucha. Sono uno dei 910 bambini che hanno sofferto per mano di un paese vicino». La ragazzina parla delle sofferenze causate dalla perdita dell’arto: «Ho vissuto in ospedale per 3 mesi e soffro ancora di un dolore fantasma. Adesso sono a Roma, ma a ogni suono rabbrividisco e ho paura degli aerei. Quando sono preoccupata, mi fa male non solo la mia mano inesistente, ma tutto il corpo». E racconta: «Nella mia vecchia vita praticavo sport equestri, ma non so se riuscirò a rifarlo con una mano».
Quella di Sofia è una richiesta d’aiuto: «Ho bisogno di una protesi. Quando la indosserò, il dolore fantasma si attenuerà e sarò persino in grado di vestirmi». Da qui l’idea di una raccolta fondi: «Quasi nessuno parla dei bambini ucraini colpiti dall’aggressione e siamo costretti a cercare aiuto da soli. Così abbiamo trovato una clinica in America che potrebbe fare una protesi. Ma non hanno fondi sufficienti. Abbiamo bisogno di sponsor perché il costo è di decine di migliaia di dollari». Il post si conclude con le coordinate per effettuare una donazione.
La nuova vita di Sofia
Il profilo Instagram di Sofia è uguale a quello di una qualsiasi 14enne. Le foto in vacanza, con gli amici, a cavallo. Poi c’è un brusco stop, che coincide con l’arrivo della guerra in Ucraina. Ma da alcune settimane Sofia ha ripreso a postare: foto da Roma e dintorni, con un sorriso che comincia a fare capolino sul suo volto. Nessuno mai potrà ridarle indietro quello che l’orrore della guerra le ha tolto, ma la speranza è che da oggi in poi possa vivere una vita serena lontano dal rumore, che le ricorda quello delle bombe. E che le fa ancora tanto male.
Fonte: Il Messaggero
L’Ucraina è ufficialmente candidata per entrare nell’Ue (anche la Moldavia)
Il Consiglio Europeo ha dato formalmente il via libera alla concessione a Ucraina e Moldavia di Paesi candidati all’ingresso nell’Ue, sulla base delle raccomandazioni della Commissione
Il Consiglio Europeo ha dato formalmente il via libera alla concessione a Ucraina e Moldavia di Paesi candidati all’ingresso nell’Ue, sulla base delle raccomandazioni della Commissione. Luce verde anche alla “prospettiva europea” per la Georgia.
Immediata l’esultanza di Kiev. Il presidente Zelensky in un tweet ha scritto: “Elogio sinceramente la decisione dei leader dell’Ue al vertice Ue di concedere lo status di candidato all’Ucraina. È un momento unico e storico nelle relazioni tra Ue e Ucraina. Sono grato a Charles Michel e Ursula von der leyen e ai leader dell’Ue per il sostegno. Il futuro dell’Ucraina è all’interno dell’Ue”.
Il sì dei leader europei al conferimento all’Ucraina e alla Moldavia dello status di Paesi candidati a entrare nell’Ue è arrivato nel sesto anniversario del referendum sulla Brexit. Il voto del 23 giugno 2016 portò all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.
Fonte: Avvenire
Coldiretti: accordo sui porti ucraini per sbloccare il grano
L’organizzazione commenta i colloqui di Mosca sulla ripresa dei traffici commerciali: un’intesa riaprirebbe le esportazioni per il 95%, liberando spazio nei centri di stoccaggio
Coldiretti commenta i colloqui di Mosca tra alti ufficiali delle forze armate di Russia e Turchia sulla ripresa dei traffici commerciali, con una nave cargo turca che ha lasciato il porto di Mariupol, adesso controllato dai russi. Per l’organizzazione, un accordo sullo sblocco dei porti consentirebbe all’Ucraina di tornare a esportare il 95% del grano via mare e di svuotare i magazzini, dove si stima siano presenti oltre 20 milioni di tonnellate di cereali destinati a rifornire sia i Paesi ricchi che quelli più poveri, esposti a rischio di rivolte e carestie. Sbloccare i porti infatti, sottolineano, significherebbe liberare spazio nei centri di stoccaggio per accogliere i nuovi raccolti di grano in arrivo tra poche settimane, stimati in calo di circa il 40% rispetto alla attese, a causa della guerra.
La guerra coinvolge gli scambi di oltre ¼ del grano mondiale con l’Ucraina, che insieme alla Russia controlla circa il 28% degli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, ma anche il 16% degli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) per l’alimentazione degli animali negli allevamenti e ben il 65% degli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate), secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Centro studi Divulga. Il risultato è che le quotazioni delle materie prime alimentari a livello mondiale sono aumentate del 34% nell’ultimo anno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati dell’Indice Fao a maggio.
E l’emergenza mondiale riguarda direttamente anche l’Italia, un Paese deficitario che importa il 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti, il 35% del grano duro per la pasta e il 46% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame. «Bisogna invertire la tendenza e investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari, facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei», sostiene il presidente di Coldiretti ” Ettore Prandini. Nell’immediato, aggiunge, «occorre salvare aziende e stalle da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica, che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni, e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici».
Fonte: Roma Sette
Tetto al prezzo del gas, telefonata Cingolani-Habeck. Pressing di Draghi al Consiglio europeo
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE A BRUXELLES Continua in Europa il pressing dell’Italia per introdurre un tetto al prezzo del gas (il cosiddetto «Price Cap») importato dalla Russia via tubo. Il premier Mario Draghi solleverà il tema al Consiglio europeo che si tiene giovedì pomeriggio e venerdì. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani giovedì mattina ha sentito il vicecancelliere tedesco e ministro dell’Economia Robert Habeck in una telefonata che fonti diplomatiche Ue definiscono di «allineamento».
Cos’è il «price cap» e cosa cambia per il gas russo in Europa
Da Berlino ci sono stati solo «movimenti millimetrici» spiegava un’altra fonte diplomatica mercoledì pomeriggio ma «c’è disponibilità al dibattito». Restano i dubbi anche di Olanda e Lussemburgo. Il limite al prezzo del gas potrebbe configurarsi come una specie di dazio rovesciato contro la Russia, che di fatto non può rinunciare a vendere il gas all’Europa che arriva via gasdotto non potendo trovare acquirenti alternativi nel breve periodo. La forma giuridica della sanzione sarebbe più rapida ma richiede comunque che tutti e 27 gli Stati membri siano d’accordo e al momento questo consenso ancora non c’è.
L’uso del gas come arma per la Russia di Putin
Intanto Roma ha ottenuto che nelle conclusioni del vertice sia indicato l’uso del gas come «arma» da parte della Russia e la menzione delle conclusioni del Consiglio del 30 e 31 maggio in cui si invitava «la Commissione a esaminare anche insieme ai partner internazionali modalità per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la fattibilità dell’introduzione di tetti temporanei ai prezzi all’importazione». Il Consiglio, si legge nelle bozze, inviterà la Commissione «a proseguire gli sforzi al fine di garantire l’approvvigionamento energetico a prezzi accessibili». Ma c’è il tentativo di rendere ancora più esplicito il riferimento nella bozza finale che gli Stati membri stanno negoziando.
Fonte: MSN
Ucraina: Mattarella, ‘a Mosca serve dare risposta unita e solidale’
Il “conflitto scatenato da Mosca per anacronistiche velleità di potenza richiede una risposta netta, unitaria e solidale, al fine di giungere al ripristino di condizioni di pace. La politica di cooperazione allo sviluppo ha tra i suoi fini nobili anche questo”. Lo ha ribadito il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aprendo la Conferenza nazionale della cooperazione allo sviluppo che si svolge a Roma.
Fonte: Il Tempo
A Roma la musica suona per l’Ucraina
Musica lirica e classica con qualche brano di cantautori celebri, come Aznvaour e Piaf, in un concerto di solidarietà per il popolo ucraino.
Si svolgerà stasera, 24 giugno, a Roma, presso il centro internazionale Rocca romana. Perché da qui è partita l’idea che si è materializzata in uno studio sulla pace nel mondo, portato avanti dalle studentesse del Centro accademico che hanno offerto le loro ore di studio affinché anche solo uno dei 59 combattimenti armati che flagellano il mondo – e che hanno spinto 82 milioni di esseri umani (fonte Oxfam Italia) a fuggire da persecuzioni, catastrofi climatiche e guerre dimenticate – possa cessare. A questa iniziativa si è affiancata presso la Fondazione Oikia la riuscitissima impresa di preparazione di un gruppo di profughi ucraini, donne e uomini, all’apprendimento della nostra lingua come aiuto anche nella ricerca di un lavoro necessario a mantenersi durante la permanenza in Italia.
Se la cultura è la conoscenza di qualcosa che concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale, la musica è l’arte di esprimere attraverso i suoni cosa si ha nell’animo. E nell’animo degli artisti che si avvicenderanno gratuitamente domani sera, dalle 19, c’è il desiderio di riaccendere la speranza in un popolo martoriato da una guerra senza tregua e senza risoluzione, almeno a breve.
L’Ucraina avrà la sua rappresentanza vocale con la coppia, nella vita e nel canto, formata dal mezzo soprano Olha Marchenko e dal tenore Evgeny Safronchik, conosciuto anche per essere il padre dell’attrice Anna, interprete di diverse pellicole cinematografiche e di fiction televisive. Evgeny Safronchik è non soltanto tenore, ma concertista e professore di canto. Ha lavorato in spettacoli musicali e in vari concerti in tournée anche in Italia, oltre che nel resto d’Europa, ed ha ottenuto diversi titoli onorifici.
E’ riuscito a fuggire da Kiev, insieme alla moglie, nei primi giorni dopo l’invasione russa. Il tempo trascorso sta facendo crescere in lui la nostalgia per il suo Paese: “Mi manca il mio lavoro, la mia vita, vorrei tornare al più presto”, confessa pur trovandosi bene insieme a casa della figlia dove il parlare la lingua madre, ascoltare tutti i notiziari ucraini che passano in tv, insieme alle videochiamate con gli amici rimasti sul posto hanno ricreato un po’ l’ambiente lasciato in fretta e a malincuore.
La musica ha una grande valenza per il popolo ucraino, tanto che soldati di guerra suonano dal vivo nei teatri di guerra. Per Evgene Safronchik, che fino a quattro mesi fa ha insegnato questa materia “è in un momento come questo che c’è bisogno di investire sulla conoscenza e sullo sviluppo emotivo delle persone”. Lui sente fortemente il “bisogno di esserci”. E lo fa in maniera continuativa dal momento che l’Università gli ha concesso l’insegnamento a distanza del canto. Praticamente il suo operato non si è interrotto mai: prima ha insegnato in presenza – la maggior parte dei discenti, grazie all’interscambio culturale, è stata composta da cinesi – ora le conclusioni di fine anno prevedono che i ragazzi preparino il video del concerto finale da inviare ai docenti ed infine alla commissione universitaria per il giudizio conclusivo. L’attività riprenderà poi con il prossimo anno accademico, per ora, nelle stesse modalità; ci sono già nuove iscrizioni ma c’è ancora posto per chi lo desideri, anche italiani. Basta inviare una email a kievvoices@ukr.net.
Tra poco quindi, l’attività di Evgene Safroncik si sospenderà come ogni altra attività di studio durante il periodo estivo. Un periodo che auguriamo a lui ed alla sua famiglia passi in fretta allietato, magari, dalla più bella delle notizie: la fine della guerra, almeno un accordo che consenta agli ucraini rimasti e ai fuoriusciti di riappropriarsi della propria esistenza.
Fonte: Scelgo News
Per tutte le info: info@roma-news.it
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