Tripudio di fuochi d’artificio per la chiusura del concerto di Vasco Rossi: “Non c’è guerra dove c’è musica”
Il Circo Massimo esplode di gioia, la prima delle due serate romane è sold out per un totale di 140mila spettatori
ROMA. Un tripudio di fuochi artificiali dai tanti colori ha illuminato il Circo Massimo e l’intera zona dell’Aventino al termine del concerto di Vasco Rossi. Occhi al cielo, i 70mila fan che hanno assistito al concerto di sabato sera hanno seguito per diversi minuti i giochi colorati che le scie luminose tracciavano, mentre sui maxischermi sovrastanti il palco scorrevano le immagini della band. «In bocca al lupo a tutti. Ce la farete tutti – ha urlato Vasco nel microfono – perché siete i più belli. Vi abbraccio tutti». E Beatrice Antolini, che nella band è alle percussioni, tastiere e cori, ha più volte gridato «Roma vi abbracciamo».
Una promessa mantenuta
«Faremo esplodere il Circo Massimo di gioia» aveva promesso arrivando a Roma e così è stato nel nome della musica «che è il contrario della guerra perché non c’è guerra dove c’è la musica». È un polmone che torna a respirare, che grida all’unisono il Circo Massimo che vive dopo due anni di rinvii e di attesa, finalmente, il concerto di Vasco Rossi. E lui, il gladiatore, scende nell’arena con il sorriso stampato sulle labbra e nel nome di Russell Crowe accolto da un boato rock che fa tremare i polsi alle rovine che circondano uno dei posti più belli al mondo. «Siete uno spettacolo straordinario e il Circo Massimo è un posto bellissimo» urla felice Vasco ripetendo la parola d’ordine di questo tour che è «finalmente».

Le due serate in programma
La prima delle due serate sold out per un totale di 140 mila spettatori – nessuno mai aveva fatto prima un doppio appuntamento, nemmeno i Rolling Stones – lascia senza fiato nonostante l’aria non sia caldissima nella pur già torrida quasi estate romana. Il pubblico – compresi batterista e chitarrista dei Maneskin, Bebe Vio, Claudia Gerini, Marco Damilano tra i variegati vip – non è stremato da questa lunga attesa, anzi è come sempre eccitatissimo e stipato ovunque nell’immenso prato inclinato intorno al gigantesco palco che campeggia al centro in una vera e propria esplosione di luci (1500 i corpi illuminanti) e di musica con una potenza audio da 750.000 watt. Lui Vasco non si risparmia per oltre due ore e mezza concedendosi solo una piccola pausa, a partire dalla nuova XI comandamento e per finire come sempre con il cuore in mano e il pubblico oramai senza voce per l’immortale Albachiara.
Oramai si sa la sua splendida musica è un rito collettivo che attraversa le generazioni, dai nonni ai nipoti, dando senso e valore a quello che stasera, qui più che mai nel cuore della capitale, è la rappresentazione di una rinascita in cui tutti si spera. Vasco non dimentica il suo inno alla pace – perché «la guerra è contro l’umanità» – (e alle femmine) anche se a parlare sono soprattutto le sue canzoni. In C’è chi dice no con cui ribadisce il suo «Fuck the war! Stop the war!» e l’attualissima Gli spari sopra in solidarietà con chi sta soffrendo per una guerra che un senso non ce l’ha proprio: alle sue spalle appare una gigantesca piovra tentacolare metaforica. Lui ha il sorriso sulle labbra che gli lascia la serata epica sotto la luna piena, ma la sua musica è un ventaglio di emozioni che porta in questo tour in tutta la penisola fino a Torino dove si concluderà il 30 giugno.

Le canzoni del concerto
E allora il concerto è un viaggio nel tempo, dall’album più recente che c’è quasi tutto (l’ultima è Siamo qui), alle hit come La pioggia alla domenica, qui nella versione originale (quella con Marracash è sulle piattaforme digitali per Save the Children) e il singolo appena uscito, L’amore l’amore. Inedite a concerto le recenti: Se ti potessi dire (2020) e Una canzone d’amore buttata via (2021) o anche perle tirate fuori dal baule degli anni ’80: Amore aiuto, Blasco ’82 doc. Non mancano ovviamente le sue ballad: Un senso, Stupendo, Siamo soli, Senza parole. Poi nella terza parte il clima si fa intimo. Si vola alto, molto alto da Sballi ravvicinati del terzo tipo, cambio al basso: scende il Torre, Andrea Torresani, e sale il Gallo, Claudio Golineli, guest star. Brividi con sorprese che non ti aspetti, come Toffee atmosfera da unplugged. E poi ancora Sally (sui megaschermi parleranno le immagini di cinque donne di cinque nazionalità diverse). Per i fuochi d’artificio finali: Siamo solo noi, Vita spericolata, Canzone e ovviamente Albachiara. Poi tutti un po’ più ricchi sciamano via nella meravigliosa notte romana e domani si replica.

Le prossime date e il gran finale a Torino
Vasco Live prosegue poi il 17 giugno a Messina (Stadio San Filippo), il 22 giugno a Bari (Stadio San Nicola), il 26 giugno ad Ancona (Stadio del Conero) e chiusura il 30 giugno a Torino (Stadio Olimpico). Tutte sold out, per un totale di oltre 676.000 biglietti venduti.
Fonte: La Stampa
La giovane Italia passa un altro esame: in Inghilterra manca solo il gol
Mancini schiera una formazione sperimentale che non delude. E Tonali manca il colpaccio
L’Italia non vince ma convince nello 0-0 di Wolverhampton contro l’Inghilterra. Il c.t. Mancini ha proseguito sulla via degli esperimenti e l’Italia ha tenuto testa alla nazionale di Southgate. In un bel primo tempo, Frattesi manca il vantaggio dopo 2′, poi Donnarumma manda sulla traversa il destro di Mount. L’occasione più clamorosa è sui piedi di Tonali, che però calcia addosso a Ramsdale da due passi. Nella ripresa meno emozioni, con Sterling che da due passi grazia Donnarumma. La solita girandola di cambi fa perdere qualità alla partita, ma comunque l’Italia non va quasi mai in difficoltà.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
Roma Pride, migliaia di persone in piazza per i diritti lgbt+. La madrina Elodie si esibisce sul carro: “Siamo dalla parte giusta”
Un lunghissimo e coloratissimo fiume di persone ha invaso le vie del centro della Capitale per la festa della comunità Lgbtqia+ che ha scelto di intitolare l’edizione romana del 2022 a Raffaella Carrà, scomparsa il 5 luglio dello scorso anno. 900mila i partecipanti secondo gli organizzatori. A fare da madrina la cantante Elodie che vestita di paillette fucsia dal palco mobile in via dei Fori Imperiali ha salutato la folla festante. “Meritiamo tutti gli stessi diritti – ha detto dal carro dopo l’esibizione – La vita è una e bisognerebbe guardarla dal punto di vista dell’amore e non dalla divisione dell’odio”
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Il Papa ai Granatieri di Sardegna: aiutate la gente ad essere buoni cittadini
Operano nelle strade di Roma per renderla più sicura e vivibile. Sono i “Granatieri di Sardegna”,addestrati per svolgere incarichi sia operativi sia di rappresentanza. Nell’ambito dell’operazione “Strade sicure”, vigilano su zone e obiettivi sensibili: siti istituzionali e diplomatici, aeroporti, stazioni ferroviarie e della metropolitana, luoghi d’arte, di culto e di interesse religioso. Rivolgendosi ai membri di questo corpo militare dell’Esercito italiano, il Pontefice manifesta la propria gratitudine per la “quotidiana presenza sul territorio della capitale, che favorisce nella popolazione un senso di tranquillità”. Il Papa esprime anche “sincera riconoscenza per il servizio discreto e importante” reso alla Santa Sede, “in concorso e congiuntamente alle Forze di polizia, per la salvaguardia dell’ordine pubblico”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
La vostra opera nei dintorni della Città del Vaticano contribuisce ad assicurare un sereno svolgimento degli eventi che, nel corso dell’anno, richiamano pellegrini e turisti da ogni parte del mondo. Si tratta di un’attività che richiede disponibilità, pazienza, spirito di sacrificio e senso del dovere. Mi rendo conto che questo tipo di lavoro a volte potrebbe risultare un po’ estenuante – penso all’estate, penso al freddo dell’inverno… – tuttavia esso è quanto mai utile per la collettività, che vi è riconoscente e vi apprezza.
Professionalità, senso di responsabilità e di appartenenza
Francesco incoraggia poi i Granatieri di Sardegna “ad essere, sia nell’ambito lavorativo che nella vita personale e sociale, promotori di solidarietà, aiutando la gente ad essere buoni cittadini”:
La professionalità e il senso di responsabilità, che voi testimoniate sul territorio, esprimono e rafforzano un senso di appartenenza al corpo sociale, e anche al senso dello Stato e del bene comune. Nell’adempimento della vostra missione, vi accompagni sempre la consapevolezza che ogni persona è amata da Dio, è sua creatura e come tale merita rispetto. La grazia del Signore alimenti giorno per giorno lo spirito con cui vi dedicate al vostro lavoro, motivandovi a viverla con un supplemento di attenzione e di dedizione.
Affidamento alla protezione della Madonna
Il ricordo del Papa va agli ultimi anni in cui “l’impiego nel contesto urbano del personale dell’Esercito Italiano è diventato una realtà viva e affidabile”. Una realtà caratterizzata “da prossimità alla gente, collaborazione nella prevenzione e nel contrasto alla criminalità, sostegno alle attività connesse a particolari situazioni di emergenza”. I vari reparti che si sono succeduti, afferma il Pontefice, hanno reso “un servizio rilevante al Paese, contribuendo alla realizzazione di un ambiente più sicuro”. Alla Brigata “Granatieri di Sardegna”, che sta “per terminare il suo compito e cedere il posto a un altro contingente militare”, Francesco rivolge infine queste parole:
Ad ogni uscita e rientro in Vaticano, in occasione di viaggi apostolici, visite a qualche parrocchia o comunità, io vi vedo e rendo grazie a Dio per la dedizione e per la presenza, presidio di sicurezza. Vi accompagno nel vostro cammino con il mio affetto e la mia vicinanza. Vi affido alla materna protezione della Madonna: a lei potete sempre ricorrere con fiducia, specialmente nei momenti di stanchezza e di difficoltà, sicuri che, come Madre tenerissima, saprà presentare al suo Figlio Gesù i bisogni e le attese di ognuno. Lei è madre, e come tutte le madri sa come custodire, come coprire, come aiutare, come essere vicina.
I “Granatieri di Sardegna” – lo ricordiamo – derivano dall’antico reggimento delle Guardie Reali del Regno di Sardegna, creato nel 1659 dal Duca Carlo Emanuele II di Savoia. L’appellativo “granatieri” nasce nel 1685, quando si è deciso di addestrare un gruppo di soldati nel lancio di granate a mano.
Fonte: Vatican News
Ambasciata russa, pagato il volo per Mosca a Salvini, soldi restituiti
‘Nulla di illegale, in Russia pronti incontri a livello adeguato’
L’ambasciata russa in Italia rende noto di aver “assistito Matteo Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei” per il suo viaggio a Mosca previsto per il 29 maggio.
Un’assistenza necessaria per “le sanzioni” che hanno sospeso i collegamenti Roma-Mosca e rendono difficile l’acquisto dei biglietti di Aeroflot dall’Europa.
Dopo l’annullamento del viaggio “ci è stata restituita la cifra spesa: non ci vediamo nulla di illegale“, prosegue l’ambasciata russa “in relazione alle notizie su alcuni media italiani”.
A Mosca “erano pronti a incontrare il rappresentante italiano al livello appropriato”.
“Come sapete – afferma l’Ambasciata russa in Italia in una nota – il viaggio di Matteo Salvini era programmato per il 29 maggio u.s.. A Mosca, come abbiamo comunicato in precedenza, erano pronti a incontrare il rappresentante italiano al livello appropriato. Poiché, a causa delle sanzioni dell’UE, sono stati sospesi i voli diretti sulla rotta Roma-Mosca, si è reso necessario per la delegazione italiana l’acquisto di biglietti aerei per un volo Aeroflot da Istanbul a Mosca. A causa delle sanzioni in vigore nei confronti di questa compagnia aerea, è difficoltoso acquistare i biglietti per i suoi voli dal territorio dell’Unione Europea”.
“L’Ambasciata – si aggiunge – ha assistito Matteo Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei di cui avevano bisogno in rubli tramite un’agenzia di viaggi russa. In quanto il viaggio di Matteo Salvini a Mosca non è avvenuto per motivi ben noti, alla fine ci è stato restituito l’equivalente della cifra spesa per l’acquisto dei biglietti aerei in euro (con rispettivi documenti comprovanti)”.
“Non vediamo nulla di illegale in tutte queste azioni. Quanto alle speculazioni sui nomi di specifici dipendenti dell’Ambasciata, le riteniamo assolutamente inadeguate”, conclude la nota.
Fonte: Ansa
Superbonus, finisti i soldi promessi dallo Stato, cosa accadrà ora
Il conto del Superbonus 110% va in rosso. Sono già finiti i soldi promessi per la misura e il fondo per il bonus edilizio andrà rifinanziato. Ecco cosa ci aspetta nel prossimo futuro.
Di 33,3 milioni di euro che sono stati stanziati per il rilancio del Superbonus 110% ne sono stati primessi 33,7 milioni dalle prenotazioni. Con i conti in rosso di 400.000 euro, il bonus edilizio deve essere rifinanziato.
Un bonus che, nonostante tutte le motifiche, continua a dare problemi. Il Superbonus, nonostante gli indubbi benefici, si è dimostrato fallimentare sul piano della messa in opera. Dopo le varie truffe che lo vedevano protagonista e i molteplici tentativi e cambi di regole farre dal legislatore per evitare tali truffe, adesso il problema sono i fondi stanziati. A rivelare il problema è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), che mostra come i soldi stanziati non siano abbastanza per la domanda che c’è stata per il bonus.
Questo è un grosso problema per il Superbonus, visto che, secondo quanto si legge nell’ultima versione della misura, è richiedibile fino alla fine del 2022. Tuttavia già a metà giugno i fondi sono finiti. Oltre a questo c’è da contare tutti gli altri bonus edilizi, su cui lo Stato ha stanziato ulteriori 6 miliardi di euro. Il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti è arrivato a dire che alcuni i bonus edilizi dovrebbbero essere rivisti per fare una selezione di quali sono effettivamente utili e quali no. Tra i partiti si comincia a discutere di razionalizzazione dei bonus edilizi. Una volta capito che non è possibile mantenerli tutti attivi e in piena funzione.
I bonus ancora validi per la casa sono ancora molti. Partendo dal bonus bollette per luce, gas e internet da 300 euro, passando poi al bonus televisione, per poter cambiare il vecchio apparecchio con uno più al passo coi tempi, e soprattutto alle nuove tecnologie di trasmissione. Uscendo dall’ambiente domestico troviamo i 2 bonus da 600 euro per l’esilo nido e del bonus psicologo, utile dopo gli anni di pandemia. Non dimentichiamo poi del bonus Draghi, con i 200 euro una tanum che verranno corrisposti a luglio. Infine troviamo il rimborso del 70% delle spese con il Pos e il bonus della carta docenti da 500 euro. Questi sono solo alcuni dei bonus ancora attivi e che pesano in maniera considerevole sulle tasche dello Stato. Presto dovrà essere operata una scrematura.
Fonte: Missione Risparmio
Auto elettriche, il passo avanti dell’Europarlamento
Non è il fischio finale della partita, che resta lunga da giocare e complicata. Ma il voto di mercoledì con cui il Parlamento europeo ha respinto la proposta – avanzata in prevalenza da gruppi e parlamentari conservatori, appoggiata anche da qualche presunto progressista – di rinviare oltre la scadenza prevista del 2035 il bando alla vendita di auto con motore endotermico, cioè alimentato con carburanti fossili, è una buona notizia.
L’elettrificazione del parco automobilistico, coniugata a una produzione elettrica sempre meno dipendente da carbone, gas e petrolio, è infatti una risposta urgente, improrogabile all’esigenza di azzerare le emissioni di anidride carbonica da cui dipende in grande parte la crisi climatica: in Europa, infatti, il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni totali di CO2, e oltre due terzi di queste proviene dal trasporto stradale. Raggiungere la “neutralità climatica” entro metà di questo secolo è un obiettivo che l’Europa si è già data da tempo, ponendolo a fondamento di quello che è stato chiamato “green new deal”. Oggi questo stesso traguardo si mostra decisivo non solo per contribuire a fermare la crisi climatica, a impedire che l’aumento delle temperature rispetto ai livelli preindustriali tocchi la soglia critica dei 2 gradi centigradi, ma per difendere la nostra libertà e sovranità come europei: per liberarci dal rischio di finire sotto il ricatto di regimi e dittatori – oggi Putin, domani qualche altro – che controllano le risorse fossili.
È bene ripeterlo: questo voto è solo una tappa verso la decisione finale, affidata come sempre nell’Unione europea a una faticosa triangolazione tra Parlamento, Commissione e governi nazionali. Inoltre la soddisfazione per il no al rinvio della data di messa fuori mercato delle auto a motore endotermico è mitigata da un altro voto sempre del Parlamento europeo che ha bloccato l’iter di approvazione del piano di misure per arrivare al più presto nell’Unione a zero emissioni di CO2. Ma resta il segnale incoraggiante: l’unico organismo di rappresentanza democratica dell’Unione europea ha detto che il futuro prossimo della mobilità su strada è nel 100% di auto elettriche.
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Maturità senza mascherine, Costa insiste: «Mercoledì il decreto: già facciamo votare i 18enni senza indossarle»
Il sottosegretario si dice fiducioso che nel prossimo Cdm possa arrivare un «brevissimo decreto» per eliminare le mascherine agli esami
Potrebbe arrivare già mercoledì 15 giugno un decreto per abolire l’obbligo di indossare le mascherine per studenti e insegnanti in occasione degli esami di Maturità e terza media. Ne è sempre più convinto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che in un’intervista al Corriere della Sera rilancia la necessità di cambiare una delle ultime restrizioni anti Covid ancora in vigore anche nella scuola: «Gli esami di Maturità devono svolgersi senza mascherina – incalza Costa – è una questione di coerenza e di responsabilità».
Il decreto nel prossimo Cdm
L’occasione per cancellare l’obbligo sarebbe il prossimo consiglio dei ministri, da cui è atteso anche il via libera per non indossare più le mascherine in diversi luoghi chiusi, come cinema e palazzetti in occasione di eventi sportivi: «Sono fiducioso – dice Costa – approveremo un brevissimo decreto che dispenserà gli studenti da questo obbligo: non ha più ragioni di permanere. Non ragioni scientifiche, almeno».
Lo scontro politico nel governo sulle mascherine
Il dibattito interno al governo sulle mascherine al chiuso ancora una volta è tutto politico, sottolinea il sottosegretario, che sottolinea la contraddizione della legge sullo svolgimento del voto per le Comunali e il referendum di domenica 12 giugno: «Non capisco come si possa sostenere che un maturando diciottenne possa andare al seggio elettorale, domenica, senza mascherina, ma non potrà varcare l’ingresso della scuola senza indossarla». Secondo Costa, quindi, da parte del governo serve un gesto di onestà, con una frecciata anche al ministro Patrizio Bianchi che aveva scaricato la scelta sui presidi o i presidenti di commissione d’esame: «Prendiamo la responsabilità di una scelta. Senza uscite come quella di affidare la decisione ai dirigenti scolastici».
Fonte: Open
Per tutte le info: info@roma-news.it
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