Draghi: “L’accordo sull’embargo al petrolio russo è stato un successo”
Bruxelles – “L’accordo sull’embargo al petrolio russo è stato un successo”. A dichiararlo è il premier italiano Mario Draghi al termine del Consiglio europeo a Bruxelles.
“L’accordo sulle sanzioni è stato un successo completo. Immaginarlo qualche giorno fa non sarebbe stato credibile. L’Italia non esce penalizzata dall’intesa, anche per noi l’obbligo di non importare petrolio russo scatterà alla fine dell’anno, e quindi saremo come tutti gli altri – ha spiegato il presidente del consiglio -. Sul funzionamento del mercato dell’energia e sui prezzi alti siamo stati accontentati. La Commissione ha ricevuto ufficialmente mandato per studiare la fattibilità del price cap”.
“Non illudiamoci – ha aggiunto Draghi -. Queste sanzioni dureranno molto, molto, molto a lungo. Quindi tute le linee commerciali verranno cambiate, per molti anni se non per sempre. Il momento massimo di impatto delle sanzioni contro la Russia sarà questa estate”.
“Non si può perdere la battaglia sulla sicurezza alimentare – ha detto ancora – altrimenti i paesi che rischiano carestie e che già non stanno con l’Occidente si sentiranno traditi e non verranno mai dalla parte dell’alleanza”.
“Lo status di candidato dell’Ucraina in Ue trova l’obiezione di quasi tutti i grandi stati dell’Ue, tutti direi, esclusa l’Italia – ha proseguito -. Lo status di candidato al momento non è prevedibile per l’opposizione di questi paesi ma immaginare un percorso rapido per l’Ucraina sì. E mi sembra che anche la Commissione sia d’accordo. Il governo da quando si è formato è fermamente collocato nell’Ue, nel rapporto storico transatlantico. E si è mosso sempre su questo binario e continua a muoversi”.
Fonte: Tusciaweb
Sul petrolio russo l’UE dimostra la sua forza
Passano le settimane e l’Unione europea dimostra una forza per alcuni inattesa nell’affrontare la prima guerra nella quale è stata costretta ad entrare. Non spara l’Unione, ma fornisce armi, addestra militari, condivide informazioni di intelligence ed ha i suoi danni di guerra, che sono, principalmente, i costi che deve pagare per le sanzioni che emana contro Mosca, che danneggiano certamente in maniera non paragonabile l’aggressore dell’Ucraina, ma che qualche danno lo provocano anche all’interno. E’ inevitabile, quando si è costretti a difendersi qualche costo lo si paga comunque.
Non è una situazione facile per i Ventisette, e soprattutto non è una una situazione per la quale l’Unione si era mai preparata in qualche modo. I Patti di Roma hanno prevenuto nuove guerre in gran parte dell’Europa, e in particolare tra i Paesi che più ne avevano fatte tra loro, ma le ha prevenute perché i protagonisti, sin dall’inizio, hanno aderito ad un patto tra loro. L’UE non era stata pensata per fronteggiare aggressioni dall’esterno come è questa scatenata da Vladimir Putin. Il dittatore russo non ha attaccato direttamente i territorio dell’Unione europea, ma la minaccia che ha espresso con l’invasione, le dichiarazioni che negli anni ha fatto, hanno fatto percepire questa guerra come un attacco ad un Paese amico dei Ventisette e come prodromo ad altri contro Paesi membri.
Dunque quest’Unione che veniva criticata, con ragioni anche solide, per non avere una politica estera comune, per non avere una difesa comune, per aver, addirittura, accolto in sé Paesi dell’ex impero sovietico che così diversi sono “da noi” come storia e valori, è riuscita ad approvare in meno di tre mesi ben sei pacchetti di sanzioni contro la Russia, in un crescendo che ha dell’incredibile sia nel peso e nelle conseguenze che si è accettato di gestire sia nell’adesione unanime. Certo, ci sono compromessi che si sono resi necessari per tenere tutti a bordo, ma noi italiani, che così bene scherziamo sulle assemblee di condominio per non dire sulle caratteristiche dei nostri partiti politici o del nostro Parlamento, dovremmo capire facilmente che successo sia organizzare pacchetti di sanzioni come questi in poche settimane. Noi che abbiamo condomini senza ascensori o che violiamo da anni le norme UE su una minuscola categoria di aziende come quelle balneari perché non si trova un accordo tra gli interessati.
L’accordo sullo stop al petrolio russo, a dispetto delle previsioni, per l’ennesima volta errate di Putin sulle divisioni europee, è dunque un successo notevole, non sembrava ci fossero i presupposti di “buona volontà” e determinazione, di unione e condivisione necessari. Invece ci sono, con buona pace anche di quei sovranisti italiani che guardano a Viktor Orban come un faro, senza aver minimamente capito chi è, nel male e nel bene (che, certo, è davvero poco).
Come dice bene un’eurodeputata esperta come Patrizia Toia, questa intesa “indica una volontà europea più forte di tutti i suoi limiti istituzionali”.
Fonte: Eunews
Di Maio in visita a Praga: focus su Ucraina ed energia
In vista del semestre di presidenza ceco dell’Ue, il ministro degli Esteri in missione dall’omologo Lipavsky
Il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ieri in visita a Praga, una missione che, come riferisce in una nota ufficiale la Farnesina, conferma la solidità dei rapporti bilaterali tra Italia e Repubblica Ceca e la comune volontà di approfondirli ulteriormente. Con l’omologo ceco Lipavsky, Di Maio ha firmato infatti una versione aggiornata dell’intesa sulla collaborazione tra i due ministeri degli Esteri, estendendola a nuovi ambiti per intensificare il coordinamento su Europa orientale, Mediterraneo orientale, Sahel e Corno d’Africa e sul tema della sicurezza energetica.
La nota riferisce ancora che nell’agenda dell’incontro tra i ministri è previsto uno scambio di valutazioni sui principali scenari di crisi internazionali, con particolare riferimento alla guerra in Ucraina e all’esigenza di uno sforzo coordinato a livello europeo, sia per rispondere alla crisi umanitaria derivante dal conflitto, sia per ridurre la dipendenza energetica del continente dalle fonti fossili russe. Particolare attenzione verrà dedicata ai temi europei, anche in vista del semestre ceco di presidenza dell’Unione europea (luglio-dicembre 2022), che l’Italia auspica possa coincidere con un rilancio del percorso di allargamento ai Balcani occidentali.
La visita di Di Maio è servita inoltre per consolidare ulteriormente le relazioni economico-commerciali tra i due Paesi, già caratterizzate da un interscambio commerciale assai significativo, pari a 14,7 miliardi di euro nel 2021, e dalla presenza in Repubblica Ceca di una consolidata e dinamica comunità imprenditoriale italiana, con oltre 3.000 aziende.
La Farnesina riferisce infine che transizioni verde e digitale, infrastrutture e settore spaziale sono solo alcuni dei settori su cui si intende lavorare per un rafforzamento delle sinergie economiche tra Roma e Praga. Sul piano culturale, l’Italia intende ampliare ulteriormente l’offerta di lingua e cultura italiane nel Paese, a partire dalle attività dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga, di cui ricorre quest’anno il centenario dalla fondazione.
Fonte: Agenzia Dire
Ucraina: a Roma i giovani di Sant’Egidio in piazza per la pace
ROMA – “Il primo giugno, alla vigilia della Festa della Repubblica, per ribadire con ancora più forza – insieme alla Costituzione – che l’Italia ‘ripudia la guerra’, le più giovani generazioni, bambini di diverse scuole della capitale, si sono ritrovati in Piazza del Popolo per manifestare a tutti la loro voglia di pace. Erano presenti anche minori ucraini”. Lo comunica in una nota la Comunità di Sant’Egidio, il cui movimento giovanile, Giovani per la Pace, organizza l’iniziativa.
“Insieme ai Giovani per la Pace – si legge nel comunicato – i bambini delle elementari hanno preso coscienza in questi ultimi mesi che la scuola è il luogo che sconfigge davvero la guerra, perché dà voce a chi non sa parlare, costruisce un legame anche nei quartieri dove esistono più divisioni e apre alla conoscenza del mondo”.
In piazza, si legge ancora nel comunicato, “sono state portate anche alcune tra le lettere sulla pace scritte dai bambini di tutto il mondo, che la Comunità di Sant’Egidio ha raccolto per consegnarle al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres”.
La nota prosegue: “In oltre tre mesi di guerra, tante iniziative per dire di ‘no’ alla guerra, portate avanti dai giovani e dai giovanissimi, rappresentano una domanda aperta per gli adulti e per i responsabili delle nazioni, che la pace non riescono o non vogliono fare”.
Fonte: Redattore Sociale
Per tutte le info: info@roma-news.it
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