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Ucraina: telefonata Draghi-Putin, focus su conflitto e crisi alimentare

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto nel pomeriggio di ieri, una conversazione telefonica con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Il colloquio si è incentrato sugli sviluppi della situazione in Ucraina e sugli sforzi per trovare una soluzione condivisa alla crisi alimentare in atto e alle sue gravi ripercussioni sui Paesi più poveri del mondo. Così in una nota Palazzo Chigi.

Fonte: Il Tempo

Ucraina, Russia: «Piano di pace Italia non è serio»

 

 

Il piano di pace italiano sull’Ucraina “non è serio”. Da Mosca arriva una nuova bocciatura, questa volta dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov, dopo che due giorni fa si era espresso contro il vice presidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev. “Nessuno ci ha consegnato niente, possiamo solo essere guidati dalle speculazioni, dalle descrizioni di questa iniziativa che appaiono sui media”, ha esordito Lavrov, in un’intervista a Rt arabic. Salvo poi aggiungere: “Per quanto ne so, dice che la Crimea e il Donbass dovrebbero far parte dell’Ucraina ricevendo ampia autonomia. Bene, politici seri che vogliono ottenere un risultato e non si impegnano in autopromozione davanti agli elettori non possono proporre queste cose”.

Il ministro degli Esteri russo cita poi il collega italiano Luigi Di Maio, che “è entrato nello spazio mediatico, facendo così attivamente pubblicità all’iniziativa in quattro punti: l’abbiamo solo letta, abbiamo letto che questa iniziativa può portare alla pace da tanto attesa”. Il capo della diplomazia di Mosca ha osservato che, secondo i media italiani, questa iniziativa può “non solo soddisfare Russia e Ucraina ma anche creare un nuovo processo di Helsinki, nuovi accordi sulla sicurezza” e che è “già stata sostenuta dai Paesi del G7 e dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres”. “Non so se questo sia vero o no”, ha concluso scettico Lavrov, ma “questo provocherebbe rammarico per il livello di comprensione che gli autori di questa iniziativa hanno della situazione e per la loro conoscenza dell’argomento, per la storia di questa questione”.

Nei giorni scorsi era stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha render noto di non aver “ancora visto” il piano italiano. “Speriamo che ci venga consegnato attraverso canali diplomatici e familiarizzeremo con esso”, aveva affermato.

Da parte sua, Medvedev aveva bocciato il piano definendolo basato su “fake”. “L’Occidente ha abbracciato il desiderio di creare ‘piani di pace’ che dovrebbero portare a una soluzione della crisi in Ucraina. E andrebbe bene se si trattasse di avanzare opzioni che almeno in qualche modo tengano conto della realtà. Ma questo è solo un puro flusso di coscienza”, ha scritto.

Fonte: Il Roma

Draghi: la guerra in Ucraina, spinta al cambiamento

Il presidente del Consiglio è intervenuto al XIX Congresso confederale Cisl. Sul tavolo, il tema della crisi che colpisce «in particolare i cittadini più vulnerabili, le realtà sociali più fragili»

 

 

«La guerra in Ucraina rende i nostri sforzi di cambiamento più complessi e al tempo stesso più necessari». Lo ha affermato con chiarezza il presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenendo questa mattina, 26 maggio, al XIX Congresso confederale della Cisl. «Il mercato dell’energia vive una fase di forte volatilità che penalizza i lavoratori e le imprese – ha ammonito -; i blocchi alle esportazioni, i colli di bottiglia degli approvvigionamenti, i ritardi nelle consegne hanno messo in luce la debolezza dei nostri sistemi industriali». Queste crisi, nell’analisi del premier, «colpiscono in particolare i cittadini più vulnerabili, le realtà sociali più fragili e mettono a dura prova la coesione sociale». Nello stesso tempo, «ci costringono a ripensare la nostra politica energetica, le nostre catene produttive, il nostro sistema di filiera».

Dal presidente del Consiglio anche una rassicurazione: «Interverremo per rafforzare la nostra economia in modo strutturale, per renderla più competitiva ma anche più sostenibile», ha detto, ricordando che «nelle scorse settimane, abbiamo raggiunto accordi con diversi Paesi, dall’Algeria all’Azerbaigian, per ridurre la nostra dipendenza dal gas russo e rafforzare la nostra sicurezza energetica. In settori strategici come i semiconduttori e le batterie – ha proseguito – abbiamo stanziato somme ingenti e avviato progetti innovativi per riportare la produzione in Europa e ridurre la dipendenza dall’estero. Accorciamo le catene del valore in settori come il farmaceutico e i materiali critici e investiamo sulla sicurezza alimentare», ha aggiunto.

Nel discorso di Draghi anche il tema del lavoro – con l’invito a «investire in formazione professionale, con incentivi per i giovani, ed eliminare gli ostacoli all’occupazione delle donne» – e della sicurezza sul lavoro, su cui «molto resta da fare», ha evidenziato. Quindi, la pressione fiscale, a proposito della quale ha annunciato la previsione di un calo di «0,4 punti percentuale rispetto all’anno scorso: la riduzione più consistente degli ultimi sei anni». Il governo, ha rivendicato, «si è mosso con rapidità per tutelare i lavoratori di fronte alle molte crisi di questi anni. Abbiamo introdotto l’Assegno unico per i figli, un sussidio familiare più semplice, equo, inclusivo, esteso anche agli autonomi, ai disoccupati e agli incapienti», ha ricordato; con la riforma dell’Irpef «abbiamo sostenuto i redditi delle famiglie, soprattutto le più deboli. Questi maggiori trasferimenti valgono a regime quasi 14 miliardi di euro e rendono il nostro sistema fiscale più razionale e più giusto», ha evidenziato ancora il presidente del Consiglio. «Per sostenere i salari – ha continuato – abbiamo ridotto i contributi a carico dei lavoratori per quest’anno. Per tutelare i cittadini dai rincari energetici, abbiamo ampliato la platea di persone che possono usufruire del bonus sociale elettricità e gas e tagliato le accise sui carburanti. Abbiamo introdotto un’indennità una tantum da 200 euro per 28 milioni di italiani», l’elenco delle misure adottate. A fare da filo conduttore, una sola consapevolezza: «Siamo qui per fare quello che serve all’Italia, ai lavoratori, alle imprese. Non per stare fermi. E siamo qui per farlo, insieme a voi, alle parti sociali».

Fonte: RomaSette

Papa Francesco in S. Maria Maggiore il 31/5 per invocare la pace in Ucraina

 

 

Per “offrire un segno di speranza al mondo che è sofferente per il conflitto in Ucraina, e profondamente ferito per la violenza dei tanti teatri di guerra ancora attivi”, martedì 31 maggio alle ore 18, il Papa reciterà la preghiera del Rosario davanti alla statua di Maria Regina Pacis nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma”. Lo ha annunciato il dicastero per la Nuova Evangelizzazione spiegando che tale preghiera sarà a conclusione del mese mariano e che saranno coinvolti i Santuari internazionali di tutto il mondo insieme ad “alcuni santuari situati in Paesi tutt’ora colpiti dalla guerra o con una forte instabilità politica al loro interno causa di numerosi episodi di violenza”.

“Questi santuari pregheranno il rosario in contemporanea al Santo Padre e saranno collegati via streaming alla diretta di Roma. Saranno in collegamento con il Papa: Santuario della Madre di Dio (Zarvanytsia) in Ucraina; Cattedrale di Sayidat al-Najat (Nostra Signora della Salvezza) in Iraq; Cattedrale Nostra Signora della Pace in Siria; Cattedrale di Maria Regina d’Arabia in Bahrein. Insieme a questi, i Santuari internazionali:Shrine of Our Lady of Peace and Good Voyage; International Shrine of Jesus Saviour and Mother Mary; Santuario di Jasna Góra; Santuario Internazionale dei Martiri Coreani; Santa Casa di Loreto; Beata Vergine del Santo Rosario; International Shrine Our Lady of Knock; Beata Vergine del.Rosario; Madonna Regina della Pace; Nostra Signora di Guadalupe; Nostra Signora di Lourdes”.

“La preghiera – spiega la nota – verrà trasmessa in diretta sui canali ufficiali della Santa Sede, saranno collegati tutti i network cattolici del mondo e sarà fruibile per le persone sorde e ipoudenti attraverso la traduzione nella lingua dei segni italiana LIS.

Tutti i fedeli in ogni parte del mondo sono invitati a sostenere Papa Francesco nella
preghiera alla Regina della Pace”.

A sostenere la preghiera del Papa saranno presenti in S. Maria Maggiore, continua il comunicato vaticano, “varie categorie di persone in rappresentanza del Popolo di Dio. Ci saranno ragazzi e ragazze che hanno ricevuto la Prima Comunione e la Cresima nelle scorse settimane, Scout, famiglie della Comunità ucraina di Roma, rappresentanti della Gioventù Ardente Mariana (GAM), membri del corpo della Gendarmeria Vaticana e delle Guardia Svizzera Pontificia e le tre parrocchie di Roma intitolate alla Vergine Maria Regina della Pace, insieme ai membri della Curia romana.
Come segno di vicinanza a chi è più coinvolto nelle dinamiche di questi tragici eventi, sono
stati invitati a recitare le decine del Rosario: una famiglia ucraina, persone legate a vittime di guerra e un gruppo di cappellani militari con i rispettivi corpi”.

La mota ricorda infine che la statua
di Maria Regina Pacis si trova nella navata sinistra della Basilica di Santa Maria Maggiore. Fu voluta da Benedetto XV, realizzata dallo scultore Guido Galli, all’epoca vicedirettore dei Musei Vaticani, per chiedere alla Vergine la fine della Prima Guerra Mondiale nel 1918. La Madonna è rappresentata con il braccio sinistro alzato come segno per ordinare la fine della guerra, mentre con
il destro tiene il Bambin Gesù, pronto a far cadere il ramoscello di ulivo simboleggiante la pace. Sul basamento sono scolpiti dei fiori, a simboleggiare il rifiorire della vita con il ritorno della pace. È tradizione che i fedeli depongano ai piedi della Vergine dei piccoli biglietti scritti a mano con le intenzioni di preghiera. Il Papa deporrà ai piedi della statua una corona di fiori prima di rivolgere la sua preghiera alla Madonna e lasciare la sua intenzione particolare.

Fonte: Il Faro di Roma

In parrocchia romana concerto con bambini e artisti ucraini

Il 27 maggio. In parrocchia giochi e lezioni per i rifugiati

 

 

Un concerto di beneficenza con la partecipazione di bambini, giovani e artisti rifugiati ucraini: si terrà venerdì 27 maggio alle ore 19,30 nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale, in zona Prati a Roma.

La parrocchia ospita, fin dallo scorso mese di marzo, circa 150 bambini e di mamme rifugiati ucraini che frequentano i corsi di lingua italiana per stranieri.

I docenti, coordinati dalla direttrice della Scuola ucraina “Prestigio” di Roma, sono volontari specializzati nell’insegnamento delle lingua italiana a stranieri e sono coaudiuvati da interpreti volontai ucraini che parlano anche italiano. Il lunedì e il venerdì, dalle 15.00 alle 18.00, nei locali della parrocchia si attivano 5/6 classi di bambini e ragazzi dai 4 ai 18 anni, e 3/4 classi di mamme.

Durante questa settimana di preparazione alla festa della Madonna delle Grazie, il venerdì sarà animato dagli ospiti ucraini con le loro musiche e canti tradizionali.

Il 27 pomeriggio inizierà alle 16,00 e fino alle 18,00 si terranno le consuete lezioni di italiano, alle 18,00 sarà offerta una piccola cena fredda a tutti i partecipanti, anche a gruppi che svolgono le lezioni in altre scuole di Roma, poi alle 19,30 in chiesa saranno consegnati gli attestati di partecipazione ai corsi e quindi inizierà il concerto.

Il ciclo di lezioni si concluderà lunedì 30 maggio.

Una cinquantina di bambini che hanno frequentato la scuola, parteciparanno anche al Grest estivo che si terrà in parrocchia dal 13 giugno al 1 luglio, una volta terminato l’anno scolastico.

Fonte: Ansa

Per tutte le info: info@roma-news.it

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