draghi-in-parlamento-non-arretra-sostegno-a-kiev

Draghi in Parlamento non arretra: sostegno a Kiev. C’è risoluzione

No Salvini e Conte ad armi, M5s chiede (invano) un nuovo voto

Nella crisi ucraina il governo ha tre obiettivi: sostenere dal punto di vista umanitario, finanziario e militare l’Ucraina; tenere alta la pressione sulla Russia, anche attraverso sanzioni; ricercare una soluzione negoziale. Sono i principi fissati dalla risoluzione votata a larga maggioranza dal Parlamento lo scorso primo marzo e su cui non si torna indietro. Se c’era (M5s in primo luogo, ma anche la Lega) chi si aspettava, o sperava, qualche ‘apertura’ da parte di Mario Draghi, è rimasto deluso dall’informativa che il premier ha tenuto questa mattina, prima al Senato e poi alla Camera.

Nel suo intervento Draghi è partito dall’analisi della situazione attuale, che vede l’esercito russo procedere “molto più lentamente del previsto” a causa della “convinta resistenza” del popolo ucraino. Però, ha sottolineato, il costo dell’invasione “in termini di vite umane è terribile” con fosse comuni in varie città, a partire da Mariupol, dove sono sono stati individuati 9 mila corpi. Infatti l’Italia, ha assicurato, ha offerto a Kiev sostegno “per indagare su possibili crimini di guerra”. Inoltre quasi 14 milioni di ucraini hanno dovuto lasciare le loro case e 116 mila sono arrivati in Italia, da cui è giunta una “meravigliosa manifestazione di amore e di efficienza collettiva”.

Adesso, per il presidente del Consiglio, occorre “raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire con forza i negoziati” e il colloquio del Capo del Pentagono Austin con il ministro della Difesa russo Shoigu, avvenuto il 13 maggio, rappresenta “un segnale incoraggiante”. Anche dopo l’”atto ostile” dell’espulsione di 24 diplomatici italiani, il governo intende “mantenere canali di dialogo” con Mosca perché è “soltanto da questi canali che potrà emergere una soluzione negoziale”. Però, è l’avvertimento del premier rivolto a quanti criticano l’invio di armi, “se oggi possiamo parlare di un tentativo di dialogo è grazie al fatto che l’Ucraina è riuscita a difendersi” e dunque “l’Italia continuerà a sostenere il governo ucraino nei suoi sforzi per respingere l’invasione russa”. Lo farà “in stretto coordinamento con i partner europei”, nella consapevolezza che “ne va non solo della solidità del legame transatlantico, ma anche della lealtà all’Unione Europea”. E su questo, fa capire, il governo non ha intenzione di farsi imbrigliare dai partiti perchè, appunto, c’è un preciso mandato nella risoluzione e perchè “ha riferito più volte al Copasir che ha sempre riscontrato la coerenza del sostegno offerto rispetto alle indicazioni e agli indirizzi del Parlamento”.

Sul tema, nell’Aula del Senato, va in scena anche la netta divisione tra il Carroccio e Fdi, che ribadisce invece il pieno sostegno a Kiev. Ignazio La Russa, nel suo intervento, non rinuncia a “pungere” l’alleato leghista: “Noi che vogliamo la legittima difesa in casa nostra, come possiamo non ritenere legittima la difesa di chi è invaso nella casa della sua Nazione?” Pronta la replica di Salvini: “Quando qualcuno in quest’Aula rinnova l’invito a inviare altre armi e al massimo gli operai italiani tireranno la cinghia, io non ci sto”.

Se il tema degli aiuti militari era il più “spinoso”, non meno rilevante per il presidente del Consiglio è quello delle conseguenze del conflitto. In primo luogo alla crisi umanitaria dovuta all’invasione russa “rischia di aggiungersi una crisi alimentare”, con una “minaccia” alla “sicurezza alimentare di milioni di persone”. Per questo serve “una iniziativa condivisa tra tutte le parti che sblocchi immediatamente i milioni di tonnellate di grano bloccati nei porti del sud dell’Ucraina”. Per quanto riguarda l’energia, ha rivendicato, “ci siamo mossi rapidamente per ridurre la quota che importiamo dalla Russia di gas naturale”. In più l’esecutivo ha agito con la “massima determinazione per eliminare i vincoli burocratici che limitano l’espansione delle rinnovabili”. Sulla base di questi due pilastri, “le stime del Governo indicano che potremo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024”. Infine “il governo ha adottato misure molto sostanziose per tutelare le imprese e le famiglie dai rincari energetici”.

Parole che trovano il pieno sostegno di Italia viva e del Pd (per Enrico Letta Draghi ha detto “parole giuste” e la maggioranza deve “evitare divisioni”) ma che non sono affatto gradite al M5s.Giuseppe Conte dice no a nuovi invii di armi, mentre il capogruppo alla Camera Davide Crippa chiede che il Parlamento “possa esprimersi nuovamente con un voto” perchè l’invio di forniture militari “dopo 85 giorni di guerra non è efficace per costruire la pace”. Sulle armi è critico anche il leader della Lega Matteo Salvini. “Chi continua a parlare solo di armi e guerra non fa il bene dell’Ucraina”, ha detto, suggerendo poi a Draghi tre proposte: chiedere a Putin lo sblocco dei porti e un cessate il fuoco di 48 ore e sostenere la candidatura di Odessa per Expo 2030.

Questa dunque la linea (ferma) del governo, che attraverso l’invio di armi, una opera di “deterrenza” della Nato e una “pressione alta” con le sanzioni, vuol portare Mosca al tavolo delle trattative per “una pace duratura”, sul modello degli accordi di Helsinki, come aveva già proposto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che piaccia o meno a tutte le forze di maggioranza.

Fonte: Askanews

Guerra in Ucraina: De Magistris a Roma in presidio contro l’invio di armi

L’ex sindaco di Napoli col fronte pacifista ha manifestato davanti Montecitorio

 

 

“Davanti al Parlamento per dire no alla guerra, per lo stop all’invio delle armi e per presentare la nostra proposta di pace. Deputate di ManifestA e fronte pacifista, unite e uniti per la pace e per la soluzione diplomatica della guerra che deve cessare non con le armi del vincitore ma con la diplomazia dei giusti.”
È quanto afferma l’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris al termine dell’iniziativa dinanzi alla Camera dei deputati

Fonte: Ottopagine

Codeway Expo: sicurezza, sostenibilità alimentare nel tempo della guerra in Ucraina. Protagoniste le imprese italiane

La manifestazione alla Fiera Roma dedicata alla Cooperazione Internazionale. L’obiettivo di dare un taglio propositivo e operativo con azioni concrete e possibili, promosse dal sistema Italia e dagli operatori privati

 

 

ROMA – La questione della sicurezza e della sostenibilità alimentare è una delle sfide più urgenti di questo momento storico, resa ancora più acuta da contingenze drammatiche come la pandemia, la guerra in Ucraina e i cambiamenti climatici in atto. Con l’appuntamento di apertura di Codeway – Cooperation Development Expo, la manifestazione di Fiera Roma dedicata alla Cooperazione Internazionale, si è affrontato il tema con l’obiettivo di dare un taglio propositivo e operativo, con al centro azioni concrete possibili, promosse dal sistema Italia e dagli operatori privati. Si è guardato con attenzione al ruolo che le imprese italiane possono giocare nella strategia di proiezione internazionale dell’Italia sul tema della sicurezza e della sostenibilità alimentare, ponendosi al centro non solo del dibattito ma anche dell’azione che il nostro Paese svilupperà in questo settore centrale della cooperazione internazionale.

La penuria dei generi di base e gli effetti geopolitici. “L’Italia – ha commentato la Vice Ministra degli Esteri Marina Sereni, intervenendo in collegamento da Berlino a Codeway – guarda con grande preoccupazione alla situazione dei Paesi dell’area del Mediterraneo generata dalla guerra in Ucraina, in termini di aumenti dei prezzi e di penuria dei beni di base e alle conseguenze geopolitiche, economiche e sociali di questa situazione”. Per vincere la sfida della sicurezza alimentare e promuovere sistemi agroalimentari più sostenibili – secondo Marina Sereni – è necessario favorire la Cooperazione tra tutti gli attori, istituzionali e non, in una prospettiva multilaterale e multi-attoriale che investa nella ricerca di sinergie, alleanze e partenariati di lungo periodo”. La Vice Ministra ha quindi ribadito che “per vincere la sfida della sicurezza alimentare e promuovere sistemi agroalimentari più sostenibili, le imprese giocano un ruolo centrale”.

Il contributo positivo delle imprese. Ha posto l’attenzione sulla centralità del ruolo delle imprese anche Angelo Riccaboni, Presidente Fondazione PRIMA, Barcellona, e Santa Chiara Lab, UniSi, Co-Chair UN SDSN Europe, Parigi. “In questo stesso periodo è maturata anche la consapevolezza che le imprese possono fornire un contributo positivo ad affrontare le questioni ambientali e sociali cui ci troviamo di fronte – ha illustrato il Professore -. Questo può avvenire in due modi: inducendo le imprese a migliorare la quantità e la qualità, compresa la sostenibilità, delle proprie produzioni e sfruttando al massimo il loro potenziale di cooperazione in ragione della loro partecipazione alle filiere globali. In tale contesto, l’esperienza italiana appare particolarmente significativa. Interessanti potenzialità – ha sottolineato Riccaboni – sono espresse in particolare dal modello di filiera venutosi a creare in Italia e per le modalità con cui le imprese italiane partecipano alle filiere globali. Le filiere italiane sono costituite, tradizionalmente, da aziende molto attente ai territori, capaci di valorizzare, attraverso prodotti di qualità, l’elevato grado di biodiversità del nostro Paese, le differenti produzioni agroalimentari e le eterogenee culture locali del cibo”.

Continua a leggere su: La Repubblica

I pacifisti e l’Ucraina in piazza a Roma

 

 

Le ragioni della pace tornano in piazza a Roma con la seconda presentazione dell’e-book di Sbilanciamoci “I pacifisti e l’Ucraina”: lunedì 23 maggio con Luciana Castellina, Nichi Vendola e Giulio Marcon nel quartiere universitario di San Lorenzo.

Seconda presentazione a Roma del libro collettivo di Sbilanciamoci!, scaricabile anche dal sito, “I pacifisti e l’Ucraina”:  dopo quella a Garbatella di sabato 14 maggio, ora l’e-book verrà presentato in piazza dell’Immacolata nel quartiere di San Lorenzo, lunedì 23 maggio con Luciana Castellina e Nichi Vendola e Giulio Marcon. L’iniziativa è stata organizzata da Sbilanciamoci insieme a Sinistra italiana, nella cui direzione nazionale siedono Vendola e Castellina. “Vogliamo riportare in piazza le ragioni della pace, che spesso sono taciute dai giornali e dalle televisioni, far vedere che ci sono altri soggetti che parlano di pace e di guerra”, spiega Adriano Labbucci, segretario dell’area metropolitana di Sinistra italiana. E continua: “Abbiamo chiesto di poter utilizzare una piazza simbolo della sinistra romana come piazza Dell’Immacolata perché vogliamo tornare a discutere in luoghi aperti, frequentati dai giovani, in un quartiere vivo e ricco di associazioni culturali e politiche come San Lorenzo” . L’appuntamento di Sinistra italiana a San Lorenzo, dopo quello di Testaccio e di Trionfale, inizierà alle ore 18 e 30 e vedrà la partecipazione di Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci!” e di Luciana Castellina, che viene intervistata nel libro “I pacifisti e l’Ucraina” come memoria storica e punto di riferimento di tutto il movimento per la pace italiano. 

Fonte: Sbilanciamoci

Per tutte le info: info@roma-news.it

Like (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *