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Maxi incendio in una fabbrica di vernici alle porte di Roma

Maxi incendio a Monterotondo, alle porte di Roma, dove nel primo pomeriggio di lunedì 16 maggio, poco prima delle 13, le fiamme sono divampate nella zona industriale, in via Leonardo Da Vinci, nell’azienda “Setra Vernici Srl” che si occupa della produzione di vernici. 

Dal capannone si è levata una densa colonna di fumo nero visibile da diverse parti della città. Sul posto sono intervenute squadre dei Vigili del fuoco, carabinieri e Protezione civile. Il rogo è stato domato nella mattinata di oggi. Una persona è rimasta leggermente ferita a una mano e il titolare della ditta lievemente intossicato.

Sono in corso accertamenti per stabilire le cause dell’incendio che, stando alle prime informazioni, sarebbe scoppiato nei laboratori interni dell’azienda, mentre gli esperti dell’Arpa Lazio si occupano delle rilevazioni per il monitoraggio di qualità dell’aria.

Fonte: Pupia.tv

Avvocato morto in scooter a Prati: il Municipio finisce sotto inchiesta

A coinvolgerlo nell’indagine del pm Giovanni Gallo è stata la scoperta della segnaletica orizzontale quasi del tutto cancellato il segnale di «Stop» in via Francesco Caracciolo

 

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Nell’inchiesta sull’incidente in cui ha perso la vita l’avvocato Andrea Prosperi , 48 anni, il legale in passato sposato con la Miss Italia del 1998 Gloria Bellicchi, il I Municipio finisce sotto inchiesta. A coinvolgerlo nell’indagine del pm Giovanni Gallo è stata la scoperta della segnaletica orizzontale quasi del tutto cancellato il segnale di «Stop» in via Francesco Caracciolo. È l’incrocio dove è avvenuto l’incidente: la donna al volante di una Bmw il 14 aprile scorso ha travolto e ucciso l’avvocato – divenuto papà di tre figli dopo essersi risposato dieci anni fa – sul suo scooter proprio per non essersi fermata allo «Stop». La guidatrice, 55 anni, libera professionista, risultata negativa al test alcolemico e tossicologico, è indagata per omicidio stradale. Tuttavia le sue responsabilità nel sinistro dovranno essere valutate alla luce della carente manutenzione della segnaletica. Perché è vero che il cartello verticale è ben visibile, ma le strisce sull’asfalto sono quasi del tutto scomparse.

In particolare, nell’intervallo di tempo tra le 13,00 e le 16,00 (l’incidente è avvenuto alle 13.15) lo «Stop» diventa invisibile a chi percorre via Caracciolo per via del riflesso del sole sull’asfalto, condizione che può creare la sensazione di stare percorrendo una via con il diritto di precedenza. La negligenza della guidatrice, pertanto, potrebbe essere attenuata. E allo stesso tempo il pm ha deciso di valutare le responsabilità di chi nel Municipio aveva il compito di curare la segnaletica stradale.

In quell’incrocio, peraltro, già in precedenza erano avvenuti altri gravi incidenti mortali, come segnalato dai vigili del gruppo Prati: quello in cui ha perso la vita il legale, è stato il terzo nel breve giro di pochi anni tra via Caracciolo e via Ruggero di Lauria. Lo «Stop» sbiadito sull’asfalto avrebbe dovuto indurre l’amministrazione municipale a intervenire per garantire la sicurezza.

La segnaletica carente è diventata un problema grave in molte zone della città, per chi guida e per i pedoni. E’ di pochi giorni fa la sentenza di assoluzione di un guidatore responsabile di aver investito e ferito padre e figlia davanti alla scuola Villa Flaminia. Il giudice l’ha assolto per la condizioni di degrado: strisce pedonali ormai invisibili e otto macchine in doppia fila hanno reso impossibile valutare il comportamento dei due pedoni. Il 28 aprile una studentessa di 15 anni, da quel giorno in coma, è stata investita in viale Trastevere da un taxi mentre stava andava a scuola. Il pm Antonino Di Maio ha disposto accertamenti sulle strisce pedonali sbiadate, che la ragazza attraversava al momento di essere investita: il tassista potrebbe aver valutato male la situazione proprio per non aver visto bene le strisce e, pertanto, anche in questo caso la sua responsabilità potrebbe essere attenuata.

Fonte: Corriere Roma

Peste suina: sale la tensione. Trovato un cucciolo di cinghiale decapitato

 

 

I casi di peste suina africana registrati nella capitale sono saliti a sei. Dall’istituto zooprofilattico di Perugia è stata confermata l’infezione negli animali che sono stati analizzati e che, ha fatto sapere l’assessore alla sanità Alessio D’Amato, sono tutti “riferiti alla stessa area”.

Il cucciolo decapitato

Intanto nella riserva dell’Insugherata, dove era stato individuato il primo caso di cinghiale affetto d PSA, è stato effettuato un macabro ritrovamento. Nel pomeriggio di domenica 15 maggio, all’altezza di via Augusto Conti, un passante ha individuato la carcassa di un ungulato. Si trattava di un cucciolo, quindi con il classico manto striato, privo di testa. Una scoperta inquietante che ha finito per alimentare la protesta delle associazioni animaliste, già preoccupate per l’annunciata intenzione di combattere il virus ricorrendo agli abbattimenti.

L’ordinanza del commissario

In un clima che si sta arroventando, sta per essere licenziato un provvedimento particolarmente atteso e più volte richiesto dalla regione Lazio. “Credo che nella giornata di domani (16 maggio ndr) ) verrà firmata l’ordinanza dal commissario per quanto riguarda la zona di Roma quindi – ha dichiarato il sottosegretario Andrea Costa a TgCom24 – verrà definita la zona rossa e verranno definite tutte le attività possibili all’interno di questa zona”. Costa ha poi aggiunto che “contestualmente verrà redatto un piano per l’eradicazione del virus che prevederà, ovviamente, l’abbattimento selettivo per la presenza dei cinghiali sul nostro territorio”.

L’emergenza ed il contenimento dei cinghiali

“Dobbiamo essere consapevoli – ha aggiunto il sottosegretario  – che siamo di fronte a due emergenze. La prima è quella legata alla peste suina e per questo stiamo mettendo in atto tutta una serie di strategia”. L’altra invece “più ampia” è legata alla “presenza dei cinghiali sul nostro territorio che va oltre a quella che dovrebbe essere la densità prevista, provocando danni all’agricoltura e pericoli e sotto questo aspetto – ha concluso Costa- credo che bisogna mettere in atto un piano che preveda la sensibile riduzione della presenza di questi animali sul nostro territorio”. Il piano di contenimento, a livello regionale, già esiste e fa leva principalmente sull’impiego delle gabbie. Sistemate nelle riserve naturali, consentono la cattura degli esemplari che, in condizioni normali e quindi prima dell’arrivo della PSA nel Lazio, vengono poi inviati alle oasi venatorie o alla macellazione.

Fonte: NotizieRoma.com

Operaio morto alla Farnesina: schiacciato mentre recuperava il cellulare sul tetto dell’ascensore

Una delle ipotesi è che Fabio Palotti, dopo aver lavorato alla manutenzione dell’ascensore, non abbia inserito nuovamente il blocco pensando di poter recuperare velocemente il telefono dimenticato sul tetto della cabina.

 

 

Fabio Palotti, l’operaio trovato morto nel vano di un’ascensore del Ministero degli Esteri alla Farnesina, potrebbe essere morto per aver tentato di recuperare il telefonino che aveva dimenticato sul tetto di una delle cabine. E’ il possibile scenario ipotizzato dagli inquirenti.

Operaio morto alla Farnesina, schiacciato dall’ascensore mentre recuperava il cellulare

Mentre le indagini sono ancora in corso e sono diversi gli elementi in fase di valutazione, una delle ipotesi, riportate dal Corriere della Sera, è che l’operaio 39enne, dipendente da oltre dieci anni alla Smae di Casal Monastero, sia tornato nel vano dopo le operazioni di manutenzione per riprendere il telefono dimenticato sul tetto della cabina. Il 39enne non avrebbe azionato il meccanismo di blocco come fatto in precedenza durante le operazioni di manutenzione. In quegli attimi qualcuno avrebbe chiamato l’ascensore che lo ha schiacciato, uccidendolo sul colpo.

L’appalto alla Smae di Casal Monastero è stato intanto sospeso. L’Asl Roma 1 avrebbe riscontrato delle irregolarità su alcuni documenti, firme riguardo la formazione del personale, per le quali l’azienda dovrà pagare una multa. Si tratterebbe di mancanze che non hanno a che fare con l’incidente, ma che dovranno essere comunque verificate. Continuano comunque gli accertamenti relativi alle misure di sicurezza, per verificare se abbiano inciso su quanto accaduto. 

Fonte: Blitz Quotidiano

Dal 3 al 5 giugno al Parco del Foro Italico si svolgerà la tappa romana del Gran Prix. E in contemporanea nel trofeo Kim e Liù gareggeranno 2000 bambini i 6 e gli 11 anni

 

 

Roma si prepara a diventare per un fine settimana la Capitale mondiale del taekwondo, arte marziale coreana e disciplina olimpica che ha visto a Tokyo lo straordinario oro di Vito Dell’Aquila . Dal 3 al 5 al giugno al Parco Foro Italico andrà in scena il Roma Grand Prix, una delle quattro tappe del circuito mondiale che vedrà scendere sul tatami i più grandi campioni in attività: si affronteranno infatti i migliori 32 atleti del ranking di ogni categoria olimpica per guadagnare punti decisivi per la qualificazione ai prossimi Giochi Olimpici di Parigi 2024.

Le gare romane saranno disputate nello Stadio “Nicola Pietrangeli” . Sono 15 gli atleti azzurri convocati dal direttore tecnico Claudio Nolano, tra i quali spiccano i nomi di Vito Dell’Aquila, oro nella -58kg ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 e Simone Alessio, primo atleta italiano, nel 2019, a conquistare il titolo di campione del mondo nella -74kg, in cerca di gloria davanti il pubblico di casa nella -80kg. Tra i veterani, oltre che leader e Capitano degli azzurri, scenderà sul quadrato Roberto Botta, fresco vincitore nei pesi massimi allo Swedish Open 2022 e pronto a ritagliarsi il ruolo di protagonista anche al Roma Grand Prix, nella +80kg. Tra la compagine femminile spiccano diversi nomi di giovani azzurre, spinte dall’entusiasmo e la determinazione di Maristella Smiraglia, proiettata a raggiungere la zona medaglia nella +67kg, dopo aver conquistato l’argento allo Swedish Open 2022. L’evento è aperto al pubblico senza limitazioni e totalmente gratuito per chiunque voglia godere di uno spettacolo di sport dal vivo, assistendo ad una competizione ai massimi livelli.

In concomitanza al Roma Grand Prix avrà luogo il Kim & Liù, il torneo per piccoli atleti di taekwondo (6-11 anni) più grande al mondo. Circa 2000 bambini, provenienti da tutta Europa, si sfideranno in contemporanea ai loro idoli con il sogno di conquistare la loro prima medaglia. Fra loro anche tanti piccoli atleti di società laziali come la Fares Asd di Roma (con palestra a Pietralata) del maestro Simone Salvatori, la pluridecorata Fenice Taekwondo di Terracina del maestro Simone Longarini o la Carangelo di Gaeta diretta dal maestro Angelo Carandante. Il connubio atleti olimpici e bambini è una situazione che si vede raramente nello sport ma che rappresenta un’eccellenza voluta fortemente dal Presidente della FITA, Angelo Cito, per evidenziare come lo sport di base e l’alto livello siano fondamentali l’uno per l’altro. Nelle edizioni passate il villaggio, creato attorno ai campi di gara, è stata l’anima interattiva fulcro dei tre giorni, dove erano presenti aziende di food & beverage, diverse postazioni dedicate agli e-Sports presidiate da pro-player oltre a diverse iniziative charity per la sensibilizzazione degli spettatori presenti su diverse tematiche umanitarie, tema cardine del progetto THF Italia, la Fondazione umanitaria italiana di taekwondo. Anche quest’anno, per promuovere il Roma Grand Prix, è stato programmato un tour italiano che vedrà impegnato il Demonstration Team, la squadra acrobatica della World Taekwondo più importante al mondo, nelle suggestive città di Milano, Venezia, Alberobello, Monte di Procida, Orosei e Alghero, per concludere il tour nella Capitale, il 2 giugno, Festa della Repubblica.

Per tutte le info: info@roma-news.it

 

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