Ucraina: Coldiretti, porti chiusi bloccano 25 mln di grano
Cresce l’interesse sul mercato della speculazione
Quasi 25 milioni di tonnellate di cereali, tra grano, mais e altri prodotti siano bloccati nei magazzini ucraini in attesa di essere spediti, con un impatto devastante sugli approvvigionamenti di numerosi Paesi in via di sviluppo ma anche su quelli ricchi.
Il blocco delle spedizioni dai porti del Mar Nero sta alimentando l’interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che, spiega la Coldiretti, si sposta dai mercati finanziari ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori. Una situazione che nei paesi ricchi genera inflazione e mancanza di alcuni prodotti ma in quelli poveri allarga l’area dell’indigenza alimentare con il rischio di carestie in Africa e in Asia
E’ quanto stima la Coldiretti su dati del WFP. L’Ucraina, ricorda la Coldiretti, esporta nel mondo il 10% del frumento tenero destinato alla panificazione per un totale di oltre 18 milioni di tonnellate ma anche il 15% del mais per oltre 27 milioni di tonnellate.
Fonte: Ansa
La guerra in Ucraina non ferma l’elettrica: litio e nichel sufficienti per produrre 14 milioni auto
Secondo uno studio di Transport & Environment, non c’è carenza di materiali strategici. Occorre però la volontà dei governi europei per sostenere l’approvvigionamento
“La guerra in Ucraina ha dimostrato che dobbiamo liberarci dal petrolio – spiega Julia Poliscanova, senior director T&E – Il modo migliore per farlo è quello di passare all’elettrico. Nonostante quello che si dice, non c’è carenza di litio o nichel sulla terra. È solo una mancanza di volontà politica che lascia l’Europa vulnerabile alla contrazione delle forniture”.
In netto contrasto con il petrolio, il nichel e il litio (metalli cruciali per la produzione di batterie) sono in gran parte estratti in paesi democratici. Eppure, molti sostengono che non ci sono abbastanza materie prime disponibili per passare all’elettrico nel breve termine, un problema esacerbato dalle sanzioni sul nichel russo. Secondo T&E, i politici europei hanno bisogno di rafforzare le relazioni con paesi come l’Australia, l’Indonesia, il Canada e il Cile, ricchi di risorse, e avviare trattative con le relative compagnie minerarie .
E proprio in tal senso l’ong ha chiesto all’Ue di creare un’autorità dedicata a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di metalli critici di provenienza sostenibile. “Mentre la Cina e gli Stati Uniti stanno esercitando pressioni politiche per assicurarsi le forniture di metalli critici ha aggiunto Julia Poliscanova – i leader europei stanno setacciando il mondo per trovare più petrolio. Ora è il momento di concentrarsi sull’approvvigionamento delle materie prime sostenibili di cui il continente ha bisogno per la nostra indipendenza energetica e per un futuro verde”.
Fonte: La Repubblica
“Un commissario alle rinnovabili per far scendere le bollette”
Il prezzo dell’elettricità è insostenibile già oggi e la prospettiva di un taglio delle importazioni dalla Russia rischia di peggiorare il quadro: su questo sono tutti d’accordo. Ma conviene diversificare gli approvvigionamenti o diversificare le fonti? Trovare altri fornitori di gas o far crescere le rinnovabili? Gran parte delle attività del governo è mirata, soprattutto nel breve periodo, alla diversificazione degli approvvigionamenti. Elettricità Futura, l’associazione di Confindustria che rappresenta il 70% del mercato elettrico italiano, ha un punto di vista diverso.
“E’ profondamente ingiusto che famiglie e imprese italiane continuino a impoverirsi pagando l’elettricità 246 euro a megawattora, il prezzo all’ingrosso dell’aprile scorso, quando le rinnovabili offrono elettricità a un prezzo che è molto meno della metà rispetto al gas”, osserva Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura. “Inoltre, smettere di comprare il gas dalla Russia per aumentare le importazioni dall’Algeria e negoziare con Paesi come il Mali, il Congo o l’Angola mi auguro possa essere un’alternativa valida. Certamente valida come alternativa è fare molte più rinnovabili e noi avremmo immaginato che la priorità venisse data a questa soluzione”.
Che le rinnovabili siano convenienti non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello economico è un dato di fatto certificato dai rapporti dell’Agenzia internazionale dell’energia e dall’andamento dei mercati: da anni a livello globale gli investimenti in nuovi impianti per la produzione elettrica basati sulle rinnovabili superano di gran lunga gli investimenti in nuovi impianti basati sulle fonti fossili.
Continua a leggere su: MSN
Per tutte le info: info@roma-news.it