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Dl Ucraina bis: nuova stretta su bonus casa, allarme Pmi

Per lavori sopra i 516mila euro dovranno avere certificato SOA

Nuova stretta sui bonus edilizi: dal 1 luglio del 2023, per beneficiare dei bonus edilizi per lavori sopra i 516mila euro, bisognerà rivolgersi ad imprese che hanno la certificazione SOA, fino ad oggi necessaria alle aziende per poter partecipare ad appalti pubblici.

Lo prevede un emendamento al dl Ucraina bis, approvato dalle commissioni Industria e Finanze del Senato.

Allarme delle piccole imprese: “Il Parlamento si assume la grave responsabilità di escludere circa l’80% di micro e piccole imprese dal mercato della riqualificazione edilizia introducendo nuove e incomprensibili barriere burocratiche”, spiegano Confartigianato e Cna.

Fonte: Ansa

Da Roma a Kiev: il diario e le storie della missione Mediterranea

Ianiro ha 23 anni, studente di Filosofia e consigliere di Aurelio in Comune nel municipio XIII: “Spero di fare un’altra missione. Mi sono reso conto di quanto sia difficile per loro ricevere aiuti”

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Un ex pompiere reduce da Chernobyl che fugge dal trauma della guerra per ricongiungersi con la moglie che lavora a Roma. O un padre con tre figli che, nonostante l’esenzione dalle armi concessa dal governo, saluta la moglie al confine e decide di restare in patria a combattere. Sono solo due delle tante storie incrociate dalla missione Mediterranea che dall’Italia (e da Roma) ha portato aiuti umanitari in Ucraina, direttamente a Kiev, nel pieno del conflitto contro la Russia. A prendervi parte anche Lorenzo Ianiro, 23 anni, studente di Filosofia alla Sapienza e consigliere del XIII municipio per la lista civica Aurelio in Comune. 

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Una carovana di 7 mezzi alla volta di Kiev

Lorenzo ha partecipato alla carovana composta da sette van, cinque dei quali partiti da Roma. La prima tappa è stata Bologna, dove 21 volontari di associazioni differenti si sono incontrati e hanno fatto il carico di aiuti, soprattutto alimenti e farmaci: “Da lì abbiamo intrapreso un viaggio di 36 ore – racconta a RomaToday – fermandoci solo per mangiare e per brevi soste. Al confine tra Polonia e Ucraina la prima sorpresa: molte aiuto in entrata, con cittadini ucraini che stavano tornando a casa nelle regioni meno colpite dal conflitto, anche perché è stagione di semina e volevano occuparsi dei campi. Con i van abbiamo portato 262 contenitori di farmaci e dispositivi medico-sanitari, 171 contenitori di cibo, oltre 200 contenitori di altri generi di prima necessità, soprattutto per bambini e igiene personale. Tutto questo è stato diviso tra i Salesiani di Leopoli, la chiesa ortodossa e molto è andato a Charchiv tramite un gruppo di volontari che fa spola quotidianamente con Kiev”. 

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Il ponte distrutto sulla strada verso la capitale

Il primo allarme anti-aereo è a Leopoli: “E’ stato impressionante – continua Lorenzo – ci siamo subito nascosti nel rifugio dei salesiani. La mattina dopo abbiamo ripreso il viaggio sulla E40 diretti a Kiev, pensando fosse meno disastrata di altre strada, ma non è così. Infatti dopo poco ci siamo imbattuti in un ponte distrutto dai bombardamenti, che ci ha costretti a deviare su percorsi sterrati, pieni di fango. E’ così che ci siamo resi conto di quanto sia difficile per la capitale ucraina ricevere aiuti, perchè le strade sono in pessime condizioni e le tempistiche si rallentano molto”.

“Basta armi, bisogna costruire la pace”

A Kiev la missione ha incontrato alcuni rappresentanti di network pacifisti: “Siamo stati lì due notti – spiega Lorenzo – confrontandoci con molte persone che vorrebbero creare una rete umanitaria per costruire la pace fin da subito. Continuare a inviare armi in Ucraina non aiuta a raggiungere l’obiettivo e anzi rischia di contribuire a una escalation che può sfociare nel conflitto nucleare. C’è preoccupazione anche di questo in Ucraina”.

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Il pompiere reduce da Chernobyl in fuga dai russi

In una città che cerca lentamente di tornare alla normalità, con i supermercati che riaprono e i caffè fuori ai quali si può vedere qualche avventore, nonostante i check-point e il coprifuoco alle 22, la carovana di Mediterranea ha raccolto sui suoi van 28 profughi: “La prima tappa è stata in Polonia dove una signora si è ricongiunta con una parte della famiglia – conclude Lorenzo – altri li abbiamo lasciati in Emilia Romagna, uno invece è arrivato con noi a Roma. Parliamo di un ex pompiere che partecipò all’intervento di spegnimento dell’incendio a Chernobyl, sopravvissuto a quell’immane catastrofe e oggi costretto a fuggire dalla guerra. Se vorrei tornare in missione? Se me ne dovessero dare opportunità, assolutamente sì. Mediterranea tornerà a Kiev a fine maggio, lo scopo è creare un presidio sanitario per quelle persone che non sono in condizione di affrontare 36 ore di viaggio per arrivare in Italia”. 

Fonte: Roma Today

Roma: l’appello. “Mio figlio portato da madre in Ucraina, non ostacolare ricerche”

Il legale del genitore ha spiegato che “la situazione si è ulteriormente complicata dopo che la procura di Belgorod si è rifiutata, eccependo questioni di natura formale, di prelevare il bimbo nell’interesse del padre. Il consolato italiano sta cercando di mediare con le autorità ucraine ma da parte loro non c’è stata alcuna collaborazione, un vero e proprio muro di gomma”.

“Lancio un appello disperato: dall’inizio della guerra in Ucraina non ho più notizie di mio figlio di 9 anni. Chiedo alle autorità locali di non ostacolare le nostre ricerche, vorrei avere almeno la conferma che sia vivo e stia bene”. È l’appello di Giovanni Arcangeli, l’uomo che accusa la ex moglie, cittadina ucraina che ha perso la potestà genitoriale, di sequestro di persona e maltrattamenti del minore. Il padre ha perso le tracce del bimbo il 23 febbraio scorso quando il piccolo  si trovava a Belgorod Dnestrovskij, in provincia di Odessa, zona ora interessata dal conflitto e dai bombardamenti russi. Sul caso sono state avviate le indagini da parte della procura di Roma.

L’esposto

L’uomo, assistito dall’avvocato Gianluigi Scala, nelle scorse settimane ha depositato un esposto in Procura, a Roma. “La situazione si è ulteriormente complicata – spiega il legale – dopo che la procura di Belgorod si è rifiutata, eccependo questioni di natura formale, di prelevare il bimbo nell’interesse del padre. Il consolato italiano sta cercando di mediare con le autorità ucraine ma da parte loro non c’è stata alcuna collaborazione, un vero e proprio muro di gomma”.

Fonte: Sky TG24

Ambasciata ucraina a Roma rivestita della bandiera europea per la festa dei Paesi Ue

All’incontro sono intervenute 24 delegazioni diplomatiche dell’Europa. Eric Jozsef presidente EuropaNow: «Sanzioni, accoglienza dei profughi e invio di armi alla resistenza»

«Siamo qui, presenti a questo evento, tutti insieme per continuare a sostenere il popolo ucraino in ogni modo: con sanzioni, accoglienza dei profughi e invio di armi alla resistenza ucraina per difendersi»: parole di Eric Jozsef presidente di EuropaNow e organizzatore dell’appuntamento di solidarietà che si è svolto questa mattina all’ambasciata ucraina a Roma .L’associazione no profit è stata creata nel 2018 in Italia per «incoraggiare e sviluppare l’affermazione della cittadinanza europea e promuovere l’istituzione degli Stati Uniti d’Europa con pubblicazioni, festival, eventi culturali, attività educative, mobilitazioni». All’incontro sono intervenute ventiquattro delegazioni diplomatiche dei Paesi dell’Ue, in occasione della festa dell’Europa.

«La riunione di oggi serve a continuare a rimarcare il nostro sostegno al popolo ucraino che sta difendendo i valori dell’Unione Europea come la pace e la democrazia. Oggi abbiamo circondato la sede dell’ambasciata con 150 bandiere dell’Ue. Siamo vicini a quella nazione» ha concluso Joszef.

Fonte: Corriere Roma

Per tutte le info: info@roma-news.it

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