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Trieste: l’attrice Mastronardi al confine italo -sloveno tra gli ucraini in fuga. «La guerra è uno schiaffo alla democrazia»

L’attrice in prima linea per i diritti dell’infanzia: i bambini meritano il sogno di un futuro migliore, aiutiamoli a realizzarlo

TRIESTE È un volto familiare ai telespettatori italiani, un’attrice di talento dal fascino mai urlato, dotata di grande sensibilità nei confronti dell’infanzia più sfortunata e pronta a mettersi in gioco per le cause in cui crede. Diventata celebre sul piccolo schermo nel ruolo di Eva nella sitcom I Cesaroni e di Alice nella serie L’allieva, Alessandra Mastronardi è in missione a Trieste per conto di Unicef Italia, di cui dal 2019 è Goodwill Ambassador.

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“Settembre”: una commedia piena di grazia sulla ricerca della felicità

Settembre è il primo film da regista di Giulia Louise Steigerwalt, una commedia che racconta le vicende di diversi personaggi accomunati dall’insoddisfazione verso la loro vita. 

Una commedia corale che esplora il tema della sfida più ardua che si trova ad affrontare ogni essere umano, a tutte le età: la ricerca della felicità, e di come la vita che viviamo sia spesso lontanissima da quella che davvero vogliamo o avremmo voluto. E’ questo il nucleo narrativo di Settembre, il film che vede l’esordio alla regia di Giulia Louise Steigerwalt, già nota sceneggiatrice. Il film, prodotto da Matteo Garrone, con Groenlandia e Rai Cinema, che vede nel cast, tra gli altri, Barbara Ronchi e Fabrizio Bentivoglio, uscirà nei cinema di tutta Italia giovedì 5 maggio.

Di cosa parla il film Settembre

Sotto il sole dolce del Settembre romano seguiamo le vicende incrociate di personaggi apparentemente lontanissimi gli uni dagli altri, le cui vite però si sfiorano in un momento che per ognuno di loro diventerà determinante.

C’è Francesca (interpretata da Barbara Ronchi) una madre di famiglia quarantenne che si sente frustrata e sola a causa del rapporto ormai esaurito con un marito (Andrea Sartoretti) sempre distratto e assente. L’unico sostegno della sua vita è la sua migliore amica, Debora (Thony), anche lei con il peso sul cuore di un matrimonio ormai naufragato. Francesca riceverà uno scossone enorme dalla vita, e a quel punto troverà il coraggio di rivendicare il proprio diritto alla felicità.

 Il medico di Francesca, Guglielmo (Fabrizio Bentivoglio), è anche lui reduce da un divorzio, un uomo malinconica, stanco e disilluso, che per placare la sua solitudine si rivolge a una giovane prostituta Ana (Thesa Litvan). Ana è uno dei personaggi più puri del film, che sogna un amore normale, una vita normale, ma all’inizio non osa nemmeno sperarlo, figurarsi provare a concederselo. 

Parallelamente a questo mondo di adulti soli e  incastrati in una realtà che non gli dà nulla, seguiamo anche la storia di due adolescenti, Sergio e Maria ( i bravissimi Luca Nozzoli e Margherita Rebeggiani), alle prese con le prime esperienze e i primi amori, e con le prime, goffe, prove di vita vera.

Al centro del film ci sono gli incontri, i rapporti umani e la comunicazione autentica. Tutte le svolte nelle vicende che seguiamo sono la conseguenza di un confronto profondo con un altro personaggio, non all’insegna della saggezza, ma all’insegna di una comunicazione tra pari, che mette al centro difficili verità delle singole esistenze.

Settembre: una commedia piena di grazia sulla ricerca della felicità

Settembre è un film pieno di delicatezza, grazia e profondità, capace di scavare nelle vicende dei personaggi senza calare  la mano sulla parte buia delle loro storie, ma camminando accanto a loro con leggerezza, e assumendo il punto di vista delle loro battaglie quotidiane contro gli altri, ma soprattutto contro loro stessi e le loro scelte e non-scelte.

Giulia Louise Steigerwalt, che già come sceneggiatrice ci ha regalato alcuni gioiellini del cinema italiano degli ultimi anni come Marylin ha gli occhi neri, Il Campione e Croce e Delizia, ora si sposta dietro la macchina da presa e porta con sé la sua acuta sensibilità e capacità di scavare a fondo nell’animo umano, già rivelate dalla sua scrittura, che non dimentica mai, nemmeno in questo film, di usare tutti i colori della vita, e quindi porta sempre con sé anche un tocco di autoironia, il vero balsamo per gli animi dei suoi personaggi.

La struttura narrativa del film funziona come un orologio, che porta ogni protagonista ad arrivare in perfetto orario all’appuntamento con la propria sliding door, che qui è sempre l’incontro con un altro essere umano. Un incontro in cui la scintilla che fa scattare il cambio di rotta è la disponibilità a mettersi a nudo, e a raccontarsi con autenticità. 

In più, la regista, riesce a tenere perfettamente in equilibrio, ricorrendo anche a registri narrativi diversi, una commedia corale, guidando un cast di attori che si calano perfettamente nelle loro parti e si lasciano indicare la strada per svelare tormenti e sogni nascosti dei loro personaggi.

Tutti i protagonisti delle storie che si intrecciano vengono raccontati attraverso diverse sfaccettature. Nessuno di loro, accomunati dalla malinconia, ma anche da una fiammella di vita che cerca spazio per bruciare ancora, viene giudicato dall’autrice, che anzi riesce a narrarli in modo realistico e profondamente empatico.

Fonte: Today

Parkinson: la mostra “NonChiamatemiMorbo” a Roma

Giangi Milesi, presidente di Confederazione Parkinson Italia: “Con le foto di Giovanni Diffidenti raccontiamo con il sorriso la normalità di migliaia di famiglie italiane. Per informare e combattere lo stigma” 

Confederazione Parkinson Italia promuove la mostra fotografica a ingresso gratuito “NonChiamatemiMorbo” che racconta 43 storie di donne e uomini immortalati dall’obiettivo di Giovanni Diffidenti e narrate dalle voci di Lella Costa e Claudio Bisio. Diciotto tappe con oltre 5000 visitatori in due anni per una mostra che ora è arrivata al Corner MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo a Roma dove rimarrà fino al 22 maggio.

Il progetto conta sull’adesione di tutte le associazioni che in Italia si occupano di Parkinson e nasce con l’obiettivo di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia.

Il presidente di Parkinson Italia: “Eliminiamo la parola morbo”

“La mostra è partita da Milano e arriva a Roma dopo aver girato l’Italia per due anni in cui abbiamo raccolto storie ed esperienze di vita quotidiana ma anche progetti straordinari che raccontano diversi modi di convivenza con la malattia senza rinunciare alla propria vita o perdere il sorriso, e le immagini in mostra ce lo dimostrano!” sottolinea Giangi Milesi, presidente di Confederazione Parkinson Italia. “Quando si parla di una malattia è fondamentale scegliere con cura le parole da usare perché è il primo passo per combattere stigma e ignoranza. NonChiamatemiMorbo è un invito a cambiare atteggiamento nei confronti della malattia: il Parkinson non è contagioso, dunque eliminiamo la parola ‘morbo’ dal nostro vocabolario”.

Una nuova visione della malattia

La mostra è l’occasione per offrire una visione differente della malattia, ricordare l’importanza della diagnosi precoce e informare i cittadini raccontando come le persone con Parkinson possano continuare una vita di relazioni e attività, mantenendo un elevato livello di qualità di vita. Oltre alle immagini che ritraggono le persone con Parkinson, una sezione di scatti dedicata ai caregiver familiari pone inoltre l’accento sull’importanza di queste figure, principalmente figli e coniugi, nella quotidianità della persona con Parkinson. 

Continua a leggere su: Sky TG24

Per tutte le info: info@roma-news.it

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