Ucraina, la band dell’Eurovision al 1° maggio a Roma: “Grazie Italia”
I GO_A vengono da Kiev e altre zone d’Ucraina: “Al mondo non serve la guerra, dobbiamo restare uniti per salvarlo. Musica strumento di pace”
Tra i cantanti e le band che si sono esibite a Roma, sul palco del concerto del Primo maggio a piazza San Giovanni, ci sono anche i GO_A. Quartetto di musica electro-folk composto da Kateryna Pavlenko, Taras Shevchenko, Ihor Didenchuk e Ivan Hryhoriak, hanno rappresentato l’Ucraina all’Eurovision Song Contest del 2021. E ora, in Italia, hanno raccontato la drammatica esperienza del loro Paese in questi tempi di guerra.
La guerra in Ucraina raccontata al 1° maggio italiano
“Grazie a tutte queste persone per il loro supporto, l’Ucraina ne ha bisogno. Grazie davvero, perché noi vogliamo parlare della guerra e del nostro Paese. Il mondo non ha bisogno di guerra, ma abbiamo bisogno di essere uniti per rendere il Pianeta un posto migliore. Se le persone lo capiranno, il mondo migliorerà“. Lo ha dichiarato la frontwoman dei GO_A Kateryna Pavlenko dopo l’esibizione del gruppo ucraino al concerto del Primo maggio a Roma.
La cantante ha quindi voluto raccontare in terra italiana che cosa sta realmente succedendo in Ucraina. Queste le sue informazioni di prima mano: “Ieri dei missili hanno distrutto il centro di Kiev. Delle persone e dei bambini sono morti. Vedere questi eventi, sapere che stanno succedendo mentre ti trovi su un palco, è complicatissimo. Sai che il tuo Paese è in guerra, quindi per noi è dura. Ma andiamo avanti, perché vogliamo provare a parlare del nostro Paese. Questo è il nostro messaggio, e l’unica cosa che possiamo fare in questo momento“.
I GO_A, la loro storia e il loro messaggio al mondo
Kateryna Pavlenko ha spiegato di essere di Kiev, ma la band è composta da membri che provengono anche da altre zone dell’Ucraina. “Noi ci siamo uniti, e siamo uniti per fare musica – ha sottolineato –. La musica può essere uno strumento di pace, riguarda l’energia e le emozioni e aiuta le persone a fare meglio quello che devono fare. Aiuta ad aprire gli occhi e riflettere su questioni importanti. A volte bisogna fermarsi e decidere che cosa si può fare concretamente“.
“Ci può essere la pace, in ogni luogo del mondo, per tutte le persone. Dovremmo unirci tutti per la pace, non distruggere il nostro Pianeta. Perché distruggeremmo ogni persona che lo abita“, è il messaggio finale dei GO_A. Accompagnato da un ancora più chiaro: “Pace per questo mondo. E, per favore, aiutate l’Ucraina“.
Fonte: Newsby
Roma-Kiev: il dl Energia, le armi all’Ucraina e il distinguo tra partiti
Il dibattito politico si avvia ad affrontare una nuova tappa, legata al bilaterale che il premier, Mario Draghi, dovrebbe avere, il prossimo 10 maggio, con il presidente degli Usa Joe Biden
Il decreto Energia, per calmierare i prezzi, che dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri lunedì; il lavoro del governo, in sintonia con la Ue, perché si raggiunga l’indipendenza dal gas russo. Ma anche i distinguo fra le forze politiche sull’invio delle armi e la richiesta del Movimento 5 stelle affinché Draghi venga a riferire alle Camere per un confronto che si concluda con un voto del Parlamento. E’ ancora la guerra in Ucraina a tenere banco nel dibattito politico che si avvia ad affrontare una nuova tappa, legata al bilaterale che il premier, Mario Draghi, dovrebbe avere, il prossimo 10 maggio, con il presidente degli Usa Joe Biden.
Il tutto mentre sale la tensione Usa-Russia e il segretario di Stato Vaticano, Sergio Parolin, in un’intervista a ‘La Stampa’, fra l’altro, ammonisce: “Non si puo’ arrivare alla pace attraverso le armi, al contrario ci si puo’ arrivare solo rinunciando alle armi”. Dalle pagine del ‘Fatto quotidiano’ e del’Corriere della serà, è il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, a sottolineare: “Sarà importante che il premier chiarisca l’indirizzo politico che intende far valere nei contesti internazionali, e che questo sia vagliato e approvato dalla Parlamento”.
“Il M5s – ha dichiarato Conte a margine di un convegno – si oppone convintamente all’invio di armi sempre più pesanti e letali”. Poi, nell’intervista spiega: la distinzione fra le armi offensive e difensive “non è affatto vaga. La mia maggiore preoccupazione è che rimanga vago l’obiettivo politico che vogliamo perseguire. Offriamo sostegno all’Ucraina per difendersi oppure ci prefiggiamo di rovesciare il regime di Putin e di innalzare lo scontro armato portandolo a un livello planetario?”.
“Siamo favorevoli a sostenere l’Ucraina ai fini di una legittima difesa nel perimetro dell’articolo 51 dell’Onu, ma non siamo disponibili a inviare armi sempre più letali, sempre più pesanti, abbracciando una spirale di progressiva escalation militare che puo’ solo portare a maggiori sofferenze per la popolazione e distruzioni”, precisa.
Dal palco della conferenza programmatica del partito, il presidente di FdI, Giorgia Meloni, ha mandato nelle scorse ore il warning che sale dall’opposizione: “Noi vogliamo chiedere ai nostri alleati di essere leali con l’Italia. Noi continuiamo a chiedere con forza un fondo di compensazione per le nazioni che saranno più colpite dalle sanzioni. Il presidente degli Usa Biden dice che gli impatti delle sanzioni in America saranno minime? Da noi saranno massime. Non saremo i muli da soma dell’Occidente”.
E in un altro passaggio del suo intervento, Giorgia Meloni ha aggiunto: “Ora in Ucraina si decide il nostro futuro, i nostri equilibri“. “Non è sorprendente che chi si batte contro il giogo comunista, chi ama la sua patria sia disposto a combattere per quella patria”, ha continuato. “Mi sono chiesta perchè le madri ucraine hanno messo in salvo i figli nei corridoi umanitari e sono tornate indietro a combattere. Ma perchè voler far crescere i propri figli orfani? Perchè la patria è la prima delle madri, per questo la chiamiamo madrepatria. E quei figli sarebbero stati comunque orfani. Questo un patriota lo capisce, per noi è normale. Invece è normale che non lo capisca la sinistra, chi non crede nella parola patria”.
Fonte: AGI
Internazionali tennis Roma: la finale del 2021 tra Nadal e Djokovic
“Nadal batte Djokovic: decimo trionfo a Roma” – Era il 16 maggio 2021
Dieci volte Nadal. Ecco il re di Roma. Lo spagnolo trionfa al Foro Italico, battendo con merito Novak Djokovic in tre set: 7-5, 1-6, 6-3 il punteggio della finale dell’edizione 2021 (dopo due ore e quarantanove minuti) , la n. 78 degli Internazionali Bnl d’Italia. Era il sesto confronto a Roma tra loro due, e Rafa conferma la sua leadership (4-2) nel match più lungo che abbiano giocato sul Centrale. La sfida tra i due big ha appassionato gli animi e confermato la bontà dell’evento, il primo che ha visto il pubblico sugli spalti. “Vincere qui dieci volte è qualcosa di incredibile, non si poteva immaginare. Ho sofferto in tutto il torneo, cercando il miglior tennis sulla terra battuta, giorno dopo giorno. Sono molto felice” ha detto Rafa a fine match. “Ricordo la prima volta in finale qui a Roma nel 2005, una partita di oltre 5 ore contro Coria. Oggi dopo 16 anni siamo di nuovo qui. Sono super felice, ringrazio tutta la gente qui e l’organizzazione. Questo è senza dubbio il luogo più importante della mia carriera”.
<<La finale del 2020 tra Djokovic e Schwartzman>>
Il primo set è stato indecifrabile visto l’andamento: Djokovic è partito benissimo, ottenendo un break immediatamente. Ma, portatosi sul 2 a 0, il suo vantaggio è durato lo spazio di un minuto perché Nadal è tornato sui suoi passi e ha pareggiato immediatamente. Da quel momento l’equilibrio è regnato sovrano fino al 5 pari: qui però è stato il serbo ad avere dei dubbi sul proprio gioco, con la conseguenza di perdere il servizio e regalare il break a Nadal, che poi si è preso il set confermando il suo turno di servizio: 7-5 dopo un’ora e quattordici minuti di battaglia. La sensazione è comunque stata di un match molto equilibrato, dove i due giocatori hanno cercato di tenere la concentrazione massima fino alla fine, come se fosse uno Slam: solo nella parte apicale del set è stato il serbo a sembrare un pochino più in difficoltà nelle strategie di gioco, di fronte alla solidità dello spagnolo.
<<La finale del 2019 tra Nadal e Djokovic>>
Ma non si è numeri uno per caso, e Djokovic è tornato in campo come se nulla fosse successo: resettato il passato, ha ripreso a macinare il suo gioco, e Nadal ha effettivamente patito, tanto da essere costretto a cedere il servizio nel quarto gioco. Il game successivo, sul 3-1 in favore di Djokovic, ha vissuto momenti di grande intensità: ai vantaggi, i due non si sono risparmiati: alla fine ha prevalso il serbo che si è involato sul 4-1, confermando ancora sul servizio del spagnolo: 5-1 e percentuali statistiche di Nadal clamorosamente abbassate. Ma più per merito del numero uno che per suo demerito. Per dire, prima di cedere, Nadal ha annullato due set point al serbo, a dimostrazione del suo grande orgoglio. Ma la striscia vincente di Djokovic non si è fermata: così, sull-1-1, con cinque giochi di fila, ha riapparigliato la finale degli Internazionali Bnl d’Italia, dopo un’ora e cinquantasette minuti di gioco (43 solo per la seconda frazione), a conferma che ogni volta che i due rivali si sono affrontati a Roma sono sempre andati oltre le due ore di gioco (tranne una sola volta: tre minuti meno…).
<<La finale del 2018 tra Nadal e Zverev>>
Terzo set, dunque, per la felicità degli spettatori presenti al Foro (circa ventiduemila e cinquecento i presenti, da giovedì a domenica): hanno assistito a una battaglia da Colosseo, da Foro Italico appunto: Djokovic e Nadal hanno cominciato a darsele di puro muscolo, senza più strategie e tentennamenti: tentativi di colpi vincenti, smorzate, contropiedi, perfino pallonetti. Nessun risparmio di idee: equilibrio sovrano fino al sesto game, quando – con Djokovic al servizio – Nadal si è portato sullo 0-40 e ha concretizzato il break immediatamente: 4-2 e trionfo ipotecato. Erano state appena superate le due ore e mezza di gioco. Nadal è stato irrefrenabile: vano il primo tentativo di Djokovic di un contro-break. Sul 5-2 per Nadal il serbo è quindi andato al servizio per restare nel match: ha annullato un match point, ha ottenuto il punto ma ha solo ritardato l’inevitabile: lo spagnolo, sul 5-3 con il servizio a disposizione, non ha smarrito l’occasione sancendo il suo trionfo.
Fonte: La Repubblica
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