Ucraina. Di Maio: Farnesina sostiene imprese colpite da conflitto
Task Force per le aziende coinvolte nella crisi
“La Farnesina rimane fortemente impegnata a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese italiane” in particolare nel nuovo “scenario internazionale profondamente cambiato, sconvolto dal conflitto russo-ucraino che ha accentuato, e in alcuni casi ha causato, diverse criticità per le nostre aziende: dai rincari dell’energia alle difficoltà di approvvigionamento di materie prime, dai colli di bottiglia nella logistica alla perdita di quote di mercato nei Paesi interessati dal conflitto”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio parlando al Forum annuale di Confcommercio.
“Nel solco del Patto per l’Export, abbiamo già adottato diverse iniziative a sostegno delle nostre aziende” tra cui “la creazione di una specifica Task Force per assistere le imprese colpite dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino; l’impegno massimo che stiamo portando avanti a Bruxelles verso meccanismi di solidarietà europea per il gas naturale, tra i quali sosteniamo in particolare l’imposizione di un tetto massimo al prezzo del gas; la possibilità, con l’adozione del DL Ucraina, di concedere finanziamenti a tassi agevolati e con quote a fondo perduto fino al 40% a valere sul Fondo 394/81 a sostegno della patrimonializzazione delle aziende esportatrici in Russia, Bielorussia e Ucraina, per l’individuazione di mercati alternativi; la definizione di iniziative promozionali ICE ad hoc e di attività di promozione integrata a cura della rete diplomatico-consolare, nonché la definizione di Missioni settoriali MAECI-MISE-ICE-Confindustria per la ricerca di mercati alternativi per l’approvvigionamento di materie prime”, ha illustrato.
Fonte: Askanews
Confcommercio “Guerra e rincari frenano la crescita”
Previsioni del Def “un po’ ottimistiche sia sotto il profilo della sottovalutazione dell’inflazione, sia per la conseguente sopravvalutazione della crescita”, la maggiore dinamica dei prezzi erode il potere d’acquisto della ricchezza liquida, comporta minori consumi e “frena il Pil”. Questa la fotografia scattata del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione del Forum Confcommercio-Ambrosetti che ha visto la presenza, tra gli altri, del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovanni, e la ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna. L’Ufficio Studi prevede, infatti, una crescita del Pil del 2,1% nel 2022 e del 2,4% nel 2023 e, probabilmente, un’inflazione a +6,5% per i prezzi al consumo, di ben sette decimi sopra le valutazioni del governo. “Rispetto allo scenario ed alle sfide che comporta, servono certamente scelte impegnative e responsabilità condivise. Per rilanciare occupazione, redditi e consumi, è necessario mettere a terra le riforme e gli investimenti del Pnrr, agire sul cuneo fiscale e contributivo, detassare gli aumenti dei rinnovi contrattuali. E – ha proseguito Sangalli – per sostenere le imprese bisogna agire sulle moratorie fiscale e creditizie. Occorre, allora, che il Governo metta in campo anche un metodo di lavoro stabile, strutturato e condiviso con le parti sociali. La ripresa è tutta da costruire”.
Per il numero uno di Confcommercio a seguito dell’invasione russa in Ucraina “c’è l’esigenza di scelte adeguate alla portata delle sfide in campo: riaffermare le ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale. Servono, allora, determinazione e compattezza europea ed atlantica per sanzioni finalizzate al ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino ed allo sviluppo di un vero negoziato. Abbiamo bisogno di una comune politica estera e di difesa e sicurezza, così come di una comune politica energetica. Sfide straordinarie che richiedono flessibilità delle politiche di bilancio e sostegno degli investimenti”. Ma non solo. “Nell’anno in corso, già ai prezzi attuali, la bolletta energetica delle imprese del terziario di mercato triplicherebbe. E l’autotrasporto delle merci potrebbe registrare un incremento dei prezzi dei carburanti del 40%. Allora, andrebbe raccolta senza indugio la sollecitazione italiana alla costituzione di stoccaggi e riserve energetiche europee comuni. Va approfondito uno schema di pronto intervento che preveda l’adozione di un tetto ‘protettivo’ al prezzo all’ingrosso del gas, accompagnato da misure che sospingano efficienza energetica e risparmio. Per quanto riguarda l’Italia – ha evidenziato – le ultime misure adottate dal Governo puntano a mitigare le ricadute dell’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche a carico di famiglie ed imprese. E’ importante, in questo quadro, l’introduzione di crediti d’imposta fruibili anche da parte delle imprese che non rientrano nelle consuete definizioni di imprese ‘energivore’ e ‘gasivore’”.
In occasione del Forum è stato inoltre presentato l’“Outlook Italia – Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2022” realizzato da Confcommercio in collaborazione con il Censis, dal quale emerge come dopo lo shock del 2020 e l’inizio di un ritorno alla normalità registrato nel 2021, il clima di fiducia e le attese delle famiglie sul futuro si sta ristabilendo anche se solo parzialmente: infatti il 26% delle famiglie si aspetta una riduzione del proprio reddito. il 24% prevede di ridurre i consumi e il 47,6% ridurrà i risparmi. Quest’ultimo dato, molto elevato e non compensato da una percentuale altrettanto alta di famiglie che prevede di aumentare i consumi, è un chiaro indicatore che la situazione rimane ancora problematica. Tra le cause che limitano i consumi delle famiglie, al di là dei livelli di reddito, il 54,8% delle famiglie indica alcuni fattori di contesto, in particolare: l’aumento del costo dell’energia, la paura di dover sopportare imminenti spese impreviste, l’incertezza sul futuro causata dai grandi eventi internazionali, come una possibile recrudescenza della pandemia e la guerra in corso in Ucraina.
Tra le principali preoccupazioni per il futuro il 33,4% delle famiglie indica la crisi energetica con il connesso aumento di bollette e carburanti, il 26% il surriscaldamento globale e quasi il 21% l’aumento dell’inflazione, il 27% delle famiglie teme un coinvolgimento di altre nazioni, il 26,6% ritiene che possa trasformarsi in una guerra mondiale anche con l’uso di armi nucleari, il 23,4% è preoccupato per le ripercussioni economiche sull’economia del nostro Paese, il 16,9% teme il taglio delle forniture di gas da parte della Russia con le conseguenti difficoltà nei settori produttivi, il 6,1% infine si dichiara preoccupato per l’impatto economico dell’emergenza umanitaria determinata da milioni di profughi ucraini in arrivo in Europa.
Fonte: Italpress
Prete (Unioncamere): “Pnrr? Bisogna spingere imprese a utilizzo risorse”
“Solo il 30% delle aziende italiane si sono già attivate e il numero si riduce quando si parla di imprese pù piccole. Le camere di commercio possono svolgere un ruolo importantissimo per affiancare soprattutto il sistema delle PMI così da renderle partecipi nelle iniziative che il Pnrr offre”. Così Andrea Prete, presidente di Unioncamere, parlando a margine dell’Assemblra delle Camere di Commercio, che si è tenuta a Roma presso la Casa dell’Architettura.
Fonte: Il Messaggero
Energia: Cingolani, ‘restiamo in pre-allerta, non c’è motivo di andare oltre’
“Restiamo a un livello di pre-allerta” energetica, “non c’è motivo di andare oltre per ora”. Lo assicura ai cronisti il ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani, lasciando Palazzo Chigi dopo la riunione con i tecnici e il sottosegretario alla presidenza Roberto Cingolani per chiudere il pacchetto energia che andrà in Cdm lunedì della prossima settimana.
Fonte: Il Tempo
Spese militari: Maria Castellone-M5S. “No all’aumento al 2%, ci sta bene l’invio di armi in Ucraina solo se servono da difesa”
La capogruppo del M5S in Senato Maria Castellone al generale Camporini: “Appoggiamo l’Ucraina nel diritto alla legittima difesa ma non si parli di controffensiva in territorio russo”
Fonte: LA7
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