Ucraina: Papa Francesco in udienza generale. Chi può fermare guerra ascolti grido di pace
Lo ha detto il pontefice nell’udienza generale: “Vi chiedo di perseverare nella preghiera incessante per la pace, tacciano le armi”
“Vi chiedo di perseverare nella preghiera incessante per la pace. Tacciano le armi, affinché quelli che hanno il potere di fermare la guerra, sentano il grido di pace dell’intera umanità”. Lo ha detto il Papa nell’udienza generale al termine della quale è rimasto seduto per i saluti. “Vi chiedo scusa, questo ginocchio non finisce di guarire, non posso essere in piedi tanto tempo, scusatemi per questo” ha detto il pontefice rivolto ai fedeli a piazza San Pietro.
Papa Francesco: “Umanità è assetata di pace e fraternità”
“In questo momento difficile in cui l’umanità è assetata di pace e di fraternità – ha proseguito – è urgente che l’alleanza tra anziani e giovani sia feconda e porti ciascuno, nel suo stato di vita, ad essere testimone e mediatore delle benedizioni di Dio tra i popoli”.
Fonte: Sky TG24
Gualtieri: Ucraina. Roma ricostruirà scuola e farà campi scuola bambini
“Roma ricostruirà un edificio in Ucraina, forse una scuola. E sarebbe bene se molte città e Regioni italiane facessero la stessa cosa”. Questa la proposta lanciata dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nel corso della 149esima sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni in corso a Bruxelles.
“Intanto- ha spiegato Gualtieri- vorrei esprimere la più forte condanna alla brutale aggressione dell’Ucraina. Roma sarà affianco dell’Ucraina e dei suoi cittadini. Siamo pieni di sgomento e orrore di fronte a questa aggressione inspiegabile. Ma davanti a questa clamorosa violazione del diritto internazionale e negazione dei valori europei l’Europa ha risposto con un fronte unito, adottando sanzioni finanziarie, mettendo in atto solidarietà verso chi scappa dalla guerra e aiutando le nazioni sul confine che subiscono l’impatto della guerra. Un eccellente lavoro.”
“Anche la città di Roma sta facendo la sua parte. L’Italia ospita molti rifugiati e Roma accoglie migliaia di loro negli alberghi. Inoltre in una commovente gara di solidarietà centinaia di famiglie si sono registrate per dare accoglienza nella loro casa”.
“Ma al di là del compito immediato per le sistemazioni e per l’accoglienza- ha concluso Gualtieri- il nostro obiettivo è mobilitare risorse per integrare i rifugiati con corsi di lingua, con la scuola e con i servizi sanitari che stiamo dedicando, in particolare, ai più fragili, con l’obiettivo di mitigare le conseguenze psicologiche e fisiche della guerra.”
“Tuttavia credo che a fronte del dramma che stiamo vivendo dobbiamo fare di più: sono pienamente favorevole alla proposta di campi estivi per accogliere i bambini, un’iniziativa congiunta con le associazioni delle città ucraine. Roma aderirà.”
“E stiamo anche pensando a come sia possibile fornire un contributo concreto per la ricostruzione dell’Ucraina. Penso ad adottare una scuola o un edificio da ricostruire. Sarebbe bene se molte città e regioni italiane facesso la stessa cosa”.
Fonte: Roma Daily News
Evento del Parlamento europeo a Roma, su “solidarietà e cooperazione per i rifugiati dalla guerra in Ucraina”
Il Parlamento europeo organizza, in collaborazione con la rappresentanza della Commissione europea, un evento sulle misure di aiuto e sostegno ai rifugiati ucraini in fuga dalla guerra. Parteciperà, tra gli altri, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno.
L’aggressione russa all’Ucraina ha già provocato l’esodo di oltre 5 milioni di rifugiati, la più grande migrazione forzata in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. Gli Stati membri stanno rispondendo alla crisi con grande unità e coordinamento. La Commissione europea ha istituito una “piattaforma di solidarietà” che riunisce gli Stati membri e le agenzie dell’Ue per organizzare i trasferimenti di persone verso i paesi che dispongono di capacità di accoglienza.
Il primo marzo il Parlamento europeo ha approvato l’attivazione della direttiva sulla protezione temporanea, per la prima volta dalla sua entrata in vigore nel 2001. La direttiva mira a concedere immediata protezione temporanea all’interno dell’UE alle persone che fuggono dalla guerra in Ucraina, inclusi i cittadini ucraini, cittadini di Paesi terzi, apolidi o persone con permesso di soggiorno nel Paese.
Ma oltre alla solidarietà e allo status legale, servono finanziamenti per l’accoglienza, l’istruzione, il lavoro, gli alloggi e l’integrazione. Il 24 marzo il Parlamento europeo ha approvato, con procedura d’urgenza, l’aggiornamento delle regole dei fondi di coesione per aiutare i Paesi UE e le loro regioni a fornire un sostegno di emergenza (alloggio temporaneo, cibo e acqua, cure mediche o istruzione) alle persone in fuga dalla guerra.
A questi, potranno aggiungersi i fondi della politica di coesione 2014-2020 non ancora assegnati o spesi e ulteriori 10 miliardi di euro da “REACT-EU”, di cui 3,4 miliardi già rilasciati il 7 aprile agli Stati membri che ospitano i rifugiati. Parallelamente, gli eurodeputati hanno esteso fino alla metà del 2024 il periodo per utilizzare i fondi Asilo, migrazione ed integrazione e Sicurezza interna per un totale di 420 milioni di euro.
L’evento di venerdì 29 aprile vuole fare il punto sugli strumenti fin qui adottati e sulle necessità che stanno mano a mano emergendo sul terreno tramite un confronto tra gli attori istituzionali e non coinvolti in questa grave crisi umanitaria.
Fonte: Sardegna
La guerra in Ucraina vista dai piccoli
Maryna, insegnante di religione a Garbatella, originaria di Kiev e in Italia dal 2004, racconta il lavoro accanto agli alunni e ai colleghi Disegni e cartelloni, «bambini molto sensibili»
Myroslava ha 8 anni, viene da Kiev e porta nel suo nome un segno di speranza perché in ucraino significa “colei che è gloriosa nella pace”. A raccontare di questa bambina, come tante altre scappata dalla guerra in queste ultime settimane, è Maryna Sokolovska, 39 anni e insegnante di religione cattolica della diocesi di Roma, anche lei originaria di Kiev e in Italia dal 2004. «Myroslava non è una mia alunna – spiega la docente dell’Istituto comprensivo “Piazza Damiano Sauli” alla Garbatella – ma in questo tempo di inserimento sto aiutando lei e i colleghi facendo in qualche modo da interprete».
Quando Maryna ha spiegato a Myroslava che «ora imparerà una nuova lingua, cioè l’italiano – sono ancora le parole della maestra -, lei mi ha risposto che non farà in tempo ad apprenderla perché presto tornerà a casa sua». Forte il desiderio di ritorno alla normalità, quella che «è stata costretta a lasciare, soffrendone molto, nonostante sia una bambina estroversa e solare». Nella scuola che ha accolto Myroslava – che con la mamma ha trovato ospitalità in un istituto religioso -, «la sua classe, così come diverse altre, ha lavorato sul tema della pace – racconta Maryna -, realizzando disegni e cartelloni che riportano la bandiera dell’Ucraina e non solo, genericamente, la bandiera con i colori dell’arcobaleno o il simbolo della pace» e questo «mi pare un bel modo per guardare davvero in faccia la realtà della situazione: c’è un Paese che è stato aggredito e che si sta difendendo».
La docente testimonia come «i bambini sono molto sensibili rispetto a questa guerra» e riferisce di come «una mia classe in particolare, la quarta, si è dimostrata molto coinvolta dalla mia personale situazione», interessandosi «su come fare per convincere anche mio padre a raggiungermi in Italia». Se la mamma di Maryna è infatti venuta a Roma «e ora dalla metà di marzo vive con me a Santa Marinella, cosa che ancora non mi sembra vera – sono le parole emozionate dell’insegnante -, papà ha scelto di restare a Kiev, specialmente perché non se la sente di lasciare soli i miei nonni, che vivono in un piccolo villaggio in campagna e stanno dimostrando un coraggio che mi stupisce, affidandosi tanto alla preghiera». È proprio nella famiglia paterna – «fin dalla mia bisnonna» – che Maryna individua «le radici e i semi della mia fede e del mio desiderio di testimoniare e trasmettere la Parola di Dio», sottolineando come «i più anziani in Ucraina sono i custodi di una spiritualità e di una sete di credere nate dopo la caduta dell’Unione Sovietica, mentre prima nelle scuole si insegnava l’ateismo».
In particolare Maryna ricorda «quando da bambina papà, che è un diacono permanente, mi accompagnava con lui in chiesa per la Messa nell’unica parrocchia del nostro quartiere. Anche se capivo poco, per me era un posto bello perché sapevo che lì c’era Gesù e raccoglievo dei fiori per offrirglieli». Ancora, l’insegnante, che ha completato alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino di Roma gli studi teologici intrapresi all’Istituto di scienze religiose di Kiev, conserva con affetto il ricordo dei «tanti racconti che mio padre mi faceva sulla vita dei santi che mi affascinavano, come san Francesco o Padre Pio».
Guardando alla situazione attuale, Maryna riferisce quello che le racconta il padre ossia che, dopo il ritiro delle truppe russe, «a Kiev sembra che la vita stia tornando alla normalità anche se la minaccia rimane costante». E tuttavia «tante case sono state distrutte, anche proprio nella zona dove vivevo, ed è stato necessario creare nuovi cimiteri per i tanti morti». Di quel 24 febbraio, quando l’Ucraina è stata invasa, Maryna dice che rimane «lo shock e l’incredulità per quello che stava succedendo» e il dolore «per quello che è successo dopo, in particolare a Bucha e a Irpin, posti bellissimi che si trovano a soli 30 chilometri dalla casa dove sono cresciuta».
Fonte: Roma Sette
Per tutte le info: info@roma-news.it
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