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M5S, Diaco: immenso dolore per scomparsa Paolo Arca

“E’ arrivata la notizia che nessuno di noi avrebbe mai voluto sapere: se ne è andato Paolo Arca, il Presidente dell’Associazione per Villa Pamphilj. Paolo è stato per noi fruitori della Villa e appassionati del verde pubblico una guida e un’ispirazione, per il suo grande impegno, la sua passione civile, la sua grandissima umanità e capacità di condivisione.”

“Da parte mia vanno un grandissimo abbraccio e le più sentite e profonde condoglianze agli amici, all’Associazione e soprattutto alla sua famiglia. Una immensa perdita per noi che lo abbiamo conosciuto, per chi gli ha voluto bene, per la sua Villa Pamphilj, il Municipio XII e la città tutta.”

“Ci mancherà moltissimo, che la terra gli sia lieve come lui lo è stato per lei. Noi daremo il nostro piccolo contributo al suo ricordo chiedendo che gli venga dedicata una targa in Villa”. Così in un comunicato il consigliere capitolino e vicepresidente della commissione Ambiente Daniele Diaco (M5S)

Fonte: Roma Daily News

“Per il Pd l’inceneritore era nel programma? Falso. Lavoriamo a proposta alternativa”

Il consigliere di Europa Verde in un’intervista a RomaToday sulla realizzazione del termovalorizzazione annunciato da Gualtieri

Ci tiene a precisare che la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore (“ma andrebbe chiamato inceneritore”) non era nel programma elettorale. “Abbiamo contribuito a scriverlo come forza ecologista, lo sappiamo bene” spiega a RomaToday, in risposta alle affermazioni rilasciate al nostro giornale dal deputato Pd Claudio Mancini. Il consigliere di Europa Verde, vicepresidente della commissione Ambiente, Nando Bonessio è in prima fila tra i contrari all’impianto annunciato dal sindaco Gualtieri per liberare Roma dalla perenne morsa dei rifiuti. Molto meglio, a suo dire, potenziare al massimo la differenziata, cosa che non potrà avvenire se non parzialmente “perché gli inceneritori hanno bisogno di combustibile per funzionare”. 

Consigliere, sul tema del termovalorizzatore ha letto l’intervista rilasciata al nostro giornale del deputato romano Claudio Mancini e ci ha chiesto di poter partecipare al dibattito. Qual è la sua posizione?

Intanto mi scusi ma la parola “termovalorizzatore” non esiste in nessun testo di fisica o termodinamica, non c’è una valorizzazione dell’energia, casomai un recupero, ma è comunque inferiore a quello impiegato per produrre il materiale che si va a bruciare. Il termine è stato coniato dagli imprenditori. La bilancia energetica di un inceneritore è sempre in passivo. 

Capiamo il distinguo, ma andando oltre la questione terminologica, cosa contesta delle dichiarazioni di Mancini?

Dichiara che l’inceneritore si trova nel programma elettorale ma non è così. Noi abbiamo contribuito a scriverlo come forza ecologista, è in rete e si può consultare. Si parla di incenerimento utilizzando gli impianti già presenti nel Lazio, con la quarta linea di San Vittore in fase di realizzazione, per il resto si parla in maniera centrale di processo di trattamento dei rifiuti che parte uno dal diminuire la produzione, due dal migliorare la quantità e la qualità della raccolta differenziata, al momento bassissima. Se non lo si fa ora, quando? Un 10% di produzione si può abbattere in tempi rapidi, è un obiettivo praticabile. 

E l’inceneritore, o termovalorizzatore che dir si voglia, entrerebbe in contrasto con l’incremento di differenziata? 

Certamente e le spiego subito perché, ponendo io a lei una domanda. 

Prego.

Se un’azienda, pubblica o privata che sia, che investono 700 milioni di euro per la realizzazione di un inceneritore (il costo è stato dichiarato da Gualtieri), pensa che per i prossimi 30 anni non abbia la sicurezza che il Lazio produrrà combustibile per alimentare gli altoforni? L’impianto non arriverà prima di cinque anni a dire bene, e 600mila tonnellate di capacità significano precludere a Roma la possibilità di superare un tot di percentuale di differenziata, il 65% (per Gualtieri è il tetto da raggiungere nel 2030, ndr), che l’Europa considera la soglia minima, non massima, da raggiungere. 

Spesso si prende a modello l’impianto di Copenaghen, con la pista di sci, considerandolo un esempio virtuoso sul piano delle tecnologie ambientali utilizzate. Cosa ne pensa?

Allora, l’inceneritore danese è costato 560 milioni di euro, tre volte i costi preventivati inizialmente, ci sono voluti sette anni per realizzarlo, doveva servire cinque comuni dell’hinterland di Copenaghen ma dopo 3 anni, con l’aumento significativo della differenziata, non avendo più combustibile hanno allargato a tutta la Danimarca. Oggi importano rifiuti da tutta Europa. Ci vanno a sciare sopra? Il problema non è andarci a sciare una, due, tre volte al mese, il problema è abitarci vicino 365 giorni l’anno. Ci sarà un motivo se le case intorno costano il 50% in meno? E se ci stanno cartelli con scritto “vietato coltivare ortaggi”. Tornando in Italia, il registro dei tumori rileva un più 12% di malati tra chi abita entro cinque chilometri dall’inceneritore di Brescia, tra i più moderni d’Italia. 

Era meglio una discarica? 

No assolutamente. 

E allora come si smaltiscono i rifiuti indifferenziati che rimangono comunque, seppur in percentuale si spera sempre minore?

Nei cinque anni, diciamo il tempo minimo, che servono per realizzarlo si può lavorare in maniera significativa sulla differenziata, sul riciclo e sul riuso, con piccoli impianti dislocati in tutta la città per lavorare le singole frazioni, e anche con piccole discariche di servizio esclusivamente per la frazione secca. 

Continuando a portare rifiuti in giro per l’Italia a costi esorbitanti…

Ma è quello che continueremo a fare comunque nei prossimi cinque anni. 

A quanto pare passi indietro su questo non sono previsti. Che farete come forza politica? 

Ci coordineremo con Sinistra civica ecologista, altro partito che non ha votato il testo sull’impianto in aula, e con altre forze che hanno espresso perplessità, vedi Roma Futura e Sinistra italiana, e faremo una proposta alternativa insieme a Wwf e Legambiente con dati e costi. Vogliamo un confronto, il sindaco ci ha assicurato che ci fornirà tutti i numeri per farci comprendere che la sua proposta è inevitabile e la migliore. Siamo convinti che possiamo dimostrare il contrario, con le testimonianze degli imprenditori del settore. Abbiamo anche un gruppo in parlamento con Europa verde più altre forze contrarie, faremo di tutto perché a livello nazionale si apra un dibattito. 

Come estrema ratio potrebbe uscire dalla maggioranza?

Questa è una decisione che sarà assunta a livello di organismo di partito e con quello mi confronterò. 

Fonte: Roma Today

Lazio: Zingaretti. «Piantati 250 alberi del progetto Ossigeno a Garbatella»

Si è conclusa con successo senza precedenti la seconda manifestazione d’interesse: negli uffici regionali sono pervenuti più di 200 progetti. L’obiettivo è raggiungere la quota di 100mila nuovi alberi da piantumare

Duecentocinquanta nuovi alberi al Parco della Garbatella grazie al progetto «Ossigeno» promosso dalla Regione Lazio. Alla cerimonia di inaugurazione, martedì mattina, ha partecipato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, oltre a Tommaso D’Alessio, presidente del Circolo Legambiente di Garbatella, Roberto Scacchi, Direttore regionale di Legambiente Lazio e Amedeo Ciaccheri, presidente Municipio VIII. «Oggi lanciamo un altro importante step del progetto Ossigeno qui in questo parco, voluto da Legambiente Garbatella che da anni lotta per la sua riqualificazione, con meno cemento e più spazi verdi e aria pulita per i bimbi e le loro famiglie. Inauguriamo la piantumazione di altri 250 tra alberi e arbusti, continuando a far crescere quest’oasi verde chiamata Bosco Intensivo, voluta dal Circolo Legambiente Garbatella e alla quale noi, come Regione, siamo orgogliosi di poter contribuire. In quest’area di piantumazione vengono convertiti in ossigeno 10200kg CO2 l’anno», ha detto il presidente Zingaretti.

Intanto si è appena conclusa l’assegnazione del secondo bando Ossigeno per Roma Capitale: così tra progetti in corso e programmati nei prossimi mesi, e comunque entro la fine dell’estate, saranno messi a dimora a Roma più di 3mila alberi. «Si è conclusa con successo senza precedenti la seconda manifestazione d’interesse: negli uffici regionali sono pervenuti più di 200 progetti -ha aggiunto Nicola Zingaretti – La novità è rappresentata dal terzo avviso che sarà a sportello, un metodo che certamente semplifica la burocrazia e accelera la tempistica, e permette di coinvolgere ancora di più le amministrazioni locali e le nostre comunità».

L’obiettivo? «Altri 100mila alberi da piantumare – ha risposto ancora Zingaretti – L’Onu ha detto un miliardo di alberi e noi siamo la regione italiana che vuole diventare leader nella piantumazione e nella riforestazione delle aree della città, che aumentano come qualità, ma anche nelle aree rurali dove farlo è possibile. Vogliamo essere i leader italiani ed europei e siamo sulla strada giusta perché il progetto Ossigeno ormai è una realtà che sta coinvolgendo decine di migliaia di donne, uomini, studenti, sindaci, amministratori e associazioni» ha continuato.

Il progetto Ossigeno è stato finanziato con 12 milioni di euro in tre anni. Pensato per contrastare il cambiamento climatico, compensare le emissioni di CO2, proteggere la biodiversità, migliorare la qualità del suolo e dell’aria, e creare spazi verdi da vivere, l’iniziativa, che ha visto protagonisti cittadini, enti pubblici e varie realtà del territorio ha una doppia valenza sociale ed ecologica. In assoluta sintonia con gli obiettivi indicati dal G20 sul clima di Roma, che prevede di piantumare mille miliardi di alberi a livello globale entro il 2030.

Fonte: Corriere Roma

Ordinanza anti zanzara tigre: tutte le disposizioni e le raccomandazioni

Con riferimento all’ordinanza anti zanzara tigre, sono state definite delle sanzioni. Si parla di 500 euro per chi risulterà inadempiente.

Firmata l’ordinanza anti zanzara tigre (Aedes albopictus)

In primo luogo, il provvedimento preso, definisce i comportamenti da assumere per evitare il proliferare dell’insetto apparso a Roma nel 1997. Le uova della zanzara tigre (Aedes albopictus), nel periodo compreso tra aprile e dicembre, se coperte d’acqua, diventano larve. In seguito, per contrastare in maniera efficace la diffusione della zanzara tigre, l’amministrazione, oltre agli interventi messi in campo su area pubblica, chiede la collaborazione dei cittadini per i condomini e le aree private.

Le principali disposizioni presenti nell’ordinanza

In altre parole, nell’ordinanza firmata da Roberto Gualtieri, si cerca di effettuare interventi preventivi antilarvali e privilegiare prodotti biologici. Per tornare al punto, sono citati tutti quei prodotti che è vietato utilizzare, in quanto sono fondamentali per la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente. Quindi, le principali disposizioni presenti nell’ordinanza sono:

  • non abbandonare oggetti e contenitori dove si può creare una raccolta di acqua stagnante.
  • coprire i contenitori dove potrebbero formarsi ristagni; mantenere in efficienza gli impianti di raccolta delle acque; svuotare sottovasi, piccoli abbeveratoi per animali domestici, annaffiatoi e simili.
  • trattare le acque nei tombini, griglie di scarico, pozzetti di raccolta, utilizzando idonei prodotti antilarvali. Necessario utilizzare prodotti biologici o ecologici registrati e autorizzati dal Ministero della Salute. I proprietari delle aree possono eseguire direttamente il trattamento o avvalersi di imprese specializzate.

Per effettuare il trattamento anti zanzara tigre serve una comunicazione preventiva

Gli amministratori di condominio e consorzi residenziali per iniziare il trattamento contro la diffusione dell’insetto, devono comunicarlo preventivamente. Bisogna farlo entro 7 giorni lavorativi dalla data di inizio del trattamento. Per questa ragione serve l’apposito modulo, fornito dalla direzione agricoltura e benessere degli animali del dipartimento tutela ambientale. In seguito bisogna allegare la scheda tecnica del prodotto utilizzato e il contratto con la ditta specializzata.

Gli amministratori di condominio devono comunicare l’elenco dei condomini dove è iniziato il programma anti zanzara tigre. Ai municipi, attraverso la Polizia di Roma capitale e con il supporto della Asl, spetta il compito di controllare l’esecuzione del provvedimento e di sanzionare i trasgressori. Le eventuali inadempienze, saranno sanzionate con multe che vanno da 50 500 euro.

Fonte: Roma Metropolitan Magazine

Per tutte le info: info@roma-news.it

 

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