Papa Francesco riceve Orbán e riconosce il lavoro in Ungheria a favore dei profughi ucraini
Udienza di quaranta minuti con il primo ministro dell’Ungheria, rieletto per la quarta volta lo scorso 3 aprile. Francesco e il premier magiaro si erano incontrati l’ultima volta il 12 settembre 2021, in occasione della tappa a Budapest del Pontefice per il Congresso Eucaristico
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
È durata 40 minuti l’udienza del Papa a Viktor Orbán, primo ministro dell’Ungheria, Paese del quale Francesco ha riconosciuto l’opera di protezione e accoglienza a favore dei profughi in fuga dall’Ucraina. Arrivato in Vaticano poco prima delle 11, accompagnato da un seguito di quattro persone, il premier magiaro, essendo in visita privata, non ha incontrato il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin – in questi giorni in Messico -, né il segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher.
Orbán è al suo primo viaggio dopo la nuova vittoria elettorale del 3 aprile scorso: il partito Fidesz ha ottenuto la quarta maggioranza parlamentare consecutiva di due terzi alle elezioni. “Il mio primo viaggio ufficiale dopo le elezioni mi porterà in Vaticano, da Papa Francesco”, riferiva ieri lo stesso Orbán tramite il suo account Facebook, da dove oggi ha pubblicato la foto della stretta di mano con il Pontefice. Quattro anni fa, dopo le elezioni del 2018, il primo viaggio di Orbán era stato a Varsavia.
I doni
L’udienza, nella Biblioteca Apostolica, è iniziata alle 11.05. “Sono contento della sua presenza qui”, ha detto il Papa facendo accomodare al tavolo il premier dell’Ungheria. Il colloquio, alla presenza di un interprete, si è concluso alle 11.45. Diversi i doni consegnati da Orbán al Pontefice: due libri, di e su Béla Bartók, compositore ungherese ed esperto di musica. “Se la sente, ci ascolta”, ha detto il leader politico. Poi ha consegnato una raccolta di dischi di musica lirica e un volume del 1750 con l’Ufficio delle Ore per la Settimana Santa in inglese e latino.
Il Pontefice ha ricambiato con una formella in bronzo raffigurante San Martino di Tours – originario della Pannonia, l’odierna Ungheria – nell’atto di proteggere il povero donandogli una parte del proprio mantello. E proprio presentando questo regalo, il Papa ha commentato: “Questo l’ho scelto per lei, San Martino che è ungherese, e ho pensato che voi ungheresi in questo momento state ricevendo tutti questi profughi”. In dono da parte del Papa anche i documenti del pontificato, il Messaggio per la Giornata mondiale della Pace di quest’anno, il Documento sulla Fratellanza Umana, siglato nel 2019 ad Abu Dhabi, e il libro edito da LEV sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020.
L’incontro a Budapest nel settembre 2021
Un primo incontro ‘privato’ tra Orbán e Francesco, sempre in Vaticano, risale al 28 agosto 2016, quando il Pontefice ricevette il gruppo di leader e parlamentari cristiani europei partecipanti a Frascati all’annuale meeting della Rete/ICln. L’ultima volta che i due si sono incontrati è stato il 12 settembre 2021, quando il Papa si è recato a Budapest per la chiusura del Congresso Eucaristico Internazionale. Prima della Messa, il Papa – accompagnato dal segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, e il segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher – aveva incontrato Orbán, insieme al presidente della Repubblica, Janos Ader, e al vice primo ministro, Zsolt Semjén, nella Sala Romanica del Museo delle Belle Arti. Un appuntamento “previsto”, durato una quarantina di minuti, come riferiva la Sala Stampa vaticana, e avvenuto “in un clima cordiale”. Numerosi i temi trattati: dal ruolo della Chiesa nel Paese all’impegno per la salvaguardia dell’ambiente e la difesa e promozione della famiglia.
Fonte: Papaboys 3.0
Bianchi: “Inseriti nelle nostre scuole 16mila studenti ucraini, ma servono risorse”
“Se la crisi ucraina dovesse perdurare, ci vogliono risorse in termini di persone e supporto con il territorio”, ha detto il ministro
Secondo i dati rilevati ieri alle 16, gli studenti ucraini inseriti nei percorsi scolastici italiani sono 16.045, con un flusso che si è stabilizzato sui circa mille studenti al giorno. “Con questo ritmo, a settembre dovremmo arrivare a 28-30 mila studenti. Sulla base dei 96.989 ingressi registrati dal ministero dell’Interno, 35mila sono minori”, ha precisato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervenuto questa mattina in audizione alla Camera presso la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza sulle iniziative adottate a favore dei bambini e dei ragazzi ucraini.
“Questa crisi si inserisce alla fine di un anno scolastico in cui abbiamo fatto di tutto per tornare in presenza. Abbiamo costruito un’emergenza su un’emergenza– ha aggiunto il ministro- Se la crisi ucraina dovesse perdurare, ci vogliono risorse in termini di persone e supporto con il territorio. L’ho già fatto presente al Mef”.
Sul totale di 16mila studenti, 7615 sono stati inseriti alla primaria, 3175 all’infanzia, 3911 alle medie e solo 1344 alla secondaria di secondo grado. “Quindi più del 90% ha tra i 3 e gli 13 anni“, ha precisato Bianchi, che ha poi ricordato le differenze territoriali di distribuzione degli studenti, che seguono la densità di insediamenti della comunità ucraina in Italia: il 22% di studenti è in Lombardia, il 12% in Emilia-Romagna, mentre in Sardegna solo l’1% e in Sicilia e Puglia il 3%. La concentrazione è ancora più evidente se si analizza la distribuzione per province: in Abruzzo sono principalmente a Pescara, in Campania a Napoli, in Calabria a Vibo Valentia, nel Lazio, Roma ospita il 66% di studenti.
“Una mappa che coincide con le comunità ucraine- ha detto Bianchi- Abbiamo disposto 1 mln per l’assistenza linguistica, ma non ci dovrà essere una competa integrazione linguistica, perchè questi studenti devono continuare ad utilizzare anche la loro lingua. L’idea del governo ucraino è che questi studenti sono qui solo temporaneamente, poi torneranno, quindi non devono dimenticare la loro lingua. Il governo ucraino ha una piattaforma per i ragazzi della secondaria, perchè possano continuare con la loro didattica”. Per questo in pochissimi hanno chiesto asilo, “perchè l’assunzione di base è che ritornino. C’è una situazione transitoria, e quindi abbiamo attivato una pedagogia del ritorno, a differenza degli altri studenti profughi accolti perchè vogliono rimanere“.
Il ministro dell’Istruzione ha poi aggiunto che il Piano Estate di quest’anno sarà “rivolto all’integrazione sociale dei ragazzi ucraini“. Bianchi ha poi sottolineato che l’accoglienza è stata possibile “grazie all’uso massico delle competenze del personale Covid, che a settembre non avremo più. Ci sarà quindi un problema in termini di numeri di personale ma anche di conoscenze”.
Il ministro ha poi aggiunto che tutti i ministri dell’Istruzione europei sono in colloquio continuo con l’Ucraina e che martedì prossimo la viceministra ucraina sarà ricevuta dal ministero dell’Istruzione italiano.
Fonte: Agenzia Dire
Ucraina: Fiaso e Sigo aprono 45 ambulatori ginecologici per le donne arrivate in Italia, ad oggi oltre 50mila
In occasione della Giornata nazionale della salute della donna che si celebra domani 22 aprile, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) promuove, in collaborazione con la Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), l’apertura di 45 ambulatori ginecologici dedicati alle donne provenienti dall’Ucraina in 13 regioni italiane.
Dal 22 aprile le rifugiate ucraine potranno accedere a servizi diagnostici, clinici e di supporto psicologico dedicati ed essere assistite per urgenze ostetriche e ginecologiche e per la prevenzione e il follow up delle patologie ginecologiche. Oltre ai test per lo screening Covid-19 e alle vaccinazioni, le donne ucraine potranno rivolgersi agli ambulatori aderenti all’iniziativa per ecografie o pap test o tamponi vaginali. A disposizione, per informazioni e dubbi, il numero verde 800 592 782 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13): a rispondere al telefono ci sarà un’operatrice di lingua ucraina in grado anche di tradurre, in caso di necessità, le richieste delle pazienti a medici e operatori sanitari. Il servizio di mediazione culturale è a cura della Sigo.
Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno sono circa 96mila le persone fuggite dalla guerra e arrivate finora in Italia: di queste più della metà, oltre 50mila, sono donne, accompagnate da 35mila minori e circa 11mila uomini. “Il principio su cui si fonda il servizio sanitario nazionale è quello della solidarietà e non possiamo sottrarci davanti a chi soffre: è un dovere offrire cure specializzate e assistenza sanitaria dedicata a chi è in difficoltà”, commenta Giovanni Migliore, presidente Fiaso. “In un momento così delicato, la ginecologia italiana si stringe attorno alle donne ucraine, mettendo a disposizione le professionalità dei ginecologi italiani che, in sinergia con le strutture assistenziali delle aziende sanitarie e ospedaliere, attivano percorsi mirati”, aggiunge Nicola Colacurci, presidente Sigo.
Al progetto di solidarietà, lanciato da Fiaso e Sigo, hanno aderito 38 aziende sanitarie e ospedaliere in tutta Italia per un totale di 45 ambulatori. Eccoli: Asl Cn2, Asst Bergamo Est, Asst Crema, Asst Lecco, Asst Mantova – Presidio Mantova – Borgo Mantovano – Asola – Presidio Asola, Aou Padova, Alisa Asl1 Imperiese, Asl 2 Savonese, Asl 3 Genovese, Asl 4 Chiavarese, Asl 5 Spezzino, Ente Ospedaliero Ospedali Galliera, Irccs Istituto Giannina Gaslini, Irccs Policlinico San Martino, Ospedale Evangelico, Aou Ferrara, Ausl Ferrara, Ausl Imola, Aou Parma, Aou Pisana, Ausl Toscana Sud Est, Aou Ospedali Riuniti Ancona, Ao San Camillo Forlanini, Roma, Asl Frosinone, Asl Roma 4, Asl Roma 5, Asl Viterbo, Inmp Roma, Sifo, Aorn Cardarelli Napoli, Aou Vanvitelli Napoli, Aou Consorziale Policlinico di Bari – Ospedale Giovanni XXIII, Asm Matera, Irccs Crob, Ao Cosenza, Arnas Garibaldi Catania.
Fonte: AgenSIR
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