L’hub della stazione Termini a Roma pronto ad accogliere i profughi: solo il 34,5% degli ucraini è vaccinato
L’assessore alla Sanità del Lazio D’Amato: “Abbiamo messo a disposizione con accesso libero tutte le procedure, dai test antigenici ai vaccini al rilascio della certificazione verde e in più assegneremo a tutti il tesserino sanitario Stp-straniero temporaneamente presente, che consente di fruire dei servizi sanitari”
Vaccino Covid, tamponi e Green pass: l’Italia pronta ad accogliere i profughi ucraini sommerà le cautele sulla pandemia – che non è ancora finita pur se scomparsa dai titoli di apertura per quell’assurda causa di forza maggiore che è la guerra – alla presa in carico sanitaria e umanitaria delle centinaia di migliaia di persone in fuga attese anche da noi. E all’hub vaccinale Covid della stazione Termini di Roma tutto è pronto per accogliere i profughi – per lo più donne e bambini visto che gli uomini sono rimasti a combattere – in arrivo dall’Ucraina. Dove secondo i dati ufficiali è protetto dal vaccino con doppia dose solo il 34,5% della popolazione.
Accesso libero a tamponi e vaccini
Racconta l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato: “Da stamane abbiamo messo a disposizione con accesso libero tutte le procedure, dai test antigenici ai vaccini al rilascio della certificazione verde e in più assegneremo a tutti il tesserino sanitario Stp-straniero temporaneamente presente, che consente di fruire dei servizi sanitari. L’intero territorio regionale è allertato per dare il proprio contributo, abbiamo messo a disposizione molti letti d’ospedale soprattutto per la pediatria, in terapia intensiva anche neonatale, per supportare eventuali emergenze sempre nell’ambito del sistema di protezione civile”. Il primo piccolo – poco più di un anno di vita – portato dai genitori approdati da parenti a L’Aquila è stato già preso in carico dall’ospedale Bambino Gesù ma c’è anche la disponibilità del servizio sanitario del Lazio a operare con propri team di medici nelle aree di confine con l’Ucraina per valutazioni cliniche in loco che consentano subito di “smistare” gli eventuali pazienti. Che in Italia una volta ricevuta la tessera Stp potranno proseguire terapie già avviate o essere assistiti da medici di famiglia e pediatri. Ma è anche stato creato un indirizzo di posta elettronica dedicato (pediatri.ucraina@gmail.com) dove i pediatri interessati a offrire assistenza sanitaria gratuita ai bambini ucraini potranno comunicarlo.
Il Servizio “Salute migranti forzati”
Il braccio operativo di D’Amato in questa operazione è il Samifo, il Servizio “Salute migranti forzati” che fa capo all’Asl Roma 1 e che ha come partner ufficiale il Centro Astalli ma collabora fianco a fianco con tutte le associazioni e gli enti interessati, dalla Croce Rossa alla Prefettura fino all’Alto commissariato per i rifugiati che patrocina l’iniziativa. Una struttura nata nel 2006, oggi alla guida del progetto europeo Icare (Integration and Community Care for Asylum and Refugees in Emergency) che mette in rete oltre al Lazio anche Emilia Romagna, Toscana e Sicilia. E anche lì ci si sta organizzando.“Nell’hub di Termini abbiamo previsto un team minimo con un medico della Asl che ha le credenziali per refertare i vaccini e l’esito dei tamponi antigenici, due amministrativi per il rilascio della tessera Stp che consente ai profughi di accedere a tutte le prestazioni della sanità pubblica italiana e due mediatrici linguistiche e culturali ucraine”, spiega il responsabile del Samifo Giancarlo Santone. Che è anche psichiatra, impegnato nell’assistenza alle vittime di guerra e torture: “Oltre alle esigenze strettamente sanitarie – spiega infatti – andrà senz’altro valutato un eventuale supporto psicologico, tarato anche sui bambini”.
All’arrivo in Italia il check è d’obbligo, anche ai fini del Green pass
Intanto, se nella fuga tumultuosa dalla guerra mascherine e cautele sono necessariamente state archiviate, all’arrivo in Italia il check è d’obbligo, anche ai fini del Green pass. Chi si sia già vaccinato dovrà esibirne certificazione e in ogni caso riceverà la validazione necessaria per ottenere il certificato verde – i moduli sono stati tradotti in ucraino – solo se potrà comprovare di aver già avuto il Covid o se avrà ricevuto uno dei cinque sieri autorizzati dall’Agenzia europea del farmaco e quindi dalla nostra Aifa. Ovviamente, tutti potranno vaccinarsi o sottoporsi a tampone solo su base volontaria.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Per tutte le infoi: info@roma-news.it
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