Borotalco compie 40 anni, Verdone: «Ecco come nacque la battuta “Cargo battente bandiera liberiana”
E’ rimasto nell’immaginario collettivo di molti italiani, Borotalco, uno dei film più divertenti
di Carlo Verdone, zeppo di battute cult e divenuto a distanza di 40 anni dal suo arrivo nelle
sale cinematografiche, una vera icona pop.
Il 22 gennaio prossimo, infatti, Borotalco, diretto ed interpretato dallo stesso Verdone, insieme ad
Eleonora Giorgi ed Angelo Infanti, compirà 40 anni. Eppure sembra ieri.
Nel pomeriggio di Rai1, ospiti di Oggi è un altro giorno, il regista-attore romano, Eleonora
Giorgi, Rossella Infanti, figlia di Angelo Infanti, il mitico Manuel Fantoni nel film, per
raccontare alcuni aneddoti del film.
“Devo molto ad Angelo Infanti, era un playboy generoso, buono e simpatico, lo incontrai a casa di
Sergio Leone, che mi chiese di fare un provino che durò 3 minuti.
Se alcuni film sono venuti bene, lo devo anche a lui” dice Verdone, che nel salotto Rai racconta la
prima uscita del film.
“Quando uscì, il produttore Cecchi Gori mise sulla locandina la scritta di Borotalco, ma ancora più
grande la scritta Musiche di Lucio Dalla, mentre regia di Carlo Verdone in piccolo.
Dalla mi telefono e minacciò di bloccare l’uscita del film, ma alla prima di Bologna vide l’entusiasmo
del pubblico durante la proiezione e capì l’omaggio per lui, così perdonò la trovata del produttore”
racconta divertito Verdone.
“Come nacque la battuta cargo battente bandiera liberiana?”, chiede la conduttrice Serena Bortone.
“La frase mi venne in mente perché faceva parte di un monologo che avevo fatto anni prima in
radio, così lo ripresi e lo affidai a Manuel Fantoni. Certamente non so dire perché queste frasi
rimangano poi nell’immaginario del pubblico”, spiega Verdone a proposito di una delle battute più
celebri del cinema italiano.
A ricordare Angelo Infanti, scomparso prematuramente all’età di 71 anni, la figlia Rossella, anche lei
attrice.
“Papà si muoveva e rideva come Manuel, un po’ era come lui, però anche fragile.
Mi ha aiutato a vivere la vita con leggerezza, mi ha dato il coraggio di vivere e sopravvivere, usava il
sorriso contro le avversità della vita.
E’ un insegnamento che porto sempre con me.
Anche io faccio l’attrice, ma sono anni che non lavoro, perché dopo papà è venuta a mancare anche
mia madre, poi mi sono dedicata a mia figlia e mi sono allontanata dal cinema” racconta l’attrice con
commozione, anche se con rammarico sottolinea che suo padre non è molto ricordato dal mondo
dello spettacolo.
“Non tanti si ricordano di lui, Carlo invece lo ha sempre fatto. Quando è morto, stavo scegliendo i
fiori del funerale e mi chiamò Carlo, ho molto apprezzato il suo gesto”.
“Scelsi Eleonora perchè aveva un carattere frizzante, era luminosa, mi dava l’idea di una ragazza
tipica degli anni Ottanta” racconta Verdone “io ci misi il candore ed è stato il personaggio più bello
della mia carriera, e non è detto che non sarà l’ultima volta” gli fa eco l’attrice che in Borotalco
intepretava Nadia.
Aggiunge Verdone. “Oggi non si potrebbe girare Borotalco, non ci sono l’atmosfera e l’ottimismo di
quell’epoca, oggi siamo impauriti”.
Fonte: Il Messaggero
Per tutte le info: info@roma-news.it
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