Cenare a Roma: 5 consigli per scegliere il ristorante perfetto
L’attenzione per la qualità e la garanzia dell’esperienza non accettano compromessi.
Andare a cena fuori è e deve essere un piacere.
Bisogna scegliere il posto giusto, che possa accoglierci in un ambiente caldo e rilassante, con il
personale attento ed efficiente, dove trovare l’indispensabile qualità dei prodotti e la cura estetica
dei piatti.
Una ricerca che spesso ricorda più l’impegno di un’equazione irrisolta, che il puro piacere di
trascorrere una serata diversa.
Nell’attuale società 2.0, dove la nostra quotidianità è foderata da recensioni non sempre veritiere,
scovare la vera autenticità gastronomica è un’operazione sempre più ardua.
Ma si sa, le cose migliori richiedono tempo e dedizione, e la scelta del ristorante rientra in queste.
Rivivere i sapori di una volta, assaggiare i piatti di pesce, accompagnati da una buona bottiglia di
vino è possibile al ristorante “Il Falchetto”.
Un luogo magico incastonato nel cuore pulsante della Grande Bellezza Capitolina che, in più di un
secolo di attività, ha fatto della passione per la cucina la sua storia.
Fonte: RomaToday
Ultimissime:
5 ristoranti a Roma da provare durante le feste
Roma è una delle mete turistiche più amate sia dagli italiani che dagli stranieri per passare qualche
giorno di relax, tra storia, arte e gastronomia.
Per arrivare “preparati” al momento di scegliere dove andare a mangiare, ecco una selezione di
ristoranti della Città Eterna in cui vale la pena fermarsi durante le feste.
Nuovi o aperti da decenni, dalle proposte ricercate o fedeli alla tradizione, per pranzi veloci o cene
dai tempi dilatati: sono tutti da provare.
Da Cesare al Casaletto
Dove: Via del Casaletto 45
Perché: L’atmosfera è accogliente.
Dentro, tovaglie chiare e bicchieri colorati, fuori un pergolato.
La cucina è romanesca, ma con spunti innovativi.
Le polpette di bollito con pesto di basilico sono un classico come le
crocchette di melanzane all’arrabbiata. Anche i fritti sono da provare, in qualsiasi stagione.
L’amatriciana, da declinare con la pasta che si preferisce, è appagante.
I piatti da non mancare nei mesi freddi sono la minestra di broccoli e arzilla, la polenta con le
spuntature e la salsiccia,
la pasta con i ceci o fagioli.
Tra i secondi, le costolette d’agnello panate.
I dolci sono ottimi.
Se l’indecisione prende il sopravvento, vale la pena di provare il tris servito in bicchierini: tiramisù, mousse al
cioccolato, creme caramel, accompagnato da pezzetti di crostata e croccante.
Fuori dalle rotte più tradizionali del turismo, vicino a Villa Pamphili, questa trattoria di quartiere
degli anni Sessanta è
riuscita nel tempo a conservare la sua identità abbinandola a un livello sempre alto di proposte
culinarie.
Osteria dell’Angelo
Dove: Via Bettolo 24
Perché: Pavimento in cotto, tavoli in legno con ripiano in marmo, le pareti tappezzate da foto di
campioni, magliette e palloni di rugby.
L’Osteria dell’Angelo c’è dal 1987, da quando Angelo Croce ha lasciato la nazionale di questo sport
per dedicarsi alla sua altra passione: la cucina romana.
Siamo nel quartiere Prati, non lontano dal Tribunale e delle vie dello shopping.
A pranzo si ordina alla carta, di sera c’è il menù fisso.
“Er coperto nun se paga er pane pure”, è scritto sulle tovagliette di carta.
Le proposte non mutano.
Tra queste tonnarelli cacio e pepe, involtini alla romana, trippa, gnocchi, puntarelle.
Anche qui, nei mesi invernali, vale la pena di assaggiare la zuppa di broccoli e arzilla.
Bistrot 64
Dove: Via Guglielmo Calderini, 64
Perché: La cura dei particolari, il gioco di consistenze, caldo con freddo, crudo con cotto, tradizione
e sorpresa, come nel dolce che dolce non è.
In una parola, il Giappone nella cucina italiana.
Bistrot 64, una stella Michelin, rimane una certezza nel panorama romano.
Kotaro Noda è lo chef.
Il menù si rinnova di stagione in stagione ma rimangono dei capisaldi come gli spaghetti di patate
con burro e colatura di alici, piatto della tradizione modificato negli ingredienti, croccante per
l’occasione.
Poco lontano dal centro, vicino al Maxxi, è un locale dall’eleganza sobria, fatto di legno e luci basse,
e dal servizio pieno di attenzioni.
Un’oasi di silenzio e pace dei sensi. Ottimo il rapporto qualità-prezzo.
Sesto piano della Rinascente
Dove: Via del Tritone 61
Perché: È il luogo del momento a Roma.
La terrazza con vista panoramica, i reperti archeologici dell’Acquedotto Vergine del I secolo
(alimenta la vicina fontana di Trevi), un palazzetto del Novecento inglobato, l’atrio che cita
l’architettura razionalista del Colosseo Quadrato dell’Eur.
Questo palazzo di via del Tritone, in sette piani, racchiude la variegata bellezza di Roma.
Se il settimo è quello degli aperitivi con vista, consigliato al tramonto, il sesto è dedicato al food, con
tante proposte per un pranzo veloce.
Crostacei, tagli di manzo, smoothies, healthy food, sushi, cioccolato fino al ristorante
MadeITerraneo dello chef stellato
Riccardo Di Giacinto: ogni gusto è assecondato.
Prendetevi tempo: il megastore copre 14milla metri quadrati di
shopping.
Ristorante Al Pompiere
Dove: Via S.M. Calderari 38
Perché: L’insegna è enorme, impensabile non vederla.
Si entra nel portone del palazzo di Beatrice Cenci, in pieno centro, vicino al Ghetto, e si salgono le
scale per arrivare al primo piano, nelle sale dai soffitti alti e affrescati, dove si mangia.
L’ambiente è tra l’austero e l’elegante, il servizio professionale e veloce.
I piatti sono bianchi, su tovaglia bianca, con impressa l’immagine di un pompiere che getta vino da
un fiasco su un grande pollo arrosto.
Le porzioni sono generose.
Da assaggiare i piatti della tradizione giudaico-romanesca, come i carciofi alla giudia e i filetti di
baccalà.
E poi spaghetti alla carbonara, bucatini all’amatriciana, coda alla vaccinara, saltimbocca alla
romana, puntarelle.
Non è una novità nel panorama romano, è gestito dalla famiglia Monteferri dal 1962.
Rimane una certezza.
Fonte: il Cucchiaio d’Argento
Per tutte le info: info@roma-news.it
https://guide.michelin.com/it/it/lazio/roma/ristoranti
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